Charles Dickens in pillole | Classici della letteratura inglese

Charles Dickens è uno dei più famosi autori inglesi di sempre. Ecco uno sguardo sulla sua vita, sul contesto storico e sulle sue opere più importanti.

Vita

Figlio di un impiegato della Marina inglese, Charles Dickens apparteneva alla classe media fino a quando, bruscamente, i cambiamenti nella situazione finanziaria della famiglia lo costrinsero a lavorare per qualche tempo in una fabbrica di scarponi. Nonostante Dickens alla fine riuscì a tornare a scuola, trovò l’esperienza in fabbrica incredibilmente traumatica e ne fece tesoro quando iniziò a guadagnarsi da vivere come scrittore, prima come giornalista e poi, dopo la pubblicazione del 1836 di The Pickwick Papers, come romanziere.

Contesto storico

I romanzi di Dickens sono diventati sinonimo dell’epoca vittoriana nella letteratura inglese (che va all’incirca dal 1830 al 1900 e coincide con gli effetti culturali del regno della regina Vittoria in Inghilterra e l’Impero inglese). Ma l’epoca vittoriana fu un momento importante per il romanzo in generale: molte riviste serializzavano opere di prosa e l’aumento dei livelli di istruzione fece sì che molti di più nelle classi medie leggessero romanzi come passatempo.

L’espansione dell’Inghilterra

L’epoca vittoriana segna in Inghilterra una serie di cambiamenti politici, economici e sociali. L’Inghilterra era il gioiello della corona di un impero “sul quale il sole non tramontava mai”, il che significa che si estendeva in gran parte del mondo conosciuto, comprese l’Australia e la Nuova Zelanda, il subcontinente indiano e parte dell’Africa. Londra non era solo un fulcro per lavoratori, scrittori, artisti e pensatori inglesi: era la metropoli che il mondo non aveva mai visto.

Gli effetti della rivoluzione industriale

Le innovazioni tecnologiche che diedero origine alla Rivoluzione Industriale tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo introdussero la prima economia capitalista, aprendo opportunità sociali e finanziarie a persone che non avevano mai avuto la possibilità di guadagnare status o ricchezza sotto la rigida gerarchia di classe ereditaria del passato.

Queste opportunità permisero a chi apparteneva a una classe inferiore di aumentare la sua posizione nella società arricchendosi e istruendosi; in molti casi, tuttavia, favorì una crescente povertà della classe operaia, poiché i proprietari delle fabbriche approfittarono del proprio successo e della crescente domanda di lavoro maltrattando i loro operai. I sindacati iniziarono a prendere piede, ma non sempre riuscivano a combattere gli abusi dei produttori. Uno dei problemi principali era sicuramente il lavoro minorile.

Opere

Oliver Twist

Oliver Twist è una critica sociale alle leggi sulla povertà in Inghilterra che costringevano le famiglie povere a lavorare in workhouses simili a quelle di una prigione. Raccontando le condizioni sui posti di lavoro, Dickens aiutò la causa: aveva mostrato che erano esseri umani e che, in quel momento, non erano trattati come tali.

La descrizione di Dickens delle workhouses serve anche a dimostrare che le leggi sui poveri non erano solo disumane, bensì generavano povertà piuttosto che fornirne un rimedio. La workhouse non insegna nulla a Oliver e agli altri e li nutre così poco che si ammalano e muoiono. L’obiettivo del romanzo, quindi, non è solo quello di descrivere la povertà inglese, ma è anche quello di cambiare attivamente la percezione sia della povertà sia del senso generale della società vittoriana, che credeva di star aiutando la causa.

Il tema del bene contro il male ha un ruolo centrale in Oliver Twist. Questo tema può essere visto nella giustapposizione di Oliver Twist e dei suoi amici in contrasto a Fagin e i ladri. I cattivi come Sikes, Fagin e Monks hanno poche, se non nessuna, qualità positive o redimibili. Si vedono solo commettere atti di criminalità, abusi e sotterfugi. Sebbene gli vada bene per un po’ di tempo grazie allo sfruttamento dei deboli e degli indifesi, i personaggi malvagi incontreranno tutti il giusto destino: Sikes e Fagin muoiono per i loro crimini, e l’avidità e la dissolutezza di Monks lo portano a una pietosa fine.

