Catarsi. L’ultima delle sensazione che avrei pensato di trovare vedendo Mr. Robot.
Per una serie così pessimista, per una serie così dark, per una serie che mostra la fine della società come la conosciamo, un finale di stagione simile era difficile da credere. Un finale creato su un assunto paradossale, per quanto mostrato finora: possiamo tornare indietro. Anzi, non solo fare questo, ma addirittura correggere gli errori del passato.
Le citazioni di Ritorno al Futuro non erano messe lì a caso. La scena del film Superman in cui il protagonista gira la Terra per tornare alla situazione precedente non è casuale. Allora Mr. Robot non ha abbracciato così tanto la fantascienza, ovviamente, ma ha messo Elliot in una condizione incredibile: poter correggere qualcosa. Ciò non vuol dire far tornare in vita tutte le vittime degli attentati che non è riuscito a prevedere, ci mancherebbe, ma metterlo di fronte alla possibilità, per la prima volta, di tornare indietro.
Quante persone, quanti tra di noi vorrebbero poter tornare indietro e correggere qualcosa, modificare qualcosa? Fare un qualsiasi cosa diversamente? Forse è uno dei desideri umani, che ci accomuna, più veri e universali tra tutti. Non solo semplice pentimento, non solo nostalgia, ma purissima voglia di modificare la nostra vita.
Ora, non sappiamo se a Elliot per farlo, per riuscirci, basterà davvero solo premere il tasto di un computer.
Ma sappiamo che Elliot finalmente ha questa possibilità. La chance che gli apre la mente, e gli fa addirittura ricordare che un episodio che lui ha sempre creduto in un dato modo in realtà si è svolto in un altro. La nostra memoria è un’arma spesso cattiva, che ci nasconde ciò che non vogliamo ricordare. Quello di Elliot è un glitch temporaneo, quasi un difetto di produzione, che però ha modificato tutta la sua vita e fatto manifestare sotto forma del padre il suo perenne senso di colpa. Quella di Elliot, insomma, non è una vera e propria doppia personalità, ma la manifestazione del propri disagio, del proprio rimpianto, del pentimento.
Angela, Darlene e Dom non hanno la possibilità di spingere quel medesimo tasto, ma stanno ora passando alla Fase 1: quella dell’errore da rimpiangere più avanti, appunto. Capire i propri sbagli, e cercare di superarli con l’aiuto delle altre persone, questa forse è la vera essenza della serie. Mr. Robot è una storia di hacker, una storia che mostra il brutto della società contemporanea, una serie che mostra quanto sia difficile vivere bene, e cambiare le cose, quando l’1% dell’1% ha tutto e forse di più. Ma, alla sua radice, Mr. Robot è una serie profondamente toccante, perché come soluzione a tutto ciò ripropone l’importanza del contatto umano. Non importa quando danneggiato sei, quanto difficile e imbarazzante sarà quel contatto, ma l’unico modo per andare avanti è avere qualcun altro accanto.
Questo episodio finale è un crescendo di tensione, con la prima parte completamente senza respiro. Quando il montaggio si ferma, l’adrenalina si placa, Mr. Robot rigira su sé stesso e riparte nuovamente. Non è solo un trucco della serie per i correggere i propri errori narrativi nel corso del tempo, ma una necessità per i personaggi. Per comprendere che tornare indietro vuol dire soprattutto dare priorità. E la nostra, al momento, è quella di attendere già con ansia la prossima stagione.
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Emanuele D’Aniello