Il “Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano” festeggia 50 anni e Nero Edizioni ha pubblicato un almanacco contenente i primi tredici numeri della rivista del movimento. Ma procediamo con ordine.
L’associazione
Fuori! (acronimo di Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano) è stata un’associazione, inizialmente di stampo marxista, nata negli anni settanta e dedita alla lotta per i diritti degli omosessuali. Poneva la questione omosessuale all’interno del conflitto classista tra borghesi e proletari.
Fondata nella primavera del 1971 a Torino dal libraio Angelo Pezzana insieme ad altri attivisti e operante fino al 1982, fu la prima grande associazione gay italiana.
La goccia che fece traboccare il vaso e fece nascere il movimento fu l’apparizione sul quotidiano torinese La Stampa di un articolo del Professor Andrea Romero, primario neurologo, dal titolo “L’infelice che amava se stesso” nel quale si attribuivano responsabilità genitoriali e sociali all’omosessualità dei propri figli.
In questo articolo veniva anche citato un testo di Giacomo Dacquino, psicoterapeuta del tempo, il quale raccolse anni di terapia svolta con un ragazzo omosessuale e ne pubblicò un libro dimostrandone la cura possibile attraverso le pratiche di conversione psicoanalitiche.
Di tutta risposta, Angelo Pezzana inviò una lettera alla redazione de La Stampa firmata da lui e da altri suoi compagni mostrando stanchezza verso la pubblicazione di certi testi.
La Stampa rispose a questa lettera chiudendo ogni tipo di comunicazione e palesando il totale disinteresse nel trattare temi omosessuali. La lettera di Pezzana non venne pubblicata e di lì a poco nacque “Fuori!”
La rivista
La rivista venne pubblicata dal 1972 fino al 1982, con periodicità varia. Un progetto editoriale unico e avanguardista nello scenario italiano.
Una storia, quella della rivista, che vede prendere potere sul piano linguistico e su quello dell’ autodefinizione, «per via delle molte e fulminanti invenzioni grafiche e linguistiche che contiene, genialmente anticipatrici di alcuni tra i diorami digitali realizzati in decenni assai successivi», come specificato nella nota introduttiva.
Angelo Pezzana si enunciava sul primo numero del Fuori! rivendicando i propri diritti:
«Noi oggi rifiutiamo quelli che parlano per noi. […] Per la prima volta degli omosessuali parlano ad altri omosessuali. Apertamente, con orgoglio, si dichiarano tali. Per la prima volta l’omosessuale entra sulla scena da protagonista, gestisce in prima persona la sua storia […]. Il grande risveglio degli omosessuali è cominciato. È toccato a tanti altri prima di noi, ebrei, neri (ricordate?), ora tocca a noi. E il risveglio sarà immediato, contagioso, bellissimo.»
Le prime stampe vennero distribuite nei bagni pubblici, nei parchi, nei luoghi di battuage torinese e sempre più omosessuali si avvicinavamo all’associazione creando gruppi sparsi in diverse parti d’Italia.
In principio veniva pubblicata come mensile di liberazione sessuale e venduta nelle librerie e nelle edicole in circa 8.000 copie.
Dal 1973, per ragioni finanziarie, diventò un quadrimestrale venduto nelle sole librerie. In dieci anni i numeri pubblicati sono stati trentadue. Tra i membri del comitato di redazione della rivista vi erano Mariasilvia Spolato, Mario Mieli e Alfredo Cohen.
Di certo, gli attivisti della rivista non mancarono di esporsi e manifestare pubblicamente.
La prima uscita avvenne il 5 aprile 1972, a Sanremo, con la contestazione del “I Congresso Italiano di Sessuologia a Sanremo”. Le associazioni arrivarono da tutta Europa per far sentire la loro voce.
Fu definita «la Stonewall italiana», la prima manifestazione in Italia contro l’omofobia e ritenuta da altri il primo «Gay pride» nazionale, per manifestare l’orgoglio omosessuale.
