Intervista a Margherita Ragno: corpi femminili in mostra a Trani

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E’ stata inaugurata il 26 Febbraio presso “Floating Flame la mostra di Margherita Ragno, artista contemporanea pugliese. 

“Floating Flame”, è una galleria d’arte espositiva che si trova a Trani. Ideata e voluta da Federica Floro e Peppe Cariello, nasce con l’obiettivo di fornire a giovani artisti, pugliesi e non solo, uno spazio dove poter mettere in luce le loro opere. 

La galleria è anche il loro studio di tatuaggi, un luogo creato per dar spazio all’arte e fare in modo che questi mondi non smettano mai di influenzarsi a vicenda.  Ed è proprio nella loro galleria che si è tenuta l’inaugurazione della mostra di Margherita Ragno, artista contemporanea pugliese. Classe ’85, nasce a Bari e dopo il diploma di grafico pubblicitario consegue la laurea in decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Bari.

Concentra la sua produzione sul corpo femminile e attraverso l’uso sapiente dei colori a matita decanta la bellezza non stereotipata da modelli standard di gioventù e perfezione. Partecipa a numerose mostre in Italia e all’estero come nel 2008 a Bratislava con Italian Lights-Ad est dall’Adriatico al Danubio e a Pechino nel 2009 per il “Festival Internazionale di Arte Contemporanea”.

Nel 2011 è invitata alla 54°edizione della Biennale di Venezia presso il Padiglione Italia. Nel 2012 è presente con un’ opera nelle scenografie del film “Third Person” di Paul Haggis.

Il giorno dell’inaugurazione, nel cortile interno della galleria, ho avuto il piacere di intervistare personalmente Ragno davanti ad un bicchiere di vino ed una sigaretta, una serata un po’ fredda che si è riscaldata subito con le sue parole.

1Ciao Margherita e grazie innanzitutto per il tempo concessomi. Come nasce la tua mostra e perché la scelta di corpi femminili non conformi?

La mostra nasce dall’incontro con Peppe e dalla voglia di collaborare e di fare qualcosa insieme. I soggetti raccontano di me, alcuni appartengono a me, sono autobiografici ma non solo. Alcuni ritratti invece li disegno semplicemente perché scaturiscono qualcosa in me e mi attraggono. 

2Le donne raffigurate, sono personaggi inventati o realmente esistenti?

Sono tutti ritratti di donne esistenti. Inizialmente avevo un’idea di donna in mente da raffigurare, in seguito, non trovando modelle che posassero per me, ho iniziato a cercarle sul web e su siti pornografici. Partendo da queste ricerche, il processo per la creazione del lavoro è cambiato: anziché concentrarmi sul disegno, faccio ricerca sul web, attendo pazientemente che le donne (parliamo quindi di attrici porno) trovino me, mi lascio ispirare da loro e quando trovo la donna giusta, la pulisco, la santifico, elimino l’eccesso e cerco di mitigare la durezza dell’immagine.

3Nel nostro immaginario di non addetti ai lavori, associamo il disegno con la matita all’infanzia, al disegno scolastico, un ricordo lontano e una tecnica che con l’età adulta si perde. Tu ne hai fatto un tratto distintivo della tua arte. Perché l’utilizzo della matita? 

Il disegno a matita è una tecnica che padroneggio dalla scuola materna e che non ho più abbandonato. Nel tempo ho sperimentato altre tecniche di disegno ma la matita restava sempre lo strumento nel quale riuscivo ad esprimere meglio me stessa e ciò che volevo rappresentare.

4Come esposto nella tua descrizione, il progetto non nasce per questa mostra. Come hai deciso che questi erano i ritratti che avresti potuto esporre in varie location?

Non l’ho pensato, io agisco e basta. Amo i corpi femminili, mi piace disegnare ma quello che può scaturirne dopo non lo so mai. Se ricevo proposte di collaborazione non posso che esserne contenta ma non è mai il punto di partenza. Io disegno per me stessa e basta.

5Stavo provando, forse anche sbagliando, a cercare un filerouge tra questi ritratti. Noto che tutte le donne hanno almeno un accessorio. C’è qualcosa che non vediamo in questi quadri ma che esiste nella tua testa?

Come vedi, nessun quadro ha il titolo. Mi piace pensare che sia il visitatore a lasciarsi ispirare dal personaggio ritratto e a creare una storia, se vuole. Quindi no, il filerouge non c’è, è tutto lasciato alla libera interpretazione di chi osserva. E come noti, uno l’hai già creato tu.

6I tuoi prossimi obiettivi?

Innanzitutto avere il tempo per poter realizzare e sperimentare ciò che voglio ma con i soggetti dal vivo e approfondire altri argomenti riguardanti il corpo e le donne che ritrovo sempre molto interessanti da disegnare.

Corpi femminili e body sharing

Il corpo femminile è sempre stato al centro di un acceso dibattito all’interno della società italiana. Un crocevia tra chi vorrebbe esibirlo, mostrarlo, scoprirlo, e chi tenta di nasconderlo, di umiliarlo, chi lo rende oggetto di critiche, di commenti spietati e di curiosità morbose.

Nella nostra cultura l’aspetto esteriore è predominante e padroneggia buona parte dei contenuti visivi di cui fruiamo ogni giorno: televisione, social, pubblicità..

A volte, il paragone con corpi esili e snelli diventa quasi inevitabile e genera quasi sempre frustrazione e insoddisfazione. Ed ecco che “far vergognare qualcuno del proprio corpo” diventa in un attimo body shaming.

Non è la prima volta che la nostra redazione parla di corpi femminili. Se non l’avete ancora letto, potete recuperare l’articolo di Serena su Burlesque tra pregiudizi e stereotipi di genere proprio qui.

Per fortuna interviene sempre l’arte a ricordarci quanto la bellezza appartiene agli occhi di chi guarda e non di chi giudica e che ognuna è libera di spogliarsi, mostrarsi, sentirsi bella quanto vuole.

E per fortuna esistono artisti come la Ragno a riportare alla nostra mente queste riflessioni.

La mostra sarà visitabile fino al 29 aprile presso “Floating Flame” a Trani dal lunedì al venerdì dalle 17.30 alle 19.00.

Francesca Sorge

Tutte le immagini contenute nell’articolo sono a cura di Francesca Sorge per CulturaMente

Educatrice, 37 anni, pugliese di nascita ma milanese di adozione. Appassionata di musica, fotografia e lettura.

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