Ozark, nel cuore di tenebra della provincia americana

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Tra le tante serie tv Netflix da vedere, il nuovo arrivo in casa del gigante dello streaming è Ozark.

Abbiamo visto in anteprima i primi 5 episodi della prima stagione composto da 10, che sarà interamente disponibile online per gli abbonati Netflix dal 21 luglio. E possiamo dire che, pur senza rivoluzionare la tv, Ozark troverà sicuramente un pubblico.

Marty Bride è un consulente finanziario di Chicago, ha quindi un buon lavoro e una famiglia normale. Questo fin quando la sua vita è però squassata da un doppio evento. Scopre che la moglie lo tradisce, prima cosa. E come se non bastasse, la sua attività finisce coinvolta nel giro di riciclaggio di denaro di un pericolosissimo cartello della droga messicano. Marty, dopo aver rischiato letteralmente la vita, è costretto a trasferirsi nella piccola cittadina rurale di Ozark, nel Missouri, per continuare l’attività del cartello sotto minaccia, e porta naturalmente con sé la famiglia, con cui ormai il rapporto è ai minimi storici.

Per quanto intrigante, la premessa della serie è appunto solo una premessa. Semplice, già vista onestamente, ma necessaria per mettere in moto la narrazione.

Ozark è infatti una di quelle tipiche serie non interessate minimamente alla trama. Nel corso dei primi 5 episodi la storia generale si muove pochissimo, ad un ritmo minimo, perché gli elementi chiave che interessano ai creatori Bill Dubuque e Mark Williams sono chiaramente due e soltanto due: i personaggi e l’atmosfera.

Nel primo aspetto, la serie va sul sicuro, prendendo grandi professionisti per i ruoli primari. Laura Linney è maestra nel ritrarre donne dal grande travaglio interiore, il cui volto è come sempre bilanciato dal tormento e dalla ricerca di rimanere impassibile ai problemi. Jason Bateman è l’uomo che non ti aspetti scorrendo la sua ricca e fortunata filmografia comica, ma proprio per questo funziona. È l’uomo comune, anzi, colui che per quanto sembra ordinario è bersaglio facile per finire nei guai.

La rivelazione, però, è la giovane Julia Garner, una figura che conosciamo solo dopo essere arrivati nella cittadina. Un personaggio altrettanto semplice, la ragazzina che tutti pensano innocente e invece nasconde una innata ambizione, che l’attrice però cattura con feroce determinazione e perfetta simbiosi con le pieghe grigie del ruolo.

Il secondo aspetto è probabilmente la carta fondamentale della serie. L’atmosfera oscura della cittadina, il ritmo compassato, l’ampio respiro della narrazione che si sposa con i lati oscuri nascosti della provincia americana. Ancora una volta nulla che non si sia già visto, sia chiaro. Ma indubbiamente contribuisce in maniera decisiva a rendere Ozark ciò che vuole essere: un ritratto senza filtri, e senza concessioni, del cinismo dell’animo umano, disposto a tutto pur di sopravvivere, spesso e volentieri oltre i limiti.

Ozark è però una serie non esente da problematiche. Paradossalmente, difetti che nascono proprio nei due aspetti sopra citati.

Jason Bateman è un buonissimo attore e ideale per la parte, ma non è mai stato un attore fenomenale. Forse, gli manca proprio quel carisma decisivo per catturare l’empatia. E, diciamolo, non è mai veramente in grado di fare un salto di qualità necessario.

La tragicità della storia e dei personaggi, che piomba su tutto e tutti con un forse senso di inevitabilità, è narrata in maniera fin troppo pesante, fin troppo dispersiva in certi punti, senza l’abilità di farci veramente appassionare ai lati oscuri delle varie figure che popolano la vicenda. Questo, forse, è dovuto anche al fatto che sottolineo fin dall’inizio: il forse senso di déjà-vu che attanaglia la serie. Le situazioni, le relazioni tra personaggi, i classici topoi della cittadina apparentemente tranquilla ma dall’animo oscuro, le figure ordinarie gettate in situazioni più grandi di loro, Ozark affronta territori già battuti da altre serie, anche più volte, e non ha mai la capacità di differenziarsi veramente fino in fondo. È fatta bene, interpretata bene, realizzata bene, ma segue un compitino in cui non eccelle mai, e quindi fatica a distinguersi.

Ozark è un noir thriller che probabilmente mancava nel panorama attuale dell’offerta Netflix, e questo è sicuramente un buon punto a favore.

Nelle prime 5 puntate ha gettato tanti semi e mostrato una quantità di misteri personali sicuramente affascinanti da scoprire. Si prende i suoi tempi, e questo permetterà forse uno sviluppo più complesso di quanto finora è apparso. Come detto non pare destinata a cambiare il volto della serialità tv, o colmare il vuoto di altre serie più eclatanti, ma nel suo genere fa un onesto lavoro.

Non è per chi ha grandi aspettative quando si decide di dedicare tempo e attenzione ad una nuova serie. Ma per gli amanti del genere, l’introspezione noir nel volto sporco del sogno americano potrebbe bastare.

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Emanuele D’Aniello

Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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