Assolutamente da visitare nella Domenica con ingresso gratuito ai Musei: le terme di Caracalla hanno una storia tutta da scoprire.
Tra i mille piaceri a cui gli antichi Romani amavano dedicarsi, un ruolo da protagonista lo avevano le terme! L’Urbe infatti presentava, fin dall’epoca di Augusto, un numero impressionante di impianti dedicati alla cura del corpo, in cui l’acqua era l’elemento principale. Le terme per gli antichi costituivano il posto in cui potersi regalare un bel bagno caldo. Parallelamente, però, per la grande quantità di servizi che offrivano, rappresentavano uno dei luoghi di svago e relax più desiderati.
Chi decise di costruire in città delle nuove terme che diventarono subito le più imponenti, fu l’imperatore Lucio Settimio Bassano detto Caracalla, per la particolare tunica con cappuccio di origine gallica che era solito indossare. Realizzate tra il 212 e il 217, non lontano dal Circo Massimo e proprio ai piedi dell’Aventino, rappresentarono a lungo l’impianto più imponente dell’Urbe: furono infatti superate in grandezza solo nel secolo successivo dalle Terme di Diocleziano!
Quello che però desiderava l’imperatore Caracalla era realizzare un impianto che lasciasse completamente a bocca aperta il popolo. Non solo per la grandezza, quanto per il loro sensazionale apparato decorativo. Ed effettivamente ogni singola parete delle terme era rivestita di marmi pregiati e policromi. Ad accompagnarli, lavorazioni a stucco e ad affresco e da ricchi pavimenti musivi dalle trame assai fantasiose.
Passeggiando oggi all’interno delle terme, non è tutto così scintillante. La maggior parte della ricca decorazione non è più conservata. Per capire meglio la loro imponenza, però, basterà ammirare alcuni luoghi cittadini. Come mai? Perché alcune colonne delle terme furono innalzate nelle navate della Basilica di Santa Maria in Trastevere, mentre due vasconi in marmo furono trasformati nelle fontane oggi a piazza Farnese. Ciò che poi abbelliva ulteriormente l’interno, erano anche importanti gruppi scultorei sapientemente modellati nel marmo. Gruppi giunti poi nelle collezioni di alcune famiglie nobiliari del passato. Tra queste, ad esempio, l’Ercole Farnese oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Nonostante le spoliazioni, le distruzioni e le sovrapposizioni archeologiche, susseguitesi durante il passare dei secoli, è ancora possibile comprendere pienamente tutta l’antica grandezza delle Terme, semplicemente passeggiando al suo interno. Ecco quindi che una dopo l’altra si aprono le sale più importanti del complessi. Gli spogliatoi, le palestre, le sale utilizzate come saune e quelle che costituivano il cuore del percorso benefico, il calidarium, il tepidarium ed il frigidarium. L’idea era di indossare abiti leggeri e pratici per del sano sport, sudare nelle saune e continuare il proprio percorso dall’ambiente più caldo fino a quello più freddo. E in estate poi si poteva anche godere della natatio, la grande piscina all’aperto!
Ma come giungeva tutta questa acqua all’interno delle terme? Sul fondo del giardino che circondava l’intero edificio, era posta una grande cisterna, che poteva contenere fino a 80.000 litri di acqua. Attraverso poi un sistema sotterraneo di canalizzazione, questa alimentava ogni singola vasca, piscina e fontana presente nelle Terme! Che gli antichi romani fossero abili costruttori, non è certo da mettere in dubbio, vero?
L’Asino d’Oro Associazione Culturale
Terme di Caracalla: scopri la visita virtuale
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