Continua senza freni l’avventura di #CantaCheTePassa con il primo titolo in francese di Giuseppe Verdi. È la sua meravigliosa Jérusalem.
La vita operistica di Giuseppe Verdi è un fiume in piena. La cavalcata di #CantaCheTePassa continua con la prima opera che Giuseppe Verdi ha scritto per la lingua francese: Jérusalem. Essa si tratta di un rifacimento de I Lombardi alla prima crociata, di cui già parlammo, con il libretto di Alphonse Royer e Gustav Vaëz andato in scena il 26 novembre 1847 all’Opera National de Paris.
La trama
Gaston è innamorato di Hélène, figlia del Conte di Tolosa. Il loro matrimonio sopirebbe antichi rancori tra le famiglie. Al giuramento di nozze partecipa anche Roger, fratello del Conte di Tolosa, incestuosamente innamorato della nipote. Egli decide di far uccidere l’odiato Gaston. Durante una cerimonia alla quale un legato papale dà al Conte di Tolosa il comando dei crociati francesi, si mette in opera l’assassinio. Ad essere colpito sarà, per errore, proprio il Conte di Tolosa. Gaston viene accusato e condannato all’esilio. La storia si sposta in Palestina. Roger, schiacciato dai sensi di colpa, vive come un monaco eremita in una grotta. Giunge Hélène, la quale non riconosce lo zio e scopre che il suo amato Gaston è prigioniero dell’emiro. In quel momento arrivano anche i crociati, capitanati dal Conte di Tolosa. Esso infatti è sopravvissuto all’omicidio organizzato dal fratello. Roger lo riconosce ma, senza farsi riconoscere, chiede di combattere insieme ai crociati.
Hélène ritrova nelle prigioni il suo amato Gaston. Egli riesce a liberarsi e a portare in salvo la sua amata. I fatti precipitano: viene emessa la condanna a morte per Gaston, ma l’esercito crociato vince le battaglie soprattutto grazie ad uno sconosciuto guerriero. Egli si rivela: è proprio Gaston, venuto a chiedere giustizia. In quel momento arriva Roger morente. Sentendo la morte prossima, svela tutta la verità e muore guardando la città di Gerusalemme liberata.
Lo stile
Ovviamente vi sono molti motivi musicali simili, se non uguali, a I Lombardi alla prima crociata. Nella Jérusalem l’aria La mia letizie infondere diventa Je veux encore entendre. L’opera presenta dei momenti veramente grandiosi e bellissimi come i Ballabili del III atto ed il coro finale A toi gloire, ô Dieu de victoire. Giuseppe Verdi è geniale anche nel descrivere tutti gli stati d’animo dei vari personaggi, come la perfidia e la rabbia di Roger nel primo atto con l’aria Oh, dans l’ombre, dans le mystère, ma anche la dolcezza e la grandiosità del terzetto dell’ultimo anno Dieu nous separe.
Dovendo consigliare un’edizione discografica della Jérusalem, direi che si deve passare assolutamente per quella diretta magnificamente (non ci sono altre parole), da Fabio Luisi nel 2000 con l’Orchestre de la Suisse Romande e il Choeur du Grand Théâtre de Genève con Marcello Giordani, un bellissimo Gaston dalla voce forse un po’ sfocata in alto, l’autorevole Conte di Tolosa di Philippe Rouillon, la bellissima voce di Roberto Scandiuzzi come Roger e la bravissima Marina Mescheriakova come Hélène.
Ci vediamo giovedì prossimo con Il corsaro!
Verdi piratesco, amoroso e acceso nelle passioni: Il corsaro
Marco Rossi
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