Monteflavio tra sacro e profano: un murale sulla libertà femminile divide i cittadini

streetart roma - ratto delle sabine

Il popolamento di una Roma neonata fu suggellato dal detto “necessità fa virtù” se vogliamo essere amaramente ironici: secondo gli storici ai romani servivano donne, così Romolo organizzò uno spettacolo per rubare le vergini sabine ai propri padri. Basta questo gesto per comprendere il ruolo della donna nell’antichità – una proprietà – e solitamente, quando gli studi di genere sottolineano tale asimmetria sessuale nella storia dell’umanità, la gente sbuffa, come se fosse un tema superato.

Eppure, nel mondo moderno dei luoghi comuni superati un nudo dipinto su un muro riesce ancora a destare turbamento.

Qualche ingenuo strabuzzerà gli occhi affermando che la street art non può scioccare, qualcun altro, più smaliziato, potrebbe chiedersi per quale motivo i media possono essere tappezzati di nudità (dalle vallette in TV agli amici un po’ più sciolti sui Social Network) senza generare problemi, mentre il Ratto delle Sabine dipinto da Violetta Carpino e Giusy Guerriero a Monteflavio (RM) in occasione dello Strange Days Festival 2019, è stato considerato da qualche bontempone “uno scempio”.

streetart roma - ratto delle sabine
Le due artiste immortalate da Paolo Genovesi

“Amore Sacro e Amor Profano” è il titolo dell’opera: il murale si ispira a “Il Ratto delle Sabine” del Giambologna (Firenze). A differenza del modello, il soggetto proposto è volutamente incentrato sulle figure femminili che scappano dalla presa virile allungandosi verso la perfezione del cerchio dorato, tendendo a un equilibrio tra i generi che stiamo ancora provando a dipingere anche nella quotidianità.

streetart roma - ratto delle sabine
Ricostruzione grafica del murale di Mila Fustic

Il murale vede protagoniste due tecniche differenti: tradizione e innovazione si incrociano nel connubio tra la pittura classica a pennello di Violetta e quella contemporanea a spray di Giusy. Il gluteo maschile è stato coperto su richiesta, quindi c’è un “piede volante” che è stato reputato da alcuni un elemento di disturbo.

…A me ha disturbato sapere che nel 2019 il nudo artistico può esser percepito come un oltraggio al civico pudore anziché come bellezza e poesia. (Violetta)

Il titolo dell’opera, tratto dalla celebre Bocca di Rosa di De André non è casuale. Nemmeno la frase che copre i capezzoli di una delle donne lo è: proteggi la tua libertà.

Potreste pensare che si tratti di retorica o di un semplice richiamo al mito, ma questa opera porta con sé la testimonianza della violenza che ancora oggi le donne sono costrette a subire. E non si tratta solo di violenza fisica. La stessa Carpino, mentre era a lavoro per realizzare il murale, ha subito gli sguardi giudicanti del paese a causa di una diceria messa in giro da un ragazzo del luogo che voleva probabilmente farsi grande con gli amici. Il giovanotto sarebbe andato a dire che l’artista gli avrebbe praticato del sesso orale e, come mi racconta Violetta, se fosse stato vero, non le sarebbe importato molto che fosse urlato ai quattro venti.

Qual è la mia colpa? Si chiede Violetta, si chiedono tutte le donne almeno una volta nella vita. Di essere belle? Di essere seducenti? Di essere intriganti? Di essere donne? Questo è il “peccato originale” che la società patriarcale ha voluto marchiare a sangue sul nostro genere e che nel 2019 ci rende ancora vittime tanto delle botte quanto delle voci goliardiche frutto della superficialità altrui.

La voce delle donne fortunatamente si fa sentire sempre di più. Questo lavoro vuole proprio evidenziare, tramite le capacità artistiche delle due pittrici femminili, alcune delle caratteristiche della donna, quali fragilità, eleganza e forza. (Giusy)

streetart roma - ratto delle sabine
Foto di Livia Granati

L’opera è dipinta su un muro precario: mentre le due artiste lavoravano cadevano già pezzi di intonaco, ma poco importa. Il messaggio di questo murale è in fieri, un continuo divenire, come l’umanità: anche se avrà vita breve sarà portatore di un messaggio che ci riguarda molto da vicino. Il viaggio esistenziale, che lo si voglia o no, ha scadenza per tutti noi. Vale la pena intraprenderlo con spirito libero, dice Violetta, e io sono d’accordo.

È come una preghiera d’amore, sacrosanta nella sua profanità, che inneggia a una libertà a 360° anche nell’interpretazione del murale stesso.

La donna a destra sta soffrendo o sta godendo? Dovrebbe essere più sofferente hanno suggerito alcuni, perché forse è più facile accettare uno stupro che un orgasmo femminileancora oggi, mi suggerisce Violetta. Ma sapete com’è finita la storia del ratto? A non tutte le sabine dispiacque la trovata di Roma e, quando i padri vennero a riprendersele, si gettarono tra loro e i romani per salvare le vite di tutti, anche di quelli che sarebbero nati dalle unioni furtive.

E noi donne dovremmo proprio essere così: libere di scegliere se il caso della vita ci piace oppure no, che tanto qualche “Romolo” lo abbiamo incontrato tutte noi.

Libere di agire, libere di dire, libere di non essere raccontate dalla voce degli altri, come è stato per troppo tempo e a volte ancora è, ma solo con la nostra. E questo murale è una voce: ascoltatela.

Alessia Pizzi

Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

COMMENTA QUESTA DOSE DI CULTURA

Lascia un commento!
Inserisci il tuo nome qui