Davvero, con le migliori serie tv non si può mai abbassare la guardia. Mai.
Questa puntata credo ne sia l’esempio perfetto. Parte inizia calma, e così prosegue. Dopo i botti emotivi dello scorso episodio, è normale, forse addirittura necessario respirare un po’. Non possiamo pretendere sempre il massimo. Poi bastano un paio di dettagli, ma giusto due o tre, e il livello cambia. E cambia quasi radicalmente, quasi trasformando l’episodio nel più importante della serie.
Insomma, questa 3×06 non sarà tra le migliori puntate di Better Call Saul, ma sarà ricordata per sempre come quella in cui nasce Saul Goodman.
Ogni settimana ci interroghiamo su quale possa essere il momento che trasforma Jimmy in Saul. E fin dall’annuncio della creazione della serie, ci chiediamo come si possa realizzare un prequel di Breaking Bad. La risposta è semplice: dobbiamo sempre avere fiducia in Vince Gilligan, una fiducia che è si meritato.
Dopotutto, come dice un detto americano, il Diavolo è nei dettagli.
Saul è sempre stato uno showman, un personaggio sopra le righe, una figura invasiva e colorita. E’ quasi giusto che la sua introduzione sia invece l’opposto, ovvero inaspettata e non annunciata per quanto rumorosa. Attraverso un spot pubblicitario che tanto ama, senza che nemmeno Jimmy si accorga di essere diventato così. Eppure, ogni suo gesto di questa stagione lo sta portando sempre più verso Saul. Sia chiaro, che Jimmy lo voglio o meno, che Jimmy se ne accorga o meno.
E ogni dettaglio, appunto, ci sta portando sempre più verso Breaking Bad. A velocità sostenuta in questa stagione, c’è da ammetterlo. Questo episodio, dopo il focus tutto costruito sul duello tra fratelli della scorsa settimana, fa respirare l’intero cast corale. In un certo senso, posizione tute le pedine verso il finale di stagione. Chuck vuole ancora reagire. Nacho è ormai apertamente insofferente verso Salamanca. Gus studia piani per il futuro.
E inevitabilmente, è proprio Gus colui che ci ricongiunge di più a Breaking Bad. Perché l’ombra della costruzione del super-laboratorio che conosciamo benissimo, oppure il cameo minimale ma perfetto di Lydia, non possono non entusiasmare i fans di vecchia data. Ma nulla sembra costretto, nulla sembra posticcio: anche questi piccoli richiami sono organici e funzionali, soprattutto perché, oltre a stuzzicare i fans, sono mattoni importanti nel costruire il finale di stagione.
Perché questa sera è ancora Better Call Saul, e perché Jimmy è ancora il nostro protagonista, non Saul. Ci stiamo avvicinando a quella meta, senza più freni, ma pur cadendo nel cliché tocca ammettere che è il viaggio ad essere il più entusiasmante.
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Emanuele D’Aniello