I valori che contano (avrei preferito non scoprirli): la recensione
Diego De Silva torna in libreria con un’altra avventura dell’avvocato di insuccesso, Vincenzo Malinconico, raccontata ne I valori che contano (avrei preferito non scoprirli) pubblicato da Einaudi.
Il romanzo si apre con l’avvocato che, tanto per cambiare, sta vivendo una situazione paradossale, assurda e alquanto imbarazzante.
Una giovane donna in mutande, che assomiglia a Pippi calzelunghe, chiede ospitalità a Malinconico per fuggire a una retata anti-prostituzione effettuata dai Carabinieri nell’appartamento di sopra.
Quindi si scoprirà, qualche pagina più avanti, che la ragazza è la figlia del sindaco e di qui partirà tutta la vicenda giudiziaria che farà soltanto da contorno alla narrazione principale, quella riguardante l’inettitudine di Vincenzo Malinconico.
Malinconico è un uomo che gode della sua inettitudine.
Non fa nulla per migliorare la propria condizione, perché nella sua condizione ci sguazza grazie al senso dell’umorismo e l’autoironia.
Ed è per questo che il lettore lo ama.
Di sé l’avvocato dice:
Mi chiamo Vincenzo Malinconico. Avvocato. Piú che di grido, direi di gemito. Ho cinquant’anni. Due figli. Alagia e Alfredo. Nives, la mia ex moglie, è una psicologa affermata. È una delle ragioni per cui ci siamo lasciati. Alfredo l’ho fatto con lei. Alagia ce l’aveva già, quando l’ho incontrata. Anche lei è mia figlia. Dopo Nives ho amato tanto un’altra donna, che ho perso, come quasi tutte le donne che ho avuto. Ho un talento, nell’essere stato amato. Ora ho una storia con un’altra, che in una sfuriata di gelosia mi ha buttato fuori dalla macchina, e sono giorni che non mi chiama. È fatta cosí, vuole sempre avere ragione. E poi mi tiene sull’uscio. Ma credo che si stia innamorando, perché non me ne passa una. E anch’io, perché gliele passo tutte. Sapete? […]mi accorgo che è tutta qui, la mia biografia.
Malinconico non eccelle in nessun campo:
- nel lavoro non è un avvocato richiesto, tanto che la sua segreteria gli ricorda che “dalla sua agenda si direbbe che è libero per i prossimi sei mesi”;
- in amore ha collezionato una serie di fallimenti sentimentali (incluso un matrimonio);
- come genitore non si sente bravo.
Dirà:
Ovvia conseguenza della mia inettitudine genitoriale è che Alfredo non solo non perde l’abitudine (di non rispondere al telefono ndr), ma si sente autorizzato a conservarla, facendomi rodere il fegato (con
il mio consenso, neanche tacito ma addirittura espresso) ogni volta. Perché non c’è volta che prenda il telefono per chiamarlo che non mi senta chiudere lo stomaco all’idea che non mi risponderà.
I valori che contano (avrei preferito non scoprirli) è un libro che si divora letteralmente, perché è impossibile non affezionarsi al filosofo Vincenzo Malinconico, impacciato, inetto e “sfigato”.
De Silva coinvolge il lettore emotivamente a trecentosessanta gradi: fa ridere, fa piangere, emoziona.
I valori che contano (avrei preferito non scoprirli) rientra a pieno titolo nella categoria dei libri da leggere quest’estate sotto l’ombrellone.
Valeria de Bari