Ah, se solo quelle distese interminabili di sabbia potessero parlare.
Non ci facciamo spesso caso, ma il deserto del New Mexico è indubbiamente uno dei protagonisti silenziosi dell’universo creato da Vince Gilligan. Soprattutto prima con Breaking Bad, e poi ora con Better Call Saul, si potrebbero tranquillamente estrapolare gli episodi ambientati nel deserto e raccontare con efficacia tutte le tematiche e le introspezioni delle due serie tv.
Appunto, questa affascinante, tesa, nevralgica e straziante puntata di Better Call Saul 5×08 non fa minimamente eccezione.
Qualcuno potrebbe dire che non accade molto. Ma questo, non casualmente, è uno dei leitmotiv costanti. Accade poco per far accadere tantissimo in altro modo. La puntata è di una semplicità disarmante: C’è da fare qualcosa di rischioso nel deserto, che irrimediabilmente va storto, e chi si trova nella situazione deve uscirne sopravvivendo. Una situazione classica da “puntata nel deserto”, che appunto già Breaking Bad ha sperimentato varie volte. Stavolta, questa Better Call Saul 5×08 sembra prendere le sparatorie di “To’hajiilee“, mischiarla al concept del duo costretto a stare insieme di “4 Days Out“, e tira fuori qualcosa di ancora più esacerbante, se possibile. Non è un caso che al timone registico ci sia Gilligan stesso: dirige una puntata a stagione, e ora ha scelto proprio questa.
Jimmy e Mike nel deserto insieme, con tutto ciò che capita loro, non rappresenta solo la strana coppia. Non si cerca la risata per contrasto, che non era l’obiettivo nemmeno per Walt e Jesse nel deserto, ma lì era comunque preventivabile talvolta scappasse. No, ora c’è solo il dramma di due uomini che, di fronte al pericolo da ogni angolo, devono mantenere sangue freddo, liquidi essenziali, e imparare a fidarsi reciprocamente. Soprattutto, devo capire perché fidarsi l’uno dell’altro: entrambi si aprono, entrambi rivelano di avere qualcuno a cui tengono.
Sappiamo quanto quel “qualcuno” di Jimmy sia importante, e quanto sia perciò rischioso. Kim, sempre più in pericolo, ormai ha scelto la strada di mettersi in pericolo da sola. La sua visita in carcere a Lalo, pur se apparentemente tranquilla, è forse il momento più pericoloso per lei nella storia di Better Call Saul. Il brivido per gli spettatori che ora sanno quanto lui sia definitivamente coinvolta.
Sfido a trovare altre serie tv che riescono a parlare di così tante cose, e così bene, con tale semplicità. Che riescono a trasmettere ansia con tale essenzialità. Persino in un prequel, quando conosciamo dove di andrà a parare, la tensione non cala mai. Anche grazie, sempre, al deserto del New Mexico.
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Emanuele D’Aniello