Il quarto episodio di Rick and Morty che richiede tutta la vostra attenzione!
Benvenuti al nostro quarto incontro con Rick and Morty, se siete arrivati fin qui non avrete bisogno di alcuna delucidazione riguardo trama, meccaniche e protagonisti ma se vi siete persi la recensione dell’episodio precedente, potete leggerla qui.
“Che importa se il giorno più importante della tua vita è stato una simulazione operante alla minima capacità?”
Giornata splendida oggi, l’aria è fresca e il sole brilla alto nel cielo ma Rick si accorge subito che qualcosa non torna e, prima che Morty sveli i segreti scientifici del nonno di fronte alla sua classe stranamente curiosa, riesce a scoprire che l’ambiente circostante, persone comprese, non è altro che una fredda simulazione del mondo umano, “rappresentazioni nanobotiche”, creata da una specie aliena, gli Zigerion (“i furfanti più ambiziosi e con meno successo della galassia”) che cerca di trafugare a tutti i costi la ricetta segreta della Materia Oscura Concentrata, uno speciale carburante messo a punto proprio da Rick, che gli permette di viaggiare in lungo e in largo per l’universo e i suoi mondi alternativi.
Parte così una fuga contro il tempo per poter uscire fuori dal simulatore e ritornare a casa: prima di tutto, sarà necessario denudarsi completamente per depistare le intercettazioni, dal momento che gli Zigerion “si sentono molto a disagio con la nudità” e farsi largo in un mondo che presenta evidenti glitch ed errori di sistema. Ma come fare ad uscire da un mondo virtuale che si genera di fronte ai propri occhi e sparisce dietro di sè come un tapis roulant? Semplice, mandandone in tilt la Ram sovraccaricandola di richieste diverse! Come quando si ha a che fare con un computer molto vecchio e si apronto troppi programmi tutti insieme…

Questa è una di quelle puntate che farà felici quei videogiocatori che si sono sempre chiesti “Come ci si sente a vivere dentro The Sims?”. Come al solito, in Rick and Morty, attraverso un sapiente mix di umorismo e nozioni di (pseudo?)scienza, ogni tema viene affrontato in modo estremamente soddisfacente e dettagliato.
Quello che salterà più all’occhio sarà senz’altro il timpico tema della simulazione della vita vera, che sfocia tragicamente nel momento in cui qualcuno più intelligente di altri ne percepisce le minime incongruenze. Vogliamo citare Matrix e le “matrici” appunto dedicate a creare spazi di realtà simulate? In qualche modo, in Rick and Morty questo tema si riallaccia anche al Mito della Caverna di Platone, dove la realtà va ricercata in un percorso “a matrioska”, in cui bisogna saltare da uno stadio di realtà all’altro per capire quale sia davvero quella effettiva. E nonostante Rick sembri incarnare quel modello di vita che si non si fida mai ciecamente di ciò che ha intorno, gli autori vogliono comunque dare spazio anche a quella fetta di società,che invece si trova a proprio agio in mezzo a glitch, a falle del sistema e impostazioni automatiche e riesce addirittura a vedere i suoi sogni esauditi. Attraverso Jerry, infatti, che si adatta perfettamente a una realtà costruita a tavolino e che soffre nel momento in cui la verità gli viene sbattuta in faccia, con quella crudezza che solo la vita sa somministrare, gli autori propongono anche il punto di vista di chi non si accorge di cosa ha intorno e che non sa riconoscere se non qualcosa di estraneo, neanche la propria vera identità e la realtà del proprio mondo.

Nonostante Jerry sia il personaggio più bistrattato di tutta la serie, è forse uno dei più importanti poiché risente più di tutti delle calamità che di Rick e Morty portano inevitabilmente a gravitare sulla famiglia Smith come. Incarna la figura parodistica dell’ingenuo, del naif che risponde in modo quasi candido agli abusi (giustificati) di nonno Rick e che ragiona (seppur in una visione terribilmente americana) con la sua testa. Una specie di titano romantico in chiave disastrosa e patetica, senza poesia ma con tutte le carte in regola per finire sempre masticato dal mostro con i denti più affilati.
Che dire? Niente, non bisogna dire niente, solo premere Play su “Prossimo episodio”.
Tuni Laurenti