Impressionismo e avanguardie 2018: a Milano i capolavori del Philadelphia Museum of Art

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A Milano fino al 2 settembre 2018 si potrà ammirare la splendida mostra “Impressionismo e avanguardie. Capolavori dal Philadelphia Museum of Art”.

Inaugurata l’otto marzo 2018, la mostra permette a noi italiani di rimirare alcune opere che altrimenti non avremmo – forse – mai modo di vedere. Stiamo parlando dei quadri e delle sculture del Philadelphia Museum of Art. La mostra è una coproduzione di Comune di Milano-Cultura e MondoMostre Skira, e il catalogo è edito da Skira.

La mostra presenta una selezione di 50 capolavori provenienti da uno dei più importanti e storici musei americani. Un’occasione unica per ammirare opere dei più grandi pittori a cavallo tra Ottocento e Novecento, nel loro periodo di massima espressione artistica. Filadelfia, infatti, è stata la capitale del collezionismo d’arte dalla metà dell’Ottocento e l’esposizione “Impressionismo e avanguardie” vuole essere il racconto della storia del museo e dei suoi collezionisti.

La mostra si inserisce nella linea espositiva “Musei del mondo a Palazzo Reale”, inaugurata nel 2015, che vede la realizzazione di mostre delle più importanti collezioni museali di tutto il mondo, non sempre note al grande pubblico e non sempre accessibili.

Grandi artisti in 50 opere

Nella mostra “Impressionismo e avanguardie” si possono ammirare opere di artisti celeberrimi come Pierre Bonnard, Paul Cézanne, Edgar Degas, Edouard Manet, Paul Gauguin. E ancora, Claude Monet, Vincent van Gogh, Camille Pissarro, Pierre-Auguste Renoir fino alle sperimentazioni di Georges Braque. Ci sono poi Vasily Kandinsky, Paul Klee, Henri Matisse, Marc Chagall, Constantin Brancusi, Pablo Picasso, passando per il surrealismo di Salvador Dalí e Joan Mirò. A questi si aggiungono i lavori di tre grandi artiste, perché l’impressionismo fu anche al femminile: Mary Cassatt, Marie Laurencin, Berthe Morisot.

Per la mostra milanese sono state scelte cinquanta opere, in un percorso affascinante: troviamo i luminosi paesaggi di Monet, di Pissarro, di Cézanne con Le Quartier du Four, à Auvers-sur-Oise (ca.1873) e Paesaggio invernale, Giverny (1894), di de Vlaminck con La Senna a Chatou (ca.1908), di Soutine con Paesaggio e altre opere.

Sfilano poi magnifici ritratti, e ancora indimenticabili composizioni di frutta e fiori come Natura morta con rose centifolia in un cestino (1886) di Gauguin. E sculture come L’atleta (1901-1904) di Rodin visivamente legata al Pensatore, che ritrae Samuel S. White III, tra i maggiori donatori del Museo, l’enigmatico Il giullare (1905) di Picasso, la bellissima scultura in pietra Il Bacio (1916) di Brancusi.

Il Philadelphia Museum of Art

Fondata nel 1681, Filadelfia si considerava sempre la prima e la più bella delle città degli Stati Uniti e nell’Ottocento era la più grande città nordamericana. I suoi commercianti facevano fortuna nel commercio e abbellirono la città, gareggiando per renderla la capitale culturale dell’America. La prima Fiera mondiale ufficiale negli