Tracy Eboigbodin vince MasterChef 11 con “L’abbraccio”: intervista dopo la finale

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La sfida culinaria più seguita d’Italia, alla sua undicesima edizione, è giunta alla sua conclusione. A vincere il cooking show prodotto da Endemol Shine Italy per Sky Uno/+1 e on demand, è Tracy Eboigbodin, 28 anni. La giovane aspirante chef ci ha “deliziati” con il suo menù dal titolo evocativo “L’abbraccio“. Ha voluto ridarlo a tutti i suoi compagni di viaggio, la sua famiglia, ha più volte detto Tracy. Un gesto che, forse, troppo spesso viene dato per scontato, ma che in realtà esprime molto di più di quanto possiamo credere.

A proclamare la vittoria di Tracy, uno chef Locatelli particolarmente commosso. Del resto, durante quasi tutto il percorso del programma, lo chef ha sempre manifestato simpatia per la giovane aspirante chef e ha sempre assunto nei suoi confronti quasi il ruolo di papà.

L’ultima puntata del 2022

La puntata di giovedì 3 marzo di MasterChef 11, si è aperta con una mistery box molto particolare…tutta al “vegetale”! Come ospite, lo chef pluristellato, Enrico Crippa (del ristorante Piazza Duomo ad Alba). Ad essere al centro di questa prova oltre, ovviamente, agli chef, sono state le materie prime, la loro essenza. A vincere questa sfida in cui gli aspiranti chef sono stati chiamati ad ispirarsi alle opere culinarie di Enrico Crippa, pur mantenendo vive le loro radici e la loro “casa”, è stato Carmine. Il giudizio è stato unanime. La sua “parmigiana” rivisitata e “‘mbuttunata” ha lasciato tutti senza fiato e ha convinto davvero tutti. Persino chef Barbieri è arrivato a dare un 8 pieno come voto. Carmine vola, così, dritto così in balconata: è il primo finalista di MasterChef 2022.

Dopo ogni mistery, si sa, c’è un invention test! Ed è l’ultima prova di questo programma, prima della sfida finale. Come ospite d’eccezione, un self made man, così lo definiscono i tre chef della giuria. Si tratta di Andreas Caminada (titolare dell’Hotel Ristorante Schloss Schauenstein in Svizzera). A soli 33 anni ha saputo realizzare un vero e proprio miracolo. Ha trasformato la sua piccola località in Svizzera in una location culinaria di eccezione. Lo chef stellato ha dichiarato che il suo segreto è stato la sua passione. Quest’ultima è stata alla base di tutto. I 4 aspiranti chef, Lia, Carmine, Tracy e Christian hanno dovuto scrivere i loro ingredienti preferiti in cucina su un piccolo quaderno. Lo chef Andreas Caminada, sulla base delle loro preferenze, ha capito quale tipologia di piatto assegnare ad ognuno di loro. A vincere questa prova, Tracy: ha saputo ricreare un piatto dai sapori della sua Terra, l’Africa e ha fatto sognare ad occhi aperti lo chef Caminada. Lia, invece, ha dovuto lasciare il programma, ad un passo dalla finale.

I dati di share

L’ultima puntata è andata davvero alla grande. Una media di 856 mila gli spettatori che sono stati davanti al piccolo schermo e 4% di share.

Con questi dati davvero positivi, il cooking show ha chiuso con una media complessiva di stagione di 800 mila spettatori medi e oltre 1.8 milioni nei 7 giorni.

La sfida finale

La sfida si apre con i 3 finalisti: sono le nuove generazioni, sono il volto dell’Italia. Così ci vengono presentati dai 3 giudici.

Christian

Christian presenta per primo il suo menù a 4 portate, “La mia storia e la mia cucina“. L’antipasto è Primo giorno di festa, un carpaccio di cervo con crema di rapa bianca, pane di farro al miele e birra rossa, salicornia, insalata riccia e basilico; a seguire, come primo, La scoperta del pomodoro, ravioli con ripieno liquido di brodo di pomodori, cagliata di capra, olio alle erbe e buccia di pomodoro essiccata; come secondo, Marco Pierre White, un carré di agnello in crepinette di salsiccia di Bra, ratatouille scomposta e crema di zucchine e basilico per 

«raccontare il momento storico in cui la cucina è passata dall’essere la semplice preparazione di alimenti al diventare simbolo della cultura di un popolo. Non potevo non citare – ha spiegato Christian – lo chef Marco Pierre White, esempio per me fondamentale per il coraggio e per il suo modo di vivere la cucina»; infine, come dessert, Gioco, un tramezzino dolce con mousse al cioccolato, gel di menta e crema pasticciera al cardamomo servito accompagnato da un cocktail arancia e rhum bianco, per portare in tavola il «senso stesso che io do alla cucina, ovvero la gioia, la felicità, più in generale il divertimento».

