Il Bocuse d’Or: un concorso tra talento e disciplina

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Bocuse d'Or

Il 15 gennaio, presso Identità Golose a Milano, si è svolta la conferenza stampa di presentazione della finale mondiale del “Bocuse d’Or”.

Il Bocuse d’Or è la prestigiosa competizione gastronomica ideata da Paul Bocuse, scomparso un anno fa all’età di 91 anni.

C’è chi lo ricorda per la Nouvelle Cuisine, chi per le cinquanta “3 stelle Michelin” consecutive, chi ancora per aver ispirato il film Ratatouille.

E dal suo estro è nato il “Bocuse d’Or” nel 1987, la cui finale mondiale si svolgerà a Lione i prossimi 29 e 30 gennaio.

Il Bocuse d’Or, la più prestigiosa competizione gastronomica del mondo, prende spunto dalle competizioni sportive: 24 partecipanti hanno a disposizione 5 ore e 35 minuti per preparare due piatti davanti ai migliori chef del mondo.

E non si parla di una semplice gara di cucina: qui si valutano sia talento, estro e creatività che tecnica, rigore e disciplina.

Il concorso, a cadenza biennale, ha fino ad oggi decretato 16 vincitori di varie nazionalità. Ahimè, fino ad oggi, nessun italiano si è mai classificato nelle prime tre posizioni.

Quest’anno l’Italia partecipa al concorso con una doppia veste.

Con lo chef Martino Ruggieri sperando nel podio, e con la regione Piemonte che ha ospitato la finale europea della prestigiosa competizione.

E proprio il Piemonte è stato decretato Best in Travel” 2019 per la guida Lonely Planet.

Natura e città d’arte convivono in una regione ricca di attrazioni.

I paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato, le residenze reali, i Sacri Monti sono tutti patrimoni Unesco.

A questo si aggiunge la cultura enogastronomica di questa terra tanto ricca quanto variegata.

Ma esiste un confine tra enogastronomia e cultura?

Il Piemonte, come racconta Antonella Parigi – Assessora alla Cultura e Turismo della Regione Piemonte – alla conferenza stampa di Milano, ha sviluppato negli ultimi anni una leadership culturale molto evidente.

E l’enogastronomia rientra a tutti gli effetti in questa leadership. Rappresentando l’unione tra cultura e produzione diventa un importante traino per economia e turismo, per questo è un prodotto da tutelare. E per farlo servono studio, ricerca e impegno.

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Per questa ragione nel 2017, proprio ad Alba, è nata l’Accademia del Bocuse d’Or.

Un organismo che supporta gli chef italiani che vogliono partecipare a questo concorso internazionale, un polo di formazione e promozione della cucina nostrana nel mondo.

Nell’accademia convivono varie figure professionali: designer, coach, ingegneri, tecnologi, comunicatori e scrittori. Il compito di ciascuno è portare il “Made in Italy alimentare al livello di eccellenza necessario per competere a livello internazionale”.

 

Martino Ruggieri rappresenterà l’Italia a fine gennaio a Lione.

Classe 1986, nato a Taranto, alla conferenza stampa di Milano racconta l’impegno intenso e totale dei suoi ultimi due anni di lavoro.

“Due anni di lavoro che si giocano in 5 ore e 35 minuti” che detto così evidenzia tutta la tensione e l’emozione del partecipare alle finali. Martino tiene a sottolineare l’importanza della tecnica e del rigore in questo tipo di competizione, e quindi l’importanza di avere una squadra accanto che lavora in modo coeso e professionale.

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La creatività non basta per competere a certi livelli, perché per essere efficace deve essere affiancata da studio, fatica e investimenti.

Aspetto cruciale che emerge anche dalle parole di Luisa Bocchietto – Presidente World Design Organization. La globalizzazione ci ha insegnato che bisogna sfatare il mito che la creatività basta a rendere tutto facile.

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Ed è per questo che il contributo della Regione Piemonte, in questo caso, è di fondamentale importanza come sottolinea nel suo intervento Luciano Tona – Direttore Accademia Bocuse d’Or Italia.

L’unico modo che l’Accademia ha di crescere e posizionarsi è grazie al supporto di chi vuole investire su di lei. Affinché diventi una fucina di idee, ricerca e formazione e raggiunga così i risultati sperati, servono investimenti. E in questi ultimi anni ne sono stati fatti di importanti.

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Che sia la volta buona in cui vedremo il tricolore sul podio?

Valeria Farina

Valeria Farina
Ho lavorato per 15 anni in una multinazionale, mi occupavo di eventi e di progetti che rendessero felici i dipendenti interni. Poi, un giorno, ho realizzato che quel lavoro, che voleva far star bene le persone, non rendeva più felice me e ho deciso di cambiare strada. Oggi ho fatto tesoro di tutto quello che ho imparato e ho scelto di metterlo a disposizione di chi, come me, ha deciso di investire su un suo progetto, di provare a realizzare un sogno, di ascoltare le proprie passioni e di seguire il proprio talento. Nella vita ci vuole un po’ di poesia e a me piace crearla ogni giorno nelle piccolissime cose. Una bella colazione con cui iniziare la giornata o un vaso di fiori sulla tavola. In un delizioso film si diceva che: la felicità si trova nei posti belli, nelle tovaglie di fiandra, nei vini buoni e nelle persone gentili. Vorrei farti trovare un pezzettino di questa felicità anche nel mio posticino: Le Spezie Gentili.

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