Vinòforum e i suoi mutamenti negli anni

Giunto alla sua XIV edizione il Vinòforum si affina nel tempo accompagnato dal lento cambiamento del suo pubblico.

Proprio come il vino oggetto principale della manifestazione, il Vinòforum evolve nel tempo. Il suo processo di affinamento si lascia lentamente alle spalle le esuberanze giovanili lasciando emergere contenuti diversi. Quattordici anni sono tanti e il relativamente lungo arco temporale, ha reso in qualche modo la manifestazione una memoria storica delle tendenze che si sono manifestate intorno al mondo del vino.

La cartina tornasole di come viene vissuto dal pubblico, spesso in balia di una comunicazione che non sempre ha reso un buon servizio al vino e all’intera enogastronomia.  A ridosso del Tevere in questa lunga striscia di estati si è visto di tutto.

Il pubblico di Vinòforum testimonia il cambiamento in atto nel mondo del vino

Ad un certo punto nella vita dell’italiano medio, per essere “figo” dovevi per forza fare il corso di avvicinamento al vino anche senza un reale interesse. A quei tempi il Vinòforum come molte altre manifestazioni, raccoglieva tra gli altri anche frotte di persone che per nulla interessate alla materia vino, partecipavano all’evento in maniera mondana e attratti dal bere facile.

La tendenza fu poi cavalcata da chi volendo “rendere seducente il mondo del vino”, vendette la sua straordinaria cultura come un prodotto commerciale qualsiasi, portando fuori strada il pubblico. Grandissimi numeri di partecipazione, ma intrisi di cafoname di varia natura proveniente da tutti gli strati sociali. Passerelle di personaggi in cerca d’autore. Fortunatamente nel tempo una lenta progressione ha decisamente modificato le cose.

 Oggi il valore dei contenuti proposti sorpassa lo charme

Indicative le iniziative in cartello come Temporary Restaurant, che vede impegnati in alternanza quaranta ristoranti a proporre una rotazione di centoventi portate. Si spazia dalla cucina fusion ai piatti di carne  e di mare. Nel pieno rispetto della tradizione anche pasta e pizza hanno il loro spazio dedicato.

Resistono le cene esclusive dei grandi chef con The Night Dinner, che però cercano di proporre un percorso integrato con musica e cinema, proponendo i loro piatti sullo sfondo dello skyline di una città da loro scelta per contestualizzare al meglio i contenuti della cucina proposta.

Oggi il Vinòforum  testimonia il cambiamento complessivo in atto e in cui tutte le componenti stanno dando il loro contributo. Anche nel vino la comunicazione, almeno in parte, ha messo al centro il territorio. Trasmettere la sua cultura i suoi valori e le sue diversità, ha permesso al vino di abbandonare la sua aurea glamour per recuperare gli aspetti culturali.

Contenere il numero degli assaggi è sicuramente un’importante deterrente per limitare chi è in cerca di una bevuta indiscriminata. Anche se davanti ad un interesse reale il sommelier di turno non sarà mai estremamente fiscale. Dovendo selezionare gli assaggi il pubblico focalizza la sua attenzione, diventando più attento a quello che beve. Questo meccanismo favorisce tutte quelle aziende che oltre ad esporre un’etichetta sono li per comunicare qualcosa di loro.

Nel pubblico aumenta l’interesse per il territorio

Resistono i grandi banconi collettivi delle aziende distributrici, ma aumenta la curiosità verso altre forme di aggregazione per le etichette. Ad esempio alcune delle Aziende curate dall’enologo Paolo Peira si sono presentate in un unico banco d’assaggio. Diverse realtà quali La Luna del Casale, Cantina Baldassarri, Madonna del Latte, Azienda Agricola Sant’Eufemia ed altre. Insieme per testimoniare una filosofia lavorativa rispettosa dell’ambiente e della qualità del vigneto.Oppure l’Oltrepò Pavese che ha accomunato alcune Aziende per rappresentare il territorio con gli ottimi Pinot Nero di Cantine Cavallotti, Monsupello e Prime Alture presenti tra le altre bottiglie.

Una gradita presenza anche quella del Trentodoc con il grosso della sua produzione. Il Marchio fortunatamente sempre più presente agli incontri con il pubblico, è tra quelli che più richiamano l’interesse dei i visitatori attratti dalla grande e indubbia qualità dei suoi spumanti metodo classico. Peccato per la modalità di degustazione, che prevedendo poche persone alla volta e per tempi prolungati crea un’attesa che scoraggia i più.

Il Vinòforum cresce nel valore insieme al suo pubblico e misurare il numero degli accessi è importante quanto la qualità dei contenuti. Il futuro della comunicazione del vino è sempre più territorio e meno effetti speciali. Però a testimonianza della memoria e per non dimenticare, sarà sempre possibile incontrare l’hipster di turno. Bermuda e giacca blu, con barba da eremita e baffo a manubrio nei suoi mocassini marroni calzati a crudo e in mano un bicchiere da roteare senza un perché.

Bruno Fulco

Iscritto all’Ordine dei Giornalisti e diplomato presso l’Associazione Italiana Sommelier, da sempre appassionato di enogastronomia come veicolo di scambio e collegamento tra le diverse culture. Viaggiatore entusiasta specie nelle realtà asiatiche e mediorientali. La fotografia completa il bouquet delle passioni irrinunciabili con particolare attenzione al reportage. Ricerca ostinatamente il modo di fondere questi elementi in un unico elemento comunicativo.

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