Carmine

Carmine, dal canto suo, ha presentato “La promessa“, «l’inizio del mio viaggio». Il suo antipasto era Kaiseki Partenopeo, una tempura di fiori di zucca, gunkan di melanzana fritta e crudo di baccalà in crosta di alga nori: un riferimento al primo piatto presentato a MasterChef Italia, ai Live Cooking, ripresentato tenendo conto del percorso fatto e della sua evoluzione; il primo era “Dove tutto ebbe inizio”, dei gyoza al tè matcha ripieni di genovese di polpo, carpaccio di capesante, caviale, consommé di cipolle e tè affumicato: un piatto per unire «tradizione e orizzonte»; il secondo era un omaggio ai suoi nonni: Sapori di casa, e non, un petto di piccione affumicato al fieno, bonbon di parmigiana, friggitiello ripieno di ricotta di bufala e peperone crusco; infine, il dessert era Battipaglia total white, un semifreddo di bufala e cocco, neve di yogurt e cioccolato bianco, crema al cedro, shortbread alle arachidi e gelato alla bufala: una dedica «a Battipaglia, la città in cui sono nato e cresciuto, che ho odiato per anni e da cui volevo scappare. Grazie a MasterChef Italia – ha proseguito Carmine – ora ho capito quanto invece Battipaglia sia radicata in me: la devo ringraziare, perché senza di lei io non sarei quello che sono».

Tracy

Tracy, infine, ha presentato la sua personale proposta di menù, “L’abbraccio“. L’ha descritto così:

«L’abbraccio è il simbolo fondamentale dell’unione di due elementi diversi, distanti, a volte remoti… In questo percorso a MasterChef ho imparato proprio ad aprirmi a ciò che è sconosciuto, ad accettare senza pregiudizi né paure ciò che mi circonda e a renderlo parte di me e della mia cucina in modo positivo e, attraverso questo menù, voglio tradurre in quattro portate quanto questo valga per me». L’antipasto era La gondola e il Niger, un baccalà mantecato alle spezie, maionese all’aglio nero, spugna di prezzemolo e cialda alla curcuma, per «omaggiare sia la regione che mi ha accolta, il Veneto, che il mio paese d’origine la Nigeria. Da un lato il baccalà mantecato, un classico della cucina veneta, dall’altro il gusto forte e pungente delle spezie africane e dell’aglio nero»; il primo era Ravioli di capra, un raviolo semitrasparente ripieno di battuto di capra su salsa di coriandolo e sfere di yogurt greco speziato. Protagonisti di tutto proprio i ravioli «come espressione dell’idea di melting pot, di commistione di culture e gastronomie all’interno di un unico elemento».

Questo piatto, ha proseguito, «è un viaggio che parte dalla cultura asiatica, passa per l’Africa con il ripieno in cui ho voluto ritrovare i miei ricordi d’infanzia, fino ad approdare in Sud America con l’uso del coriandolo»; come secondo Pluma iberica di maiale con salsa di burro e chips di platano fritto, con platano al vapore come da tradizione nigeriana; questa carne – dice Tracy – è «uno degli ingredienti che meglio di tanti altri riesce ad unificare le cucine di tutto il mondo, tutti i popoli hanno imparato a non buttare via niente. Io sono cresciuta letteralmente “tra i maiali” che gironzolavano per casa cercando cibo, tra cui il platano che con gli altri bambini raccoglievamo per venderlo al mercato»; infine, come dessert, una Mousse ai tre cioccolati con crumble di frolla e salsa di mango, a suo dire «l’esplosione del concetto stesso di abbraccio: tre cioccolati che vanno a simboleggiare il colore della pelle e che diventano una cosa sola attraverso la glassa a specchio».

Un piatto, secondo lei, «che accetta le diversità come ricchezza e non come limite: due ingredienti principali, il cioccolato e il mango, che attraverso colori, consistenze e sapori differenti riescono a raccontare le mie due anime, quella africana e quella italiana

Insomma, una finale cosmopolita, dai sapori meridionali, nordici e… africani! Lo spettatore ha potuto sognare, grazie a tutte queste pietanze diverse, ad occhi aperti.

Chi è Tracy, la vincitrice di MasterChef 11

28 anni, nata in Nigeria, arrivata in Italia all’età di 14 anni (marzo 2016), cameriera di sala in provincia di Verona, Tracy Eboigbodin ha conquistato la vittoria e portato a casa 100.000 euro in gettoni d’oro, la possibilità di pubblicare il primo libro di ricette, dal titolo “Soul Kitchen – Le mie ricette per nutrire l’anima” (edito da Baldini+Castoldi in uscita il prossimo 15 marzo) e di accedere a un prestigioso corso di alta formazione presso ALMA, La Scuola Internazionale di Cucina Italiana

Tracy ha due anime che si abbracciano, quelle di una nigeriana che rappresenta le sue origini, il suo passato e la sua cultura, e l’altra italiana che invece esprime il suo presente, il suo profondo amore per il cibo. Due personalità diverse, ma che si completano. Queste due anime le vuole portare sempre nei suoi piatti. E ci riesce, eccome! La sua infanzia l’ha vissuta nella sua Nigeria, per poi trasferirsi in Italia con la sua famiglia. Ed è con una vittoria che si conclude il suo percorso a MasterChef.

