Sono parole di Varys, il quale però non scopre certo l’acqua calda. Niente dura per sempre, lo sappiamo benissimo. Lo sappiamo ancora più acutamente all’interno dell’universo di Game of Thrones, letterario o televisivo che sia.
Proprio per tale ragione, è quasi toccante che, arrivati all’ultima stagione, i creatori di Game of Thrones provino a far durare quel che hanno tra le mani con i trucchi a disposizione. Riproponendo, ad esempio, in questo episodio tanti schemi che ricordano il primo episodio assoluto. La puntata che si apre a Winterfell, con l’arrivo di un seguito regale in marcia, con un bambino che prova a farsi strada per vedere, non può non ricordare come inizò tanti anni fa Game of Thrones.
Una citazione, un effetto nostalgico voluto, chiaramente. Ma soprattutto un segnale che è vero, niente dura per sempre, ma quel “niente” non vuol dire che scompaia. Talvolta, semplicemente si ripete. Dopotutto in questa premiere della stagione finale sono stati tanti i momenti che hanno richiamato alla memoria momenti passati, già visti e vissuti. Da un lato è certamente un grande segnale di affetto ai fan più accaniti. Dall’altro lato, però, è anche un palese indizio della natura ciclica della storia di Game of Thrones.
Perché ciclici, dopotutto, sono i sentimenti, i desideri, le ambizioni e i difetti dei personaggi. Segni caratteristici di ogni persona, destinati a ripetersi all’infinito in qualsiasi epoca, in qualsiasi ambiente.
In un episodio in cui non c’è grande azione, perché compito della premiere è rifamiliarizzare con volti e scenari, e rimettere le pedine sul tavolo (a maggior ragione considerando che andiamo incontro al finale), l’azione si ritrova in dialoghi e dinamiche, come spessissimo come accade egregiamente in Game of Thrones.
Nessuno si fida di nessuno, tutti sono interessati al propri orgoglio, al proprio onore, ai propri titoli. Dialogare col prossimo non è mai naturale, c’è sempre un doppio fine celato, o la voglia di uscire vincitore anche da un semplice scambio di battute. Come ci insegna la sexposition, che tra le tante citazioni dell’episodio abbiamo visto quasi parodiata nella scena di Bronn, il primo modo di conquistare il potere è attraverso il sesso.
Il volo con i draghi tra Daenerys e Jon non è solo uno svago, ma una finissima scena di seduzione nella quale la regina stringe a sé il suo alleato, ammaliandolo con l’impossibile. Se è più carnale l’epilogo tra Cersei e Euron, il fine delle due scene è esattamente il medesimo: esercitare il potere nel momento in cui la persona è più esposta emotivamente e istintivamente.
Dopotutto, il motivo per cui niente dura per sempre, e semmai al massimo si può solo ripetere, è dovuto a una grande verità: nessuno impara mai.
Tutti i personaggi cono cresciuti, ma poco cambiati. In alcuni pregi e difetti sono aumentati, invece di limarsi col tempo. In altri gli obiettivi e le ambizioni sono diventati sempre più deleteri. I personaggi di Game of Thrones, almeno chi arrivato vivo ad ora, sono prigionieri di un loop che loro stessi hanno creato, perché a loro volta prigionieri di tradizioni, titoli e onori millenari che seguono ciecamente, fino a scontrarsi con la realtà.
L’unico che da tempo ha capito l’errore di questa strada è Jon Snow, ma lo ha capito per una ragione: ha dovuto morire. Ha potuto vivere due vite, capire due volte le scelte fatte.
Tutti gli altri, semplicemente, ripetono scelte e errori fin dall’inizio, ed ormai è troppo tardi per cambiare strada. La ciclicità di questa prima puntata è la medesima di storia e personaggi, e siamo consapevoli che da questo eterno ritorno è impossibile prevedere un finale di serie che non sia amaro.
O forse saremo smentiti, proprio perché non impariamo mai, e i protagonisti non apprenderebbero qualcosa nemmeno da un esito positivo. L’importante è essere sempre pronti a tutto col finale alle porte, proprio perché lo sappiamo bene: niente dura per sempre.
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Emanuele D’Aniello
[…] fonte: Culturamente […]
Completamente d’accordo con questa tua visione dell’episodio. Anche se ho trovato l’episodio a tratti lento e a tratti veloce nello sviluppo della vicenda, i parallelismi con il pilot, le reunion e le battute inaspettate ci hanno regalato un gran ritorno in perfetto stile Game of Thrones.