Only murders in the building 2: la recensione dei primi tre episodi

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Dopo mesi e mesi di febbrile attesa, finalmente su Disney+ sono disponibili i nuovi episodi della serie che mi ha fatto innamorare! Episodio per episodio, vediamo come evolvono le vite di Mabel, Oliver e Charles.

La mistery comedy ideata da Steve Martin è brillante, patinata, divertente. Un capolavoro contemporaneo che ha come reference le sophisticated comedy hollywoodiane, delle quali ripropone magistralmente l’allure. La seconda stagione supera addirittura la prima in termini di coinvolgimento, ritmo e sceneggiatura. Un piccolo miracolo in un universo di piattaforme dove le stagioni successive sono sempre un po’ flosce.

Se nel corso del tempo vi siete dimenticati dove eravamo rimasti, fate un breve recap del finale della stagione 1:

Episodio 1

La prima puntata della seconda stagione si apre dove si era conclusa la prima. Mabel (Selena Gomez) è china su Bunny, l’odiatissima amministratrice dell’Arconia, il palazzo dove vivono i protagonisti. Bunny è morta, ha un ferro da maglia di Mabel conficcato nel petto, sangue ovunque. Stavolta Charles, Oliver e la presunta assassina sono gli indiziati principali e vengono interrogati dai detective responsabili del caso. Diventano a loro volta oggetto di un podcast della famosa Cinda (la divertente Tina Fey), ‘Only murderers in the bulding’.

Il nostro trio si trova davanti a un bivio: una vita lontana dalla morte, dai crimini, dalle avventure o lottare per la propria innocenza, dando vita a un nuovo podcast, incentrato sul caso di Bunny. In fondo la notorietà acquisita gioca a loro favore, portando nuove occasioni lavorative e di rinascita professionale. Charles viene chiamato per un reboot di Brazzos, la serie tv che lo aveva reso famoso negli anni 80-90, Mabel viene contattata da Alice (Cara Delevigne) per entrare in un collettivo di artisti, Oliver incontra Amy Schumer, la famosa sceneggiatrice che lo vuole coinvolgere in un progetto tv. Ma ben presto si rendono conto che devono dimostrare la loro innocenza prima di dedicarsi ai loro progetti.

Il piano è entrare in casa di Bunny per cercare prove della loro innocenza, passando per i tubi dell’aria, che collegano gli appartamenti. Nel meraviglioso appartamento trovano una grande voliera, con dentro Mrs Gambolini, un pappagallo che parla. Mentre sono lì, entrano Uma e Howard, in cerca di un quadro da 1 milione di dollari, scomparso. Nascosti nel guardaroba, scoprono un ascensore segreto, che dà sul retro del palazzo. Il quadro appare nell’appartamento di Charles ed è evidente che il protagonista della scena erotica sia proprio suo padre!

Il mistero si infittisce e la tentazione di fare un secondo podcast diventa irresistibile. “Noi di only murders in the building non rimarremo in silenzio!”

Episodio 2

Al centro del secondo episodio c’è l’Arconia, il palazzo in questa seconda stagione diventa il vero e proprio protagonista. Quasi un essere vivente, con ascensori segreti, passaggi nascosti, storie d’amore nascoste. Archibal Carter, l’architetto dell’Arconia, amava infatti disseminare i propri palazzi di misteri e trucchetti. Bunny era sua nipote, nata e cresciuta tra i corridoi di questo edificio maestoso dell’upper east side.

Nel frattempo, il trio di podcaster scopre che il dipinto, sempre nel salotto di Charles, è siglato ‘Savage’, il suo cognome. ‘Savage’ è anche l’ultima parola che Bunny dice a Mabel prima di morire. Qualcuno sta cercando di incastrare Charles, e il quadro deve sparire per allontanare i sospetti. Durante la veglia commemorativa in onore di Bunny, fanno la conoscenza di Leonora, la madre della defunta, vera proprietaria del quadro e ipovedente. Shirley MacLaine regala un’interpretazione in linea con il ruolo e l’ambientazione, davvero perfetta.

Mabel e Oliver riescono a portare via il quadro ma sono costretti a lasciarlo vicino ai cassonetti. La nuova inquilina Amy Schumer (che vive nell’appartamento di Sting) lo vede e lo mette in salotto, creando scompiglio nel palazzo. L’episodio si conclude con un doppio colpo di scena: 1) il quadro è stato ritrovato, ma è un falso. 2) Leonora conosceva il padre di Charles molto bene, erano infatti amanti. Forse Bunny è la sorellastra di Charles?

Episodio 3

Questo episodio, cruciale per la futura risoluzione del caso, è incentrato fondamentalmente sull’ultimo giorno di vita di Bunny. Cosa ha fatto? Chi ha visto? Quli misteri Con uno stile quasi neorealista, seguiamo l’amministratrice dell’ Arconia dall’alba fino alla morte. Una cosa è evidente: era una donna molto sola, ma molto disciplinata. Era acida con le persone, ma tenera con il suo pappagallo parlante. Soprattutto, non voleva andare in pensione e lasciare le redini dell’edificio a Nina, giovane rampante e incinta.

Nel suo ultimo giorno sulla terra, Bunny riceve una telefonata (dal tono si capisce che è l’ennesima) da qualcuno interessato al quadro che lei non vuole vendere. Inoltre, lascia al cameriere del ristorante, verso il quale ha una simpatia, una generosissima mancia, per permettergli di comprarsi l’attrezzatura da dj.

Il ritratto è di una donna che non riesce a starci antipatica, malgrado tutto, e che nella vita non ha avuto altro che l’Arconia, frutto del genio di suo nonno e vera eredità morale della sua famiglia. Non è possibile per Bunny pensare di andare in pensione in Florida o al caldo, o di passare il testimone alla giovane e rampante Nina. Il litigio tra le due viene riportato sul verbale di assemblea redatto da Howard, e Nina diventa quindi una sospettata.

Al termine della giornata, Bunny sente Oliver, Charles e Mabel brindare e festeggiare per aver salvato l’Arconia dopo l’omicidio di Tim Kono. Sale per portare una buona bottiglia, con la speranza di essere accolta e poter partecipare, ma non viene invitata ad entrare. Tornando nel suo appartamento, Bunny viene uccisa e questo segnerà la coscienza di Charles, perché avrebbe potuto invitarla a entrare e salvarle la vita.

Alla fine del terzo episodio abbiamo solo una certezza: solo il pappagallo sa chi è l’assassino!

Micaela Paciotti

Micaela Paciotti
Appassionata di moda da sempre, curiosa di tutto, vorrei vivere in mezzo alla natura, ma non riesco a staccarmi da Roma.

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