Gilmore Girls stagione 3: una nuova vita

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“Mia madre non mi ha mai fatto pensare che non avrei potuto fare quello che volevo o non diventare ciò che volevo essere. Ha riempito la casa di amore, divertimento, libri e musica, costantemente attenta a darmi modelli di vita, da Jane Austen a Eudora Welty a Patti Smith. E mi ha guidata attraverso questi incredibili diciotto anni: non so se si è mai accorta che la persona a cui vorrei assomigliare è lei. Grazie mamma, sei il mio punto di riferimento per tutto”.

Per tantissimi fans della serie, la 3° stagione di Gilmore Girls è l’annata più amata in assoluto e più rappresentativa della disfunzionalità del racconto, ed al tempo stesso un vero punto di arrivo, in un certo senso quasi un punto finale.

Rory si diploma e finisce il ciclo alla Chilton, e da questo momento la serie non sarà più la stessa: madre e figlia non vivranno più insieme e le dinamiche dei personaggi, oltre ai comportamenti, muteranno notevolmente, e quindi la 3° stagione è l’ultima davvero pura. Le prime tre stagioni compongono, possiamo dire, quasi un unico blocco, quello in cui Lorelai ristabilisce definitivamente i rapporti con i genitori, Rory supera l’adolescenza passando attraverso due amori e un difficilissimo liceo, e Luke scopre una volta per tutte chi ama.

Questa terza stagione è per tutti i protagonisti un punto di svolta incredibile, culminando in quella celebrazione alla Chilton quale assoluto apice emotivo. Quella frase finale di Lorelai rivolta alla figlia “guardala adesso, non fa più paura” nel vedere l’interno della scuola una volta terminata, è realmente il simbolo della crescita interiore e del passaggio d’età: tutti noi abbiamo passato quel momento, tutti noi abbiamo percepito un forte distacco, magari al momento voluto e fortemente goduto, e solo successivamente capito fondamentale per diventare adulti. Non a caso, persino la scelta di Yale come futura università di Rory è un punto di svolta e crescita per le protagoniste: Lorelai ha sempre voluto Harvard per la figlia non tanto per una scelta compiuta quando lei era molto piccola, quindi poco credibile, quanto per l’idea che Yale fosse stata selezionata per lei stessa Emily e Richard e quindi Rory finisse per fare la vita da cui è fuggita: è un’idea non solo sbagliata, ma profondamente egoista da parte di Lorelai, che però naturalmente e fortunatamente sarà accantonata quando le due ricorreranno alle famigerate lista dei pro e dei contro; o meglio, perché lei finalmente hanno le spalle abbastanza larghe per capire che la vita non è più una “manipolazione superiore” ma una questione di scelte.

E proprio perché è sempre una questione di scelte, nella stagione più amata e compiuta (per quanto nella prima parte le puntate di transizione siano parecchie) ci sono delle scelte cardinali che fanno la storia della serie: su tutto naturalmente il momento nell’episodio della maratona di ballo, per molti l’episodio preferito in assoluto o quantomeno il più essenziale.

Inutile girarci intorno, è la puntata passata agli annali come quella in cui “Rory lascia Dean per Jess”, ma soprattutto è compendio di tutto ciò che ha reso speciale questa serie: ha una premessa assolutamente folle alla base, che permette di mostrare la bizzarria dell’intera cittadina di Stars Hollow e tutta la sua galleria di personaggi; le dinamiche si intrecciano continuamente, dal triangolo amoroso centrale a Lane e Dave (finalmente Lane è interessante), passando per Sookie e Jackson (è la stagione del loro primo figlio); e appunto è un episodio in cui succedono cose, con la rottura più passiva possibile a dimostrare la difficoltà dei personaggi di comunicare le proprie emozioni. E ovviamente, tutto accade in perfetto stile surreale, in uno dei finali più belli di sempre della serie, in cui Lorelai abbraccia la figlia disperata mentre Kirk corre intorno a loro vittorioso con la musica di Rocky.

Applausi.

Naturalmente, poiché la serie ha capito che il triangolo funzionava, i creatori non lo mollano: Dean continua ad esserci, e anzi diventa più importante dopo la rottura che durante il rapporto (e la straziante scena in cui Rory va sul tetto della casa dell’ex fidanzato solo per scusarsi è un altro piccolo capolavoro). E’ incredibile, o forse riconoscendo il suo talento quasi ovvio, il modo in cui Amy Sherman-Palladino abbia gestito in maniera perfetta ma soprattutto profondamente umana e naturale la situazione emotiva di Rory: è attirata da Jess, ma appena si mettono insieme, la spirale di negatività è inevitabile e Jess dimostra di essere un perfetto ideale ma un pessimo fidanzato. Davvero, a parte l’inizio poi va tutto a rotoli fino ad una bruttissima rottura, come se la serie ci avesse raccontato una storia dal punto di vista innamorato e quindi sognante della seconda stagione, e poi concreto e realistico nella terza. Jess, quantomeno questo Jess attuale, è forse il peggior fidanzato visto all’opera (lo ammetterà lui stesso più avanti nel corso della serie) e il lavoro di gestione del personaggio è clamoroso.

Lorelai e Luke li possiamo inserire nelle due meravigliose scene oniriche d’apertura e chiusura della stagione: se la prima ci ha fatto sobbalzare e sperare, la seconda ci ha fatto sognare più seriamente, un magnifico viatico per ciò che è in arrivo. E’ chiaro fin dall’inizio il destino dei due, e perciò il modo in cui i coniugi Palladino hanno “cucinato” le aspettative dei fans è un qualcosa di magico, un prendersi tempo e fare le cose come raramente capita in tv, dove tutti devono avere tutto e subito solo in nome del momento. Anche l’inserimento di Nicole, molto strumentale ai fini di “mandare avanti il brodo” è comunque importante per dare una svolta all’inattività di Luke, o quantomeno un motivo per non affondare ancora il colpo.

E poi appunto, quel finale alla Chilton. Lacrime, perché negarlo: dopotutto se pure Luke e Jackson hanno smesso di parlare di architettura e assicurazioni per piangere, possiamo farlo noi tutti.

I 3 Miglior Episodi:
“They Shoot Gilmores, Don’t They?” – 3×07

“A Deep-Fried Korean Thanksgiving” – 3×09
“Those Are Strings, Pinocchio” – 3×22


Emanuele D’Aniello

Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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