Ma dal 1972 emersero le prime difficoltà finanziarie che portarono Angelo Pezzana ad avviare una stretta collaborazione politica con il Partito Radicale condividendone, negli anni a seguire, programma e ideologia.
Per la prima volta in Italia, cittadini dichiaratamente omosessuali furono candidati alle elezioni nel 1973.
La collezione completa della rivista è depositata presso l’Archivio Centrale dello Stato a Roma oltre che presso la Fondazione Sandro Penna di Torino.
La presentazione dell’Almanacco “Fuori!!!”
Qualche settimana fa presso la Fondazione Feltrinelli di Milano, si è tenuta la presentazione dell’almanacco Fuori!!!
La raccolta dei primi tredici volumi di “Fuori!” che ha segnato l’inizio di una storia d’amore bellissima tra gli omosessuali e le battaglie per i loro diritti.
Carlo Antonelli, produttore culturale e curatore e Francesco Urbano Ragazzi, curatore del volume, hanno scelto di catalogare in questo almanacco solo 13 delle edizioni (sul totale di 32, prima che l’esperienza si concludesse nel 1982), in un unico almanacco con riproduzioni fotostatiche dei cartacei originali, cristallizzando il periodo dal ’71 al ’74, quando il fronte era davvero unitario e ne raggruppava donne, uomini e transessuali.
Il tredicesimo numero presente nel volume fu redatto da sole donne lesbiche del movimento, che fecero nascere FUORI!DONNA.
La presentazione dell’almanacco, recuperabile sul canale Youtube, è stata introdotta da Max Tarantino, direttore della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e condotta dai curatori.
Prezioso l’intervento di Giorgio Bozzo, autore e produttore, ideatore del podcast “Le radici dell’orgoglio”, che racconta cinquant’anni del movimento LGBTQ+ in Italia. Un lavoro storico divulgativo, accettato e seguito piacevolmente da chiunque.
Nel suo intervento, rivendica il significato della parola ORGOGLIO riconducendola ad un significato prettamente storico.
Per lui, quelle pagine di storia non solo rimandano al sapore di un’epoca vissuta ma restituiscono ma la bellezza di chi ha rivoluzionato un modo di pensare e di lottare contro una società eteronormativa e fallocentrica.
Durante la presentazione sono intervenuti anche Elisa Cuter, scrittrice e ricercatrice (da Berlino), Marco Scotini del Department Head di NABA e Direttore Artistico di FM Centro per l’arte contemporanea ed Elvira Vannini, fondatrice di Hotpotatoes.it.
All’interno dell’almanacco i contributi risultano preziosissimi: La Pagina di Nanda appartenente ai primi numeri, con i reportage sulla comunità omosessuale, i “diari” di viaggio di Mario Mieli da “Marocco miraggio omosessuale”, pagine dedicate al travestitismo e alla transessualità con il contributo di Monica Galdino Giansanti (che tralaltro rivendicò l’accezione di travestito), il contributo di Alfredo Cohen, poeta e cantautore, autore tra le altre cose della prima versione di Alexander Platz resa famosa da Battiato e Milva. Ma ancora: l’attivista ecofemminista Françoise d’Eaubonne, amica di Simone de Beauvoir.
All’interno dell’almanacco si potrà notare come in calce ad ogni rivista pubblicata vi erano lettere scritte da lettori in cui raccontavano la loro tormentata e difficile quotidianità restituendo al lettore, o quanto meno a me, la sofferenza della discriminazione e l’orgoglio, lo stesso di cui parlava Giorgio Bozzo, di appartenere ad una comunità.
Interessanti sono anche le ultime pagine di ogni numero titolate “Soccorso verde”: un elenco, via via sempre più numeroso, delle prime sezioni del movimento sparse in Italia.
Un almanacco quindi che celebra, con una bomba disegnata in copertina, l’esplosione del movimento culturale e sociale fatta di persone e di eroi rivoluzionari che hanno fatto nascere un movimento che tutt’ora esiste, combatte e lotta per vedere riconosciuti i proprio diritti.
Tanta strada è stata fatta, ma tanta ancora ce n’è da fare.
Francesca Sorge