Welcome to Breaking Bad.
Lo dico con molta eccitazione, ed una punta di preoccupazione.
Eccitazione perché, dopo la lentezza dell’episodio 4×04, un filler piuttosto piatto e poco interessante pur essendo comprensibile nell’economia di una lunga stagione, rivedere i cari vecchi toni della serie di Vince Gilligan non può che essere straordinario. Un po’ di preoccupazione perché Better Call Saul è ancora indeciso su quale strada seguire, su quando, in pratica, esplodere, definitivamente. Vedendo soprattutto, come spesso accade, che la storia del nostro Jimmy è la più emotivamente soddisfacente, e la trasformazione inevitabile in Saul Goodman ci strapperò un pizzico di cuore. Anche a chi adesso non se ne rende conto, accecato da altro.
Dalla scena iniziale dell’episodio 4×05, innanzitutto. La prima in quattro anni di Better Call Saul che si svolge temporalmente durante gli anni – finali – di Breaking Bad. Una strizzata d’occhio enorme ai fans, sicuramente, e anche un premio alla loro pazienza. Ma, vedendola attraverso la prospettiva reale di questi due episodi, molto utile anche alla fase che Jimmy sta attraversando.
Nel presente di Better Call Saul ritroviamo l’uomo impazzito dell’ultimo Breaking Bad, seppur ancora non trasformato adesso.
Le precauzioni, le manie, l’irritazione, tutto quello che ritroveremo in Saul lo sta sperimentando Jimmy. Incluso, soprattutto, un orgoglio duro a morire che è la fonte di tanti problemi (come lo era/sarà per Walter White, non casualmente).
Il Jimmy che vuole con tutto se stesso, e con una passione palpabile, ritornare a fare l’avvocato, è lo stesso che ad inizio episodio quel mestiere deve mollarlo una volta per tutte per cause esterne. Sì, è doloroso vederlo con un time jump enorme, al contrario, abbandonare tutto. Ma è la prova, ancora una volta, di quanto Better Call Saul sia una serie maestosa: vogliamo ritornare a Breaking Bad, siamo entusiasti quando ritroviamo una sua scena, ma al tempo stesso è devastante abbandonare il nosro vero Jimmy McGill.
Dobbiamo però iniziare ad assaporare tale sensazione, ce lo ricorda anche il resto. Se Gus e Mike iniziano a lavorare al superlab di Walter e Jesse, dopotutto, vuol dire che tempo per scherzare non ne abbiamo più. Tutto ha raggiunto un clima di discesa verticale – incluse le apparizioni di Kim e Howard – e tornare indietro è impossibile. Tornare al passato di Breaking Bad, per questa serie, vuol dire in realtà andare avanti a mille all’ora. Come sarà l’impatto lo scopriremo con estrema curiosità.
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Emanuele D’Aniello