Le stanziali “fioriture” del panorama artistico-culturale, nell’ambito del settore delle mostre temporanee, offrono un’ampia varietà di scenari nella Capitale.
Nel cuore del centro storico, nei pressi di Piazza Navona, la galleria Berardi si fa portavoce di una rigenerazione di stampo “antico”. Il suo intento è di proporre la maturità italiana dell’Ottocento-primo Novecento, all’interno di un sistema logistico diffuso che premia esclusivamente innovazioni contemporanee.
Il “risveglio” di una coscienza che crede in una tradizione stilistica e desidera sostenere il suo “rinascimento” in un contesto di modernità, dialogando con essa.
L’obiettivo della galleria Berardi è avvalorare la qualità storico-artistica del settore Ottocento-primo Novecento, riscoprendo artisti singolari italiani. Una rinascita che viene intesa come una riscoperta del nostro patrimonio culturale di “fin de siècle”: un risveglio dell’antico.
La mostra, ospite alla galleria Berardi dal 15 marzo al 28 aprile, presenta una rassegna di opere di due artisti: Attilio Selva (1888-1970) e il figlio Sergio (1919-1980).
Entrambi sono espressione di due approcci differenti: l’uno prettamente classicista, con venature di simbolismo; l’altro, desideroso di ricerca e sperimentazione che possano fornire risposte più moderne. Anche la modalità espressiva e formale li contraddistingue. Difatti il padre Attilio predilige l’assetto scultoreo, mentre Sergio spazia anche tra la tecnica pittorica e mosaicista.
L’excursus paterno è il risultato delle diverse stagioni artistiche che si sono susseguite: da un rimpianto neoclassicista alle Avanguardie, confluendo nella Secessione Romana (1915).
Il figlio dialoga con l’eredità lasciatagli, proponendo un suo linguaggio personale. Il suo interesse verterà principalmente sulla sperimentazione pittorica tra senso del reale e dell’astratto, volgendo sempre lo sguardo verso la tradizione, ma connotandola di un senso dell’immaginifico, esplorando scenari agresti e subacquei. Attivo sulla scena romana con i colleghi Fazzini Turcato, Sergio parteciperà a diverse edizioni della Biennale di Venezia e della Quadriennale di Roma.
La scelta del gallerista e ideatore dell’evento, Gianluca Berardi, risiede nell’intenzione di proporre un binomio artistico, inteso quale immagine di un’evoluzione e, allo stesso tempo, consolidamento di un senso artistico all’interno della dialettica padre-figlio.
Come Berardi stesso racconta l’idea è nata durante un viaggio di lavoro: “Qualche mese fa, in occasione di uno di questi spostamenti in compagnia di un caro amico, una reciproca disattenzione ci fece perdere il percorso stabilito con il piacevole esito di ritrovarsi di fronte al Museo Vela, che non avevo ancora mai visitato. Fu una sorpresa non solo per l’impeccabile allestimento, ma anche per la coesistenza delle sculture di Vincenzo Vela con i quadri del figlio Spartaco”.
A disposizione per ulteriori approfondimenti è edito il catalogo della mostra, intitolato “Attilio Selva Sergio Selva. Dentro lo studio”, curato da Manuel Carrera e Lisa Masolini.
Una rassegna significativa alla galleria Berardi nell’ambito di una visione espositiva che ci fornisce spunti critici di riflessione, che risvegliano una coscienza collettiva dell’antico e del patrimonio culturale italiano.
Costanza Marana