Verdi drammatico: Oberto, Conte di San Bonifacio

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Verdi drammatico: Oberto, Conte di San Bonifacio

Parte oggi la rubrica dal titolo #CantaCheTePassa, dedicata all’opera lirica. Iniziamo con Giuseppe Verdi ed il suo Oberto, Conte di San Bonifacio.

Finalmente ci siamo decisi a far partire la rubrica dedicata alla riscoperta e alla divulgazione di un genere ormai, purtroppo, sempre più desueto in Italia: l’opera lirica.

Parleremo delle opere principali dei grandi compositori, seguendo l’ordine cronologico e lo sviluppo dello stile degli autori. Vi saranno inserti speciali con cronache di spettacoli operistici.

https://www.youtube.com/watch?v=6aQeI66px4w

Trama

Visto che siamo in terra italiana, apriamo le danze con Giuseppe Verdi. Le sue prime opere (ad esclusione della terza, cioè il Nabucco) sono altamente sconosciute.

La prima in assoluto è Oberto, Conte di San Bonifacio, andata in scena nel 1839 al Teatro alla Scala di Milano con libretto di Antonio Piazza e Temistocle Solera. La storia narra del legame tra Leonora e Riccardo, Conte di Salinguerra, il quale poi s’innamora di Cuniza. Il padre di Leonora, Oberto, Conte di San Bonifacio, giura vendetta. Essi dichiareranno tutta la verità a Cuniza, la quale si schiera totalmente dalla loro parte. Seguirà un duello durante il quale Riccardo ucciderà Oberto. A seguito di questo fatto, Leonora, sentendosi responsabile, si chiude in convento e Riccardo, pentitosi, si autoesilia.

Stile

Subito si nota in quest’opera delle caratteristiche tipiche delle opere verdiane: il taglio subito drammatico ed incisivo, il furore del primo Verdi e la figura del padre.

I suoi padri sono amorevoli, orgogliosi ed anche, come vedremo più avanti, ipocriti, ma è una figura centrale nella sua poetica. Lo stile di quest’opera di un compositore ventiseienne è ancora quello legato alle opere primo-ottocentesche, dominate dalla cosiddetta “forma chiusa”, cioè un pezzo con un principio ed una fine ben preciso. La forma chiusa del primo ottocento prevedeva recitativo, la vera e propria aria (il dispiegamento melodico) e la cosiddetta “cabaletta” (chiusura del pezzo con un tema più allegro, genericamente ripetuto due volte con interventi del coro e variazioni nella seconda parte, dove in genere i cantanti eseguono una puntatura finale, cioè l’acuto, spesso non scritto, ma questo è un argomento che affronteremo più avanti). L’insieme di recitativo, aria e cabaletta si chiama “cavatina“.

Giuseppe Verdi, in questa prima opera, pur rifacendosi a schemi già esistenti, inserendo anche concertati (i pezzi d’assieme spesso in chiusura d’atto) molto balzandosi, dimostra già il suo genio con pezzi dall’accompagnamento molto delicato e puro ed una delle romanze più belle per tenore, l’aria del pentimento di Riccardo, Ciel, che feci, dove domina un’altro aspetto tipico verdiano, la “parola scenica“. Lui sarà tormentato, durante tutta la sua esistenza, proprio dal dramma. La musica doveva servire l’azione. Ed ecco, in quest’opera, i primordi del genio bussetano.

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Performance

L’opera viene di rado rappresentata ma ci sono casi di grandi cantanti che l’hanno messa in repertorio, come nel video da noi messo sopra con un grande giovane basso nel ruolo di Oberto dal nome di Ildar Abrazakov, dotato di una voce morbida e vellutata, in un’esecuzione dal vivo a Bilbao del 2007 con un giovane ma vigoroso direttore, Yves Abel, ascolto che consiglio vivamente per apprendere il talento di questo mostro che tutto il mondo c’invidia.

Vi aspetto giovedì prossimo con la prima opera gioiosa di Verdi, Un giorno di regno, scritta mentre stava morendo la moglie Margherita, dopo che nel 1838 ebbero già perso i figli Virginia ed Icilio Romano.

Marco Rossi

@marco_rossi88

 

(La foto di copertina  è tratta da www.giuseppeverdi.it mentre la seconda foto è di Federico Buscarino e rappresenta lo spettacolo curato da Pier’ Alli al Teatro degli Arcimboldi di Milano nel 2001)

Marco Rossi
Storico dell'arte e guida turistica di Roma, sono sempre rimasto affascinato dalla bellezza, ed è per questo che ho deciso di studiare Storia dell'Arte all'Università. Nel tempo libero pratico la recitazione. Un anno fa incontrai per caso Alessia Pizzi ed il suo team e fu amore a prima vista e mi sono buttato nella strada del giornalismo. Mi occupo principalmente di recensioni di spettacoli e di mostre, concerti di musica classica e di opere liriche (le altre mie grandi passioni)

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