La “Piccola guida gustosa ai Legumi del Lazio” di ARSIAL curata da Marco Panella, pregi e cultura delle piccole produzioni locali
Sempre discreti sulle nostre tavole, i legumi rappresentano una presenza costante della tradizione gastronomica. Tante sono le tipologie di questi piccoli regali della terra ad ogni regione d’Italia. Ognuno di questi omaggi incarna la tipicità di un territorio e ne esprime le tradizioni, tramandandone non solo i metodi di coltivazione ma soprattutto la gastronomia.

Sopravvissuti alla cucina usa e getta, sono i primi attori di piatti e ricette che anche nell’apparenza modesta, rappresentano spesso quel comfort food che fa sentire a casa propria. L’iniziativa si inserisce nel lavoro di valorizzazione delle risorse enogastronomiche, che la regione Lazio sta portando avanti negli ultimi anni con rinnovato impegno. Relativamente ai legumi il patrimonio è di tutto rispetto, ben 24 le diverse tipologie con una dop riconosciuta e tre presidi Slow Food. Solo i fagioli ne contano 17, testimoniando ricchezza e varietà del territorio Laziale.
La Guida rende omaggio a questi legumi citandone i riferimenti disseminati nella storia, che a partire dagli antichi oratori attraversano il tempo entrando nel vissuto quotidiano della nostra epoca.
Il curatore Marco Panella durante l’incontro ha condotto il viaggio culturale, disegnando un percorso che passa dall’utilizzo dei legumi per il gioco casalingo, come il tris o la tombola in versione preconsumistica, fino ai giochi in tv di Raffaella Carrà, rintracciandone la presenza in moltissime citazioni tra letteratura e cinema. Nel film “Il secondo tragico Fantozzi” Paolo Villaggio nei panni del ragionier Ugo, viene messo “in ginocchio sui ceci” reo di essersi addormentato alla proiezione aziendale, liberamente obbligatoria, de La Corazzata Potëmkin. Ma è il western all’Italiana che porta alla ribalta cinematografica i fagioli del Lazio. I film girati sui Monti Simbruini affermano come protagonista il proprio prodotto locale, creando dallo Spaghetti Western il sottogenere Fagioli Western. Cosiddetto B-movie e oggi Cult che vanta fans illustri, registi del calibro di Quentin Tarantino che lo omaggia anche nel finale del film Django. La Pellicola simbolo del genere è “Lo chiamavano Trinità” in cui Bud Spencer interpreta con Terence Hill scene memorabili, come quella in cui quest’ultimo divora un’intera padellata di fagioli, scarpetta inclusa.
La Compagnia del Pane ha ospitato la presentazione, proponendo per l’occasione alcune delle preparazioni selezionate nella guida e realizzate in stile finger food, accompagnate dai vini e dall’olio del Lazio come naturale abbinamento di territorio. Lenticchie di Rascino, Ceci dal Solco dritto di Valentano, Fagiolina di Arsoli con filetti di cotica, solo alcuni degli assaggi proposti e rappresentativi della tradizione gastronomica di altissimo livello dei Legumi del Lazio. Non inganni la apparente semplicità delle pietanze, ricette come la Passatina di Cicerchia di Campodimele con cicoria di campo, sanno vestire d’eleganza il palato e regalare inaspettate sfumature del gusto. Ingredienti straordinari che in mani sapienti si trasformano in piatti d’alta cucina.

Lo sanno bene i grandissimi chef che hanno accolto l’invito dell’Arsial proponendo nella guida un loro piatto. Accanto alle ricette popolari della tradizione, troviamo infatti le ricette degli stellati Andrea Fusco, Luciano Monosilio, Gianfranco Pascucci ed altri grandissimi chef di livello internazionale, sostegni importanti all’iniziativa. Secondo Antonio Rosati, amministratore dell’Ente, il valore del progetto sta nell’integrazione tra alimentazione, qualità e salvaguardia della tradizione, che insieme al turismo possono fornire un’ulteriore leva allo sviluppo di una regione dalle risorse ancora da valorizzare a pieno.
Bruno Fulco