Direi che ci siamo, tocca solo salire a bordo. Star Trek: Discovery sta prendendo quota.
Se i primi due episodi hanno avuto l’effetto e la funzione di un autentico prologo, questo terzo episodio segna il momento tutte le carte sono messe sul tavolo. Pertanto, Star Trek: Discovery non ha paura di mostrare la sua natura decisamente più adulta e dark rispetto all’universo da cui proviene. Soprattutto, la sua natura più “serializzata”, ideale per il panorama televisivo a cui ormai il pubblico è abituato.
Pare comunque chiaro, di già, come questa nuova serie non sia nata con l’obiettivo dei decenni passati, ovvero far innamorare gli spettatori delle potenzialità dello spazio ed invogliare chissà quanti ragazzi a lavorare in settori scientifici. Tutto ciò sarebbe salutare anche adesso, ovviamente. Ma la forza del marchio Star Trek è sempre stata quella di rigenerarsi e capire il contesto in cui nasce. E nel 2017, purtroppo, la nostra voglia di rimanere meravigliati è accompagnata alla paura della guerra.
Come ci fa capire il capitano Lorca alla fine della puntata, Star Trek: Discovery è pronta a mischiare lo stupore e le potenzialità della scienza agli strumenti necessari per vincere una guerra. Toccando e analizzando i confini etici delle regole. Già tale premessa è sicuramente avvincente per ciò che ci aspetta.
Certo, in questa puntata i toni dark hanno ricordato fin troppo le atmosfere di Alien.
Ma l’idea ha ancora una volta funzionato. La puntata è stata appassionante, inquietante a tratti, soprattutto in grado di farci familiarizzare fin da subito con tanti volti nuovi. Saru già lo conosciamo (e probabilmente amiamo), la cadetta Tilly sembra un po’ stereotipata ma è altrettanto facile farla diventare simpatetica, e Lorca ha quell’ambiguità di fondo che già lo rende interessante. Jason Isaacs è l’attore giusto per un carattere mosso dal senso di ambizione e ossessione, probabilmente parole chiave per sfogliare le nuove tematiche della serie.
Giusto sottolineare, ancora, la sorprendente performance di Sonequa Martin-Green. L’attrice, al suo primo ruolo da protagonista, regge davvero sulle proprie spalle intere scene, mostrando un carisma da invidiare e la capacità di trasmettere il tormento interiore del suo personaggio. Giocando perfettamente, come se non bastasse, con gli spiriti opposti umani e vulcaniani del suo carattere. Davvero una piacevolissima scoperta.
Star Trek: Discovery sembra davvero una serie pronta a decollare. Diversa dalle precedenti, in particolar modo per i fans accaniti. Ma pronto a scrivere un nuovo affascinante capitolo nella leggendaria storia di questo intramontabile racconto.
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Emanuele D’Aniello