Dal 19 Maggio all’11 Luglio è possibile ammirare in un’esposizione d’eccezione, a Palazzo Barberini, una delle opere più speciali della Galleria dopo il recente restauro: la Madonna del latte.
La Madonna del latte è un quadro di Murillo, artista spagnolo del 1600, che era già esposta in una delle sale del museo, ma in alto. Dopo il restauro, per l’occasione, è stata esposta ad altezza d’uomo, in modo da consentire ai visitatori di scoprire la storia di questo quadro e per rimanere rapiti dallo sguardo di questa donna.
Il nome di questa esposizione, Occhi come lanterne danzanti, viene da una citazione di Gustave Flaubert, del 1851, che per mesi non fece altro che parlare di questo quadro.
«Sono innamorato della Vergine di Murillo della Galleria Corsini. La sua testa mi perseguita e i suoi occhi continuano a passarmi davanti come due lanterne danzanti.»
Gustave Flaubert, 4 Maggio 1851
La storia di questo quadro di Bartolomé Estevan Murillo è molto lunga e complessa.
Non si hanno molte notizie su questo dipinto. Sappiamo che probabilmente è stato realizzato tra il 1670 e il 1675. Nella metà del ‘700 si trovava nella collezione di Giovanni Bernardino Pontici, che fu il segretario del cardinale Neri Maria Corsini, a cui lasciò l’opera nel testamento. Anche il cardinale rimase colpito dal quadro e lo mise di fronte al letto.
Questo passaggio del dipinto è molto curioso e fa pensare che a Palazzo Barberini e alla Galleria Corsini chissà quante altre opere, oltre alla Madonna del latte, siano giunte a noi in questo modo.
Oltre al ben noto Flaubert, tantissime persone sono state affascinate dalla Madonna del latte. Nell’Ottocento, in un decennio, erano state fatte 75 richieste per la copia del dipinto.
La ragione è che questo quadro rappresenta una Madonna più umana e terrestre. Si capisce solo guardandola. Nulla a che vedere con l’immagine di una donna celestiale e divinizzata. Questa è una donna comune che ha dato la vita ad un bambino come tanti altri, che poi scopriremo essere il Figlio di Dio.
Nel 1892 Carl Justi la definì “Madonna zingara” per le sue sembianze, i suoi vestiti e i suoi colori. Un pastore inglese, invece, disse che era più una donna che una Madonna.
Una madre qualsiasi direbbe semplicemente che è una mamma come tutte che ha la faccia stanca e “sbattuta”. Anche la Madonna avrà fatto le sue nottate!
La tela della Madonna del latte ha le stesse caratteristiche dei dipinti di Murillo.
La Madonna e il bambino sembra siano stati interrotti dallo spettatore mentre passava. Entrambi ci guardano come se fossero stati colti nel momento dell’allattamento, e lei non ha ancora avuto modo di coprirsi il seno.
È come un fermo immagine di una realtà, impressa su tela, che continua ad esistere solo lì.
Lo sfondo è una delle caratteristiche del pittore: un cielo non ben definito, fatto con pennellate veloci, i soggetti in primo piano interrotti nella loro attività che guardano lo spettatore, e di lato un muro franato o una rovina antica.
Il restauro dell’opera, che ha impiegato circa 10 mesi, ha portato alla luce dettagli che prima erano invisibili.
Dall’oscuro cespuglio, sono emersi dei boccioli, forse di rosa. Ora si possono vedere anche le sfumature e le variazioni di colore nella veste, mentre prima erano confuse. Grazie alle analisi scientifiche, sappiamo che nella parte davanti della veste è stato usato il lapislazzulo e col restauro è tornato visibile il suo bel colore brillante. Nella parte laterale, quella in secondo piano, non è stato possibile ottenere lo stesso effetto, poiché è stato usato lo smaltino, un pigmento più economico.
In pratica, la morale è sempre la stessa: la qualità si paga.
Il quadro è stato esposto anche ad una radiografia, durante il restauro, e così si è scoperto che sotto il dipinto se ne celava un altro.
Inizialmente sulla tela Murillo aveva dipinto un San Francesco inginocchiato. Per qualche ragione, Murillo ha coperto tutto e sopra ha dipinto questa magnetica Madonna con Gesù Bambino.

Tuttavia è possibile ancora notare ad occhio nudo il contorno del saio e del libro. Nella sala, accanto all’opera il museo ha collocato una stampa a grandezza naturale della radiografia rappresentante il Santo.
Per l’occasione di questo restauro, verrà anche pubblicato il volume “La Madonna del latte di Murillo alla Galleria Corsini. Storia e restauro”, edito da Marsilio, e poi anche dei saggi. La prefazione del libro è scritta da Flaminia Gennari Santori e da Giovanna Castelli.
Al volume è legato il terzo appuntamento del ciclo di webinar, #dialoghibarberinicorsini, per approfondire le tematiche relative al museo e alle sue attuali mostre.
La cosa più interessante di questo restauro, forse, è che è stato realizzato con i proventi della vendita del Vino Civitas, con un progetto dell’Associazione Civita in collaborazione con l’associazione vinicola Tenuta Caparzo di Montalcino. L’obiettivo è di sostenere il restauro di opere antiche delle Gallerie Nazionali di Arte Antica.
Praticamente il restauro è stato finanziato con il vino! Si può dire che il vino fa doppiamente bene alla salute: fa bene al corpo e all’anima, quando supporta l’arte.
Oltre a questa bellissima opera, a Palazzo Barberini cosa si può vedere?
In esposizione trovi gli imperdibili quadri di Caravaggio e tutti i Caravaggeschi, la mostra Tempo Barocco, e l’attualissima mostra fotografica Italia in-attesa, fino al 13 Giugno!
Crediti immagine in evidenza: Alberto Novelli (Press Kit Ufficio Stampa Palazzo Barberini)
Ambra Martino