Great Expectations (Grandi Speranze)

Great Expectations segue l’infanzia e la giovinezza di Pip, apprendista fabbro in un villaggio di campagna. Improvvisamente entra in possesso di una grande fortuna da un misterioso benefattore e si trasferisce a Londra dove entra nell’alta società. Man mano che cresce, Pip si trasforma gradualmente in un uomo dalle grandi speranze: qualcuno che aspira a diventare un gentiluomo, colto e ben educato, così da poter chiedere all’amata Estella di sposarlo senza ripensamenti o esitazioni. Alla fine, Pip si rende conto che la maturità emotiva è altrettanto importante della maturità mentale e fisica; per essere un essere umano decente, si deve prima determinare la propria morale e vedere sia le proprie virtù che i propri vizi. Aspirare a essere una brava persona è molto più onorevole e nobile che aspirare a essere un gentiluomo rispettato.

Dickens esplora la struttura sociopolitica e il clima nell’Inghilterra vittoriana e mette in mostra le ovvie differenze tra gli stili di vita dei ricchi e dei poveri. Il tema delle differenze di classe è collegato al messaggio principale del romanzo, poiché l’idea di Dickens era quella di aiutare i lettori a capire che le ricchezze non sono nulla rispetto all’amore, alla gentilezza e alla generosità.

L’autore critica apertamente il sistema legale britannico e lo ritiene ingiusto, corrotto e senza scrupoli. L’intenzione di Dickens era quella di dipingere un quadro realistico della situazione giuridica nell’Impero britannico, che era tutt’altro che ideale. Pip si rende conto che deve la maggior parte della sua ricchezza e del suo status a Magwitch, un umile criminale, e inizia a capire come la sua ignoranza ed egoismo lo abbiano accecato e costretto a dimenticare la sua umanità e a ignorare il valore e le virtù di Magwitch.

Hard Times (Tempi Difficili)

Hard Times suggerisce che l’eccessiva industrializzazione dell’Inghilterra del diciannovesimo secolo minaccia di trasformare gli esseri umani in macchine ostacolando lo sviluppo delle loro emozioni e della loro immaginazione. Questo suggerimento viene in gran parte attraverso le azioni di Gradgrind e del suo seguace, Bounderby: mentre il primo educa i bambini della sua famiglia e della sua scuola nei modi di fatto, il secondo tratta gli operai nella sua fabbrica come oggetti privi di emozioni che possono essere facilmente sfruttati per il proprio interesse. Nel capitolo 5 del primo libro, il narratore traccia un parallelo tra la fabbrica Hands e i bambini Gradgrind: entrambi conducono esistenze monotone e noiose. Di conseguenza, le loro fantasie e i loro sentimenti sono offuscati e diventano essi stessi quasi meccanici.

Gli effetti di meccanizzazione dell’industrializzazione sono aggravati dalla filosofia dell’interesse personale razionale di Mr. Gradgrind, che crede che la natura umana possa essere misurata e governata interamente da regole razionali. La sua scuola, infatti, cerca di trasformare i bambini in piccole macchine che si comportano secondo tali regole.

L’obiettivo principale di Dickens in Hard Times è quello di illustrare i pericoli di permettere agli umani di diventare come macchine, suggerendo che senza compassione e immaginazione, la vita sarebbe insopportabile.

Fonti: Litcharts e Sparknotes

Veronica Bartucca

Non perderti l’uscita precedente della rubrica sui classici della letteratura inglese:

Studentessa magistrale di American Studies. Ama la letteratura americana, cantare a squarciagola le canzoni dei suoi film musical preferiti e guardare sit-com. Su CulturaMente cura la rubrica Dosi di Eroine sulle eroine della letteratura e Classici della letteratura inglese in pillole!

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