La vincitrice, sin dall’inizio della stagione, ha sempre dimostrato grinta, determinazione, energia, voglia di fare. Si è sempre mostrata ben consapevolezza di dove voleva andare e perché. Ad oggi, predilige la cucina italiana a quella nigeriana. Prima di entrare a MasterChef Italia diceva:

Mi emoziona molto l’idea di partecipare, sicuramente sarebbe una bella botta per l’autostima. Sogno di aprire un’attività diversa dal classico ristorante di brigata, magari un home restaurant di livello.”

L’intervista con la vincitrice

Ho avuto il grandissimo piacere di partecipare alla conferenza stampa online con la vincitrice di MasterChef 11. Tracy è un trionfo di energia e di grinta. Confermo! E’ una vera “tigre”. Molte le domande che si sono susseguite e a cui Tracy ha saputo rispondere in modo chiaro, coerente e sincero.

Ovviamente non poteva mancare una domanda sul titolo molto evocativo del suo menù, “L’Abbraccio“. Tracy, infatti, ha voluto dare un abbraccio immaginario con il suo antipasto che ha definito un piatto in cui ha investito tantissimo mentalmente: un connubio tra 2 culture, quella veneta e quella nigeriana. Ci ha creduto davvero tanto e fino in fondo. Ci ha detto che questo abbraccio, in primis, era rivolto ai tre giudici e poi a tutti i suoi compagni di viaggio. Con alcuni di loro, infatti, Tracy ci ha detto che ha stretto grandi e profondi rapporti di amicizia. In particolare con Tina, con cui si è legata da subito e con cui ha sentito una forte e sincera sintonia. Con lei, infatti, è iniziato il viaggio, con il primo live cooking insieme. La vincitrice ha dichiarato anche di aver stretto un bel rapporto anche con Giulia, Dalia ed Elena.

Se non fosse stata lei a vincere, avrebbe voluto vedere Christian come vincitore.

Tracy ci ha anche svelato chi è stata la prima persona che ha sentito appena finita la puntata. E’ stata la sua migliore amica che tra l’altro l’ha anche spinta a partecipare a MasterChef. Negli occhi di Tracy si è percepito chiaramente la sua sincerità e quanto dia importanza ai legami con le persone.

La vincitrice ha rivelato anche il suo ingrediente “incubo”… ebbene sì, anche lei ne ha uno. Ed è…lo zucchero! Il suo “tallone d’achille” sono i dolci, non ha mai manifestato, infatti, un grande interesse per i dessert.

Si è molto soffermata sulle sensazioni ed emozioni che il percorso culinario a MasterChef le ha lasciato: un viaggio in cui ha potuto imparare molto, imparare a fidarsi degli altri e a credere in sé stessa.

Se avessi davanti la Tracy piccola le direi di non preoccuparsi: in fondo al tunnel c’è sempre la luce. Le direi questo.”

Tracy ha parlato anche della sua infanzia, del suo passato in Africa. Fino a 7 anni fa non ci ha detto che non avrebbe mai pensato di partecipare a questa esperienza. Quindi, già solo la partecipazione al programma, è stato un grande risultato.

La vincitrice ha anche aggiunto che nella sua dispensa in cucina non potranno mai mancare pasta e riso! Lei ha cucinato sin da subito, sin da piccolina. In Nigeria ai bambini viene insegnata la cucina sin da piccolini, viene insegnato loro ad auto responsabilizzarsi. La curiosità l’ha aiutata tanto in questo, la voglia di sperimentare, di buttarsi su cose nuove…Ha sempre voluto conoscere tutti gli ingredienti e quello che contengono i singoli piatti.

Se dovessi pensare ad una canzone per descrivere la mia cucina ed i miei piatti, penserei alla canzone I’m stronger di Mary J. Blige.

Qual è stato lo chef ospite che l’ha ispirata di più? Tracy ci ha fatto ben due nomi: sicuramente la Chef esperta di cucina mediorientale, Anissa Helou e poi lo Chef Enrico Crippa.

Tracy però ha avuto anche dei momenti di sconforto e di paura di uscire, come tutti. In particolare ha temuto durante 2 prove specifiche: la prova delle erbe, con la famosa “acqua di rosmarino” che l’ha messa a dura prova, e durante la prova dei tuberi.

Brava Tracy! Congratulazioni a te!

Serena Cospito

Maria Serena Cospito
Adoratrice di Teatro in tutte le sue forme, attrice per passione, divoratrice di serie TV. Avocado dipendente:)

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