In mostra a Palazzo Barberini gli artisti che rielaborarono Michelangelo

palazzo barberini roma
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Quattro grandi pittori insieme, in una mostra alle Gallere Nazionali di Arte Antica.

Partita l’11 ottobre e disponibile fino al 6 gennaio 2020, approda al Palazzo Barberini di Roma la mostra “Michelangelo a colori. Marcello Venusti, Lelio Orsi, Marco Pino, Jacopino del Conte”.

La rassegna è organizzata da Barberini Gallerie Corsini Nazionali e mette insieme le opere di questi quattro grandi artisti in un confronto col genio di Buonarroti.

Michelangelo non ha certo bisogno di presentazioni, le sue opere sono acclamate e studiate in tutto il mondo. Ma meno conosciuto è l’impatto che ha avuto sui suoi contemporanei. La scelta è stata quella di omaggiare il titano del rinascimento prendendo spunto dai suoi “cartonetti”.

La mostra a Palazzo Barberini presenta, infatti, un piccolo ma prezioso nucleo di opere che attestano il dialogo del maestro con i suoi seguaci. Giocando sulla doppia rappresentazione dei temi trattati da Michelangelo si coglie il legame tra i dipinti esposti, per la prima volta messi a confronto.

Tra le opere più significative che troviamo a Palazzo Barberini vi è la Deposizione di Cristo di Jacopino del Conte.

Come composizione deriva dalle soluzioni ideate da Michelangelo per le sue Pietà. Maria, in alto, è colta in un gesto di disperazione di fronte al tragico spettacolo della deposizone. In basso, Maddalena abbraccia le gambe di Cristo, mentre Nicodemo lo sorregge dal busto. Il corpo senza vita del messia, livido ma vigoroso, allude al suo trionfo sulla morte: le ferite sono appena percepibili, e solo la corona di spine rammenta i tormenti del Calvario.

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Jacopino del Conte, Deposizione di Cristo, seconda metà del XVI sec., Roma, Gallerie Nazionali Barberini Corsini (tutti i diritti riservati).

Nella mostra molti dei quadri sono di Marcello Venusti, che tra gli artisti presenti è forse quello che di più ha reinterpretato Michelangelo.

L’Annunciazione riproduce in piccolo la perduta pala Cesi dipinta per la chiesa di Santa Maria della Pace. La Vergine interrompe la lettura devota, turbata dalla visita improvvisa dell’arcangelo Gabriele. La stanza è invece permeata dalla luce divina della colomba che rappresenta lo Spirito Santo. Quest’ultimo elemento è assente nel prototipo di Michelangelo, qui esposto in facsimile, e costituisce quindi un’aggiunta di Venusti. Questo a riprova del fatto che non si tratta di una banale copiatura. Anche Mosè con le tavole della legge, simbolo del passaggio tra vecchio e nuovo testamento, rappresenta un elemento in più.

Risulta quindi evidente l’ispirazione che gli artisti in mostra hanno preso dal maestro rinascimentale. Del resto l’arte è un flusso continuo in cui le idee viaggiano in circolo, e chi è affine le raccoglie modificandole a sua volta.

Il Cristo vivo sulla croce di Marco Pino e quello con la Vergine, San Giovanni Evangelista e Maria Maddalena di Venusti sono inediti presentati per la prima volta alla mostra.

Pino ha tolto tutti gli elementi presenti nel disegno di Michelangelo tranne la Bibbia e il teschio, il Cristo di Venusti si differenzia per l’aggiunta di Maddalena che abbraccia la croce.

L’Annunciazione di Lelio Orsi invece presenta, incollato sul retro, un antico “certificato” che costituisce una delle prime perizie commerciali. Soltanto nel 1950 però l’opera viene attribuita ad Orsi, tra i più precoci e originali divulgatori di Michelangelo nelle corti padane. Anche qui si nota la somiglianza con il “cartonetto” di Buonarroti.

Per i visitatori di Palazzo Barberini non mancano poi iniziative volte a soddisfare ogni esigenza.

Occasione straordinaria sono le quattro visite guidate gratuite con Francesca Parrilla, co-curatrice della mostra, alle ore 17.00 i giorni:

  • 19 ottobre
  • 16 novembre
  • 30 novembre
  • 14 dicembre

Inoltre è previsto un ciclo di laboratori didattici dal titolo “Nella Bottega dell’artista“, a cura delle associazioni culturali Zebrart e “Senza Titolo”, e del Dipartimento educazione e ricerca del museo. Sono dedicati ai bambini dai 5 ai 10 anni e si terranno ogni domenica (esclusa la prima del mese) alle 11.30 per 10 domeniche.

Mostre come quella delle Gallerie Nazionali di Palazzo Barberini possono solo giovare a una città come Roma, che deve continuare a fare dell’arte e della cultura il suo punto nevralgico.

Visita assolutamente consigliata. Avete tempo fino al 6 gennaio 2020. Volete forse che la Befana vi porti il carbone?

Lorenzo Balla

Classe 96, studente di Informazione, Editoria e Giornalismo. Appassionato di musica urban e di scrittura in ogni sua forma, amo raccontare il mio punto di vista su ciò che mi circonda e condividerlo con gli altri. Credo che nella vita sia importante lasciare un segno positivo del proprio passaggio.

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