Italia in-attesa. La pandemia si mostra in foto a Palazzo Barberini

mostra fotografica palazzo barberini covid

Italia in-attesa. Dodici racconti fotografici realizzati da altrettanti fotografi per fissare artisticamente l’Italia in pieno Covid-19. A Palazzo Barberini fino al 13 giugno 2021

Da più di un anno, ormai, l’Italia è un Paese in attesa. Una situazione di incertezza che condivide con il resto del mondo: il Covid-19 e la conseguente pandemia hanno cambiato radicalmente le abitudini di tutti noi. Attività un tempo normali come uscire la sera senza badare all’orario, andare al cinema, al teatro o assistere a un concerto si sono trasformate in un sogno proibito. Le nostre città e i luoghi a noi più familiari, nei periodi in cui le misure contenitive per scongiurare la diffusione del virus si sono fatte più rigide, hanno rivelato un aspetto che fino a qualche tempo fa appariva quasi fantascientifico: metropoli deserte, ambite mete turistiche avvolte nel silenzio, spazi enormemente vuoti. Ma, per chi possiede una certa sensibilità nello sguardo, tutto questo può divenire anche fonte di riflessione, ispirazione e creazione.

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Silvia Camporesi (Forlì, 1973) – Piazza Garibaldi, Lugo (Ra) 30 aprile 2020

Un importante progetto di documentazione visiva

La mostra Italia in-attesa, curata da Margherita Guccione, Carlo Birrozzi, Flaminia Gennari Santori, fa parte di un ampio progetto ideato e organizzato dal MiBACT in accordo con la Direzione Generale Creatività Contemporanea: 2020FermoImmagine. Tre azioni – le altre due sono la mostra Città sospese. I siti italiani Unesco nei giorni del lockdown ospitata a Palazzo Poli e REFOCUS, una open call dedicata ai fotografi under 40 in collaborazione con La Triennale di Milano e il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo – per eternare i punti di vista sul nostro Paese ai tempi del Covid-19.

Dodici sono i fotografi cui si è chiesto di realizzare opere finalizzate alla creazione di un archivio visivo dell’Italia durante la pandemia: Olivo Barbieri, Antonio Biasiucci, Silvia Camporesi, Mario Cresci, Paola De Pietri, Ilaria Ferretti, Guido Guidi, Andrea Jemolo, Francesco Jodice, Allegra Martin, Walter Niedermayr, George Tatge. In questo modo, anche grazie al supporto dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica, questi sguardi fissati in più di cento fotografie andranno a comporre un punto di vista fruibile a tutti coloro che lo desiderano.  

Diversi fotografi, diversi approcci

Olivo Barbieri sceglie l’arte, nello specifico alcuni dettagli della celeberrima Camera degli Sposi di Mantegna a Mantova, come medium del suo messaggio mentre Antonio Biasiucci cattura l’attenzione con il polittico Ghenos: ciò che rimane dopo il taglio dell’albero. Silvia Camporesi ci regala visioni metafisiche dell’Emilia Romagna, Mario Cresci uno sguardo inquieto sull’interno della sua casa e sulla Bergamo in cui si trova, Paola De Pietri una Rimini e una Venezia talmente astratte da apparire quasi un disegno nel loro legame con l’acqua. Decisamente affascinante il lavoro che Ilaria Ferretti ha realizzato tra Marche e Umbria, dove all’inquieta assenza della figura umana – la cui rarissima presenza è volutamente forzata, quasi si tratti di una intrusione – risponde una Natura presente nonostante l’Uomo. Messaggio riassunto ed esaltato da un autentico nido non solo fotografato ma anche esibito. Che, a ben guardare, tra i suoi componenti ha anche un filo di plastica. Si prosegue con Guido Guidi che focalizza l’attenzione su dettagli rurali del quotidiano, la desolazione dei luoghi iconici di Roma fermata da Andrea Jemolo, ai falansteri tratti da immagini satellitari di Francesco Jodice, alla struggente riflessione sul tempo nei luoghi della cultura di Allegra Martin, ai dittici e trittici dei malinconici scenari alpini firmati da Walter Niedermayr per finire con le immote armonie delle piazze umbre di George Tatge.

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Ilaria Ferretti (Fabriano, 1980) – Natura Italia, nido e insetto stecco, primavera 2020

Le meraviglie di un percorso museale non immediato

Uno degli obiettivi del percorso realizzato per la mostra ospitata a Palazzo Barberini è il far scoprire ai visitatori alcuni ambienti solitamente non accessibili al grande pubblico o presentati per la prima volta: è il caso della stupefacente Sala delle Colonne o delle Cucine Novecentesche al primo piano, così come della Serra ottocentesca che si affaccia sui giardini. Per fruire l’intera esposizione bisogna, dunque, attraversare ambienti che non si susseguono necessariamente: ma ciò che si può ammirare giustifica assolutamente la scelta.

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Alberto Novelli – Veduta dell’allestimento

Cristian Pandolfino

Foto in evidenza: Alberto Novelli, veduta dell’allestimento.

Nato a Messina, si laurea con lode in Filosofia e decide di trasferirsi a Roma per frequentare un master in scrittura creativa e pubblicitaria presso l’Istituto Europeo di Design. Copywriter da più di un decennio, ha lavorato per numerosi clienti nazionali e internazionali senza mai perdere di vista le sue autentiche passioni: le religioni, la mitologia classica, il cinema, il teatro, la musica, l’arte, la fotografia, la letteratura e, ovviamente, la scrittura. Cura un suo blog - Il Neomedio - e collabora con varie realtà on-line.

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