Louise Glück: cosa ha scritto il Premio Nobel per la Letteratura 2020

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Eccoci qui riuniti a festeggiare il Nobel per la Letteratura 2020: e se anche voi siete tra quelli che – quando hanno letto il nome – si sono chiesti chi caspita sia Louise Glück, vi forniamo subito la dose di cultura che state aspettando per non fare brutta figura nei salotti letterari!

Louise Glück, i premi

Louise Elisabeth Glück, classe 1943 è originaria di New York, insegna poesia all’università di Yale e il Nobel 2020 è solo uno dei tanti premi che ha ricevuto per i suoi lavori di poetessa e saggista.

  • Nel 1993 ha vinto il Premio Pulitzer per la poesia per la sua raccolta The Wild Iris
  • Nel 2014 ha vinto il National Book Award per la poesia
  • Nel 2003 è stata insignita del prestigioso titolo di poeta laureato degli Stati Uniti
  • Nel 2020 Louise Glück vince il Premio Nobel per la Letteratura  “per la sua inconfondibile voce poetica che con l’austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”.

I temi principali affrontati nelle sue poesie sono il trauma, che spesso conduce a un miglior apprezzamento dell’esistenza, e la natura. Molto interessante il commento dello studioso Daniel Morris che sottolinea come Louise Glück non sia etichettabile, ma anzi resista “alla canonizzazione come poeta con trattino (cioè come un poeta “ebreo-americano”, o un poeta “femminista”, o un poeta “della natura”), preferendo invece mantenere un’aura di iconoclastia, o di mezzo”.

Louise Glück, le poesie

Se non avete mai letto una poesia di Louise Glück, gli Spacciatori di Cultura sono pronti a leggerle per voi. Abbiamo scelto “Tramonto” ed “Aprile” in modo del tutto soggettivo. Speriamo apprezzerete la nostra scelta.

Tramonto

La mia grande felicità
è il suono che fa la tua voce
chiamandomi anche nella disperazione; il mio dolore
che non posso risponderti
in parole che accetti come mie.

Non hai fede nella tua stessa lingua.
Così deleghi
autorità a segni
che non puoi leggere con alcuna precisione.

Eppure la tua voce mi raggiunge sempre.
E io rispondo costantemente,
la mia collera passa
come passa l’inverno. La mia tenerezza
dovrebbe esserti chiara
nella brezza della sera d’estate
e nelle parole che diventano
la tua stessa risposta.

Aprile

Nessuna disperazione è come la mia disperazione…

Non avete luogo in questo giardino
di pensare cose simili, producendo
i fastidiosi segni esterni; l’uomo
che diserba cocciuto tutta una foresta,la donna che zoppica, rifiutando di cambiar vestito
o lavarsi i capelli.

Credete che mi importi
se vi parlate?
Ma voglio che sappiate
mi aspettavo di più da due creature
che furono dotate di mente: se non
che aveste davvero dell’affetto reciproco
almeno che capiste
che il dolore è distribuito
fra voi, fra tutta la vostra specie, perché io
possa riconoscervi, come il blu scuro
marchia la scilla selvatica, il bianco
la viola di bosco.

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