Oggi #CantaCheTePassa ci parla dell’ultimo capolavoro di Giuseppe Verdi, un addio alla vita disincantato e comico: Falstaff.
Con il Falstaff Giuseppe Verdi sembra invitarci a non prenderci troppo sul serio. L’opera, su libretto di Arrigo Boito tratto da Le allegre comari di Windsor e dall’Enrico IV di William Shakespeare, andò in scena per la prima volta il 9 febbraio 1893 al Teatro alla Scala di Milano. Giuseppe Verdi avrebbe compiuto a ottobre di quell’anno 88 anni.
La trama
Siamo nell’Osteria della Giarrettiera a Windsor. Il vecchio e panciuto cavaliere Falstaff vuole conquistare le due belle e ricche dame Alice e Meg, e ingaggia i suoi due cavalieri, Bardolfo e Pistola, i quali rimangono sconcertati di tutto ciò e rifiutano. Le due donne rimangono sdegnate di tutto ciò. Anche il marito di Alice, Ford, è estremamente geloso. All’insaputa del marito, Alice invita Falstaff a presentarsi a casa sua “dalle due alle tre“. All’insaputa della moglie, Ford si presenta a Falstaff in incognito come il Signor Fontana e viene a scoprire dell’appuntamento di Falstaff con la moglie. Non sapendo che era una trappola, egli si presenta a casa pazzo di gelosia. Le donne sono costrette a nascondere Falstaff in una cesta ed a buttarlo giù dalla finestra.
Al povero cavaliere viene giocato un altro scherzo. La comare Quickly lo invita a presentarsi nel bosco vestito da Cavaliere Nero. Tutti gli altri saranno vestiti da nani, folletti e fate. Il povero Falstaff sarà tormentato e torturato e dovrà confessare tutti i suoi peccati. Solo quando il velo di Bardolfo cade capirà di essere stato tratto in inganno. In quel momento si deve celebrare il matrimonio voluto da Ford di sua figlia Nannetta con il Dott. Cajus. Ma ecco che anche Ford viene ingannato. Con una stratagemma di Alice, il Dott. Cajus sposerà Bardolfo e Nannetta il suo vero amore, il giovane Fenton. Ford si convince della bontà dell’unione e Falstaff (orgoglioso in quanto senza di lui non sarebbe successo niente) invita tutti a cantare. Si andrà poi tutti insieme a mangiare in quanto “Tutto nel mondo è burla”.
Lo stile
Giuseppe Verdi, in quest’opera, abbandona il suo dramma. La musica è gioiosa, spumeggiante ed effervescente come un vulcano in eruzione. Basta solo sentire il primo atto per accorgersene. Ma la musica del Falstaff è anche raffinatissima ed elegante, come nel serenata di Fenton Dal labbro il canto estasiato vola. Il finale Tutto nel mondo è burla è un inno alla gioia di vivere, a prendere sempre questa vita con leggerezza.
Tra le edizioni dell’opera ve n’è una che non deve assolutamente mancare nelle vostre rastrelliere. Si tratta di quella diretta dall’immenso Leonard Bernstein (una vera forza della natura) nel 1966 con i Wiener Philharmoniker ed il Wiener Staatsopernchor. I cantanti sono Dietrich Fischer-Dieskau (Falstaff), Rolando Panerai (Ford) Ilva Ligabue (Alice), Grazietta Sciutti (Nannetta), Regina Resnik (Quickly), Hilde Rössl-Majdan (Meg), Juan Oncina (Fenton), Gerhald Stolze (Dott. Cajus), Murray Dickie (Bardolfo) ed Erich Kunz (Pistola).
Marco Rossi
(La foto di copertina è di Marco Brescia & Rudy Amisano – Teatro alla Scala di Milano 2017 mentre la seconda foto è di Catherine Ashmore – Royal Opera House, Covent Garden Londra 2012).