“Le parole sono importanti” diceva una celeberrima battuta di Nanni Moretti.
Talvolta però, a guardar bene, non lo sono affatto, o quantomeno non sono fondamentali.
L’uso del non detto, del muto, dell’azione al posto dei dialoghi, e precisamente di un’azione silenziosa e guardinga, lo ha insegnato Breaking Bad e giustamente su tale scia prosegue Better Call Saul. Questo 2° episodio è quello in cui finalmente (ri)vediamo Gus Fring, eppure i fuochi d’artificio sono da un’altra parte.
Il silenzio è ancora il cuore dello show. E’ incredibile come le scene più ad alta tensione ed entusiasmanti della puntata siano le due senza dialoghi. E lungamente senza dialoghi. Quasi a citare la lunga sequenza del pedinamento muto di Vertigo, qui Mike compie un lunghissimo inseguimento senza proferire verbo, senza che nessun altro dica una sola parola, e come sempre trasmette ogni emozione con smorfie e una stanchezza che esce dallo schermo. Per la medesima strada va la scena di Jimmy da Los Pollos Hermanos (che bello rivederlo) in cui il suo appostamento è silenzioso, circospetto, necessariamente muto.
Sono due sequenze molto lunghe, che coprono 15 minuti su un totale di 50, e sono le meglio riuscite. Soprattutto, sono propedeutiche entrambe al finale.
Perché i botti arrivano, tranquilli. Ma saggiamente, l’impatto di un urlo o di un sentimento sopra le righe è molto più forte quando è costruito e preceduto da una calma apparente.
Il finale è l’esplosione emotiva, il momento in cui si cala il sipario, l’attimo in cui JImmy e Chuck non sono più fratelli, volontariamente. Percepiamo lampante l’indignazione di Chuck, più forte di ogni legame familiare, mentre praticamente il dolore di Jimmy ci è lanciato addosso. E’ questo il momento decisivo in cui Jimmy diventerà per sempre Saul Goodman? Ancora non lo sappiamo, ma molto probabilmente non sarà più il Jimmy che abbiamo conosciuto finora. Dopo aver strappato nel suo ufficio il nastro adesivo sul nuovo stemma con la stessa cura che Chuck gli consigliava, adesso Jimmy vede strapparsi, o si strappa da solo appunto, ogni legame familiare che gli rimaneva.
Le urla di Jimmy riecheggiano perché il silenzio, finora, è stata la matrice portante di questi due primi episodi di stagione. Quel silenzio in cui un personaggio come Gus Fring si è sempre mosso e diventato onnipotente (quasi, come sanno i fans di Breaking Bad). E la sua introduzione in questo episodio è appunto perfetta: nel silenzio, trafelato, come una normale comparsa, senza nessunissima entrata ad affetto. Da signore delle ombre quale è.
Ma è chiaro che ora con l’arrivo di Gus sulla scena e la rottura finale tra Jimmy e Chuck nulla sarà più come prima.
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Emanuele D’Aniello