Terzo episodio di questa serie unica e imperdibile.
Ormai le presentazioni suonano ripetitive e ciò che ci preme dall’interno è sapere se Jerry si è ingarbugliato nuovamente nella sua inettitudine trascinando la sua famiglia con sé, se Morty rischia di perdere organi vitali per esperimenti non esattamente ortodossi o se Beth deciderà di lasciare definitivamente suo marito e scappare una volta per tutte. Non sapete di cosa stiamo parlando? Andate qui per il primo episodio e qui per il secondo e tornate solo quando le vostre lacune saranno colmate!
“Reuben ha vissuto anni difficili, Morty. Non giudicare. Non autorizzi la costruzione di un parco nel tuo corpo se te la passi alla grande”

È la viglia di Natale in casa Smith e, per l’occasione, Jerry, provando a recitare la parte del padre modello, decide di far trascorrere alla famiglia una giornata scevra da iPad, smartphone e altri dispositivi elettronici con l’obiettivo di recuperare la propria umanità e quando i suoi genitori faranno loro visita accompagnati da un ragazzo di colore, la giornata di contatti umani si ritorcerà inevitabilmente contro di lui. Rick, nel frattempo, ha invitato a casa un senzatetto palesemente ubriaco e delirante “a cui presta assistenza medica una volta l’anno” che si scopre ospitare un parco divertimenti dentro di sé, il quale ormai sembra cadere a pezzi. E indovinate chi dovrà farsi rimpicciolire contro la propria volontà per trovare una soluzione e salvare Anatomy Park? Ovviamente Morty.
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“È una strada di meraviglie, una scia di cibo, un percorso per spezzettare il cattivo e il buono, è un tubo che digerisce e che espelle ciò che rimane, è il Tenue, Tenue Intestino!” |
Una volta dentro Reuben, Morty si unisce ad una bizzarra compagnia, un miscuglio di personaggi parodiati da Jurassic Park e A-Team, e scoprirà che il posto non è solo un parco divertimenti ma anche un museo per malattie pericolose, che ora sono state involontariamente liberate a causa di un guasto ai sistemi di sicurezza. Uscire sarà tutt’altro che facile e saranno costretti ad attraversare un fegato in manutenzione, un colon che ospita malattie poco inclini al dialogo costruttivo, a sopportare attrazioni dai jingle demenziali e a non sopperire all’ineluttabilità della decadenza corporea di Reuben.
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“Non muovetevi. La Gonorrea non può vederci se non ci muoviamo. Aspettate, non è vero. Stavo pensando ai T-Rex!”
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In assenza di Morty, casa Smith si è trasformata in una di quelle riunioni familiari da opuscolo delle Giovani Marmotte e Jacob, il ragazzo di colore che accompagna i genitori di Jerry, si immedesima psicologo, consulente coniugale, amante e maestro di cerimonie. Nonostante tutti si divertano e approfondiscano con gioia i nuovi legami familiari, Jerry non riesce a inserirsi e sente di essersi dato la metaforica zappa sui piedi, come suo solito.
Come risolvere queste spinose faccende? Le possibilità sono infinite. E allora perché non ingigantire il corpo di Reuben, gettarlo nello spazio, farlo fluttuare sopra il pianeta Terra (rigorosamente nudo) e farlo esplodere con una carica di dinamite nello stomaco facendo piovere sangue e resti umani su casa Smith e tutto il resto degli Stati Uniti?
Voi non ci avrete pensato ma Dan Harmon e Justin Roiland sì.
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“…Possiamo solo immaginare cosa stia penzolando sulle montagne rocciose…” |
Per quanto moltissime altre serie abbiano già a lungo giocato con il tema del corpo umano visto dall’interno e in prima persona, abbiamo tra le mani una versione 2.0 che trova il modo di dribblare le banalità trite e ritrite mischiando sapientemente humor, riferimenti cinematografici (Jurassic Park, il più eclatante, ma anche La Fabbrica di Cioccolato di Tim Burton e A-Team), soliti cliché dei film di avventura, demenzialità e quella minima innovazione che permette alla storia di scorrere senza complicazioni ma allo stesso tempo senza annoiare e in più fornendo punti di vista, intrecci e epiloghi davvero sensazionali.
Tuni Laurenti