“L’Annunciazione” di Orazio Gentileschi: spiegazione dell’opera

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Il mese di Dicembre è da poco iniziato e come ogni anno addobbi natalizi, ghirlande e presepi sono pronti ad invadere le nostre case.

L’agitazione per le feste è ormai una sindrome collettiva da cui è impossibile proteggersi, ma forse la delicatezza di Orazio Gentileschi può aiutarci a ritrovare l’intimità del Natale.

Se anche voi siete pronti ad armarvi di pazienza e coraggio per percorrere le navate dei centri commerciali alla ricerca dei regali perfetti allora calmi! C’è tempo per tutto, soprattutto per distendersi con una tisana e leggere il nostro articolo.

L’infuso d’arte di oggi è “L’Annunciazione” dipinto olio su tela realizzato dal Gentileschi nel 1623 e conservata presso i Musei Reali di Torino. L’opera, dipinta dall’artista pisano durante il suo soggiorno a Genova, fu inviata successivamente come dono al duca Carlo Emanuele di Savoia per la sua cappella nel capoluogo piemontese.

Potete visionarlo qui.

Cosa vediamo raffigurato?

La scena viene rappresentata all’interno di una semplice stanza invasa da una carezzevole luce diurna. Osserviamo la Vergine, fresca e bellissima, che in un atteggiamento timido e riservato, viene ritratta dal Gentileschi mentre abbassa delicatamente lo sguardo verso l’angelo inginocchiato con devozione ai suoi piedi.

Il grande critico d’arte Roberto Longhi nel 1916 descrisse questa Madonna del Gentileschi come “Una dama dell’aristocrazia che ascolta attentamente le parole di un giovine gentiluomo nella sua stanza da letto”. Effettivamente lo storico con queste parole non poteva dare un’interpretazione più puntuale del soggetto raffigurato.

Vediamo infatti una giovane donna dai costumi molto eleganti mentre con grande pudore si stringe nel mantello alla vista dell’angelo annunciante. Maria suggerisce attraverso il suo atteggiamento una nobiltà d’animo spontanea riassumendo nella semplicità della posa tutte le sue virtù. L’angelo sembra ugualmente un giovanotto di alto rango, vestito di seta e dai nobili gesti, mentre si inginocchia con educazione ai piedi della Vergine per riferirle il messaggio.

Cosa ci fa entrare nel dipinto?

Il Gentileschi riesce a farci entrare silenziosamente nell’intimità della stanza divenendo spettatori privilegiati dell’evento miracoloso. Il nostro sguardo viene subito catturato dallo splendore e dalla naturale bellezza di Maria che con grande umiltà e serenità d’animo accetta il volere divino.

L’artista riesce a interpretare la scena sacra in chiave quotidiana e realistica specialmente attraverso la descrizione della stanza, resa con cura e descritta nei minimi dettagli. L’ambiente riflette l’esperienza dello studio dal vero come si può notare nella finestra che è coperta da lastre di pergamena, nelle lenzuola di lino che scoprono disordinatamente il letto e nella luce del giorno che illumina la stanza.

Due parole sullo stile…

L’Annunciazione di Torino è una delle opere più rappresentative all’interno della produzione artistica di Orazio Gentileschi. Il dipinto rivela i modelli usati dall’artista il quale riesce a elaborare uno stile fondato sul perfetto equilibrio tra il classicismo raffaellesco, il realismo fiammingo ed il naturalismo caravaggesco che ritroviamo nell’uso teatrale della luce.

Anche per oggi il nostro infuso d’arte è terminato. Nel caso voleste continuare a crogiolarvi sulla poltrona avvolti nel plaid vi consigliamo di dare un’occhiata a questo link per scoprire le opere di Goya! Ci vediamo tra due settimane.

Martina Patrizi

Artemisia Gentileschi: l’arte di essere donna

23 anni, laureata in letteratura e linguistica italiana all'università degli studi di Roma Tre. Amante dell'arte e della vita, mi tuffo sempre alla ricerca della bellezza e di una nuova avventura. La mia frase è "prima di essere schiuma, saremo indomabili onde".

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