Better Call Saul 5×01/5×02, tre facce della stessa medaglia

Better Call Saul 5×01

È passato un anno e mezzo dal finale della scorsa stagione di Better Call Saul, eppure la serie, al suo ritorno con un doppio episodio, non mostra minimamente ruggine.

Anzi, se possibile, col traguardo finalmente in vista (questa è ufficialmente la penultima stagione), la serie non nasconde più la sua natura.

Ci eravamo lasciati, dopotutto, con l’arrivo di Saul Goodman. In parole e fatti. La trasformazione di Jimmy in Saul è sempre stata l’anima della serie, e per quanto molti fan volessero vedere presto l’avvocato senza scrupoli, era comunque doloroso veder sparire quel Jimmy alla cui sfortuna ci eravamo tanto affezionati.

Adesso, abbiamo un 50 e 50 tra le due anime, si potrebbe dire.

Da un lato c’è ancora Jimmy, con quel suo senso di inferiorità e quella sua voglia di fare del bene a chi gli è vicino che tanto ci ha conquistato nelle stagioni passate. Jimmy è il cuore che muove tutto, che se potesse farebbe le cose con buonsenso, con occhio verso i più indifesi. Ma ormai ha fatto il passo più lungo della gamba, e non può tornare indietro. Anzi, non vuole tornare indietro, perché la sua trasformazione è prima di tutto una scelta volontaria, non dimentichiamolo. Figlia degli eventi, certamente, figlia della cattiveria di Chuck e del disprezzo dei colleghi. Ma scelta seguita, pianificata e completamente abbracciata da Jimmy.

Dall’altro lato, quindi, c’è Saul. Le due anime però non convivono una di fianco all’altro, ma una sopra l’altra, se mi passate l’immagine figurata. Se Jimmy è il cuore, Saul è la corazza esterna. Non solo perché, tra le due anime, diventa la più appariscente, con le camicie colorate, la pettinatura assurda e la parlantina accelerata. Ma soprattutto perché Jimmy proprio di una corazza aveva bisogno, un’armatura che gli permettesse di schivare i proiettili di chi non lo sopporta e dargli coraggio di affrontare i problemi. Affrontarli però con sotterfugi, trucchetti scorretti, perché Saul è pur sempre la corazza sbagliata, quella di cui ha bisogno, ma che alla lunga, come sappiamo, lo porterà alla deriva.

E se già adesso porta alla deriva tutti coloro con cui entra a contatto, a cominciare da Kim, pian piano sappiamo benissimo cancellerà tutto ciò che rimane di Jimmy, come quel bellissimo simbolismo delle camicie colorate nell’armadio di casa che, pian piano, invadono e prendono tutto lo spazio riservato a Kim.

Eppure, Jimmy è un personaggio così perfetto che non può sparire senza lasciare traccia. Il Jimmy impaurito ma combattivo, debole ma deciso, lo ritroviamo nel Gene Takovic dei flash forward in bianco e nero.

Jimmy McGill. Saul Goodman. Gene Takovic. Tre anime, uno stesso personaggio. Tre modi di complicarsi la vita, ma la stessa volontà battagliera di sopravvivere ad ogni costo. Quel flash forward certamente, col finale sempre più vicino, diventerà ancora più importante. Ma i semi di Gene Takovic, la sua paura e la sua rabbiosa voglia di non abbassare la testa, sono già tutti visibili negli altri due caratteri. Davvero non lascia nulla al caso Better Call Saul, e con i suoi tempi meticolosi e ritmi compassati costruisce ogni singola sfumatura psicologica. Per questo la ricompensa degli spettatori è sempre enorme quando arriva.

La serie è tornata con due episodi largamente introduttivi, nei quali la storia deve ancora partire e Jimmy/Saul ha deciso che strada prendere ma non cosa essere. Eppure, per due episodi introduttivi c’è già tantissimo. Pensate allora quando arriveranno gli episodi più belli e riusciti. Insomma, Better Call Saul ci è mancata e fortunatamente ora è tornata.

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Emanuele D’Aniello

Emanuele DAniello
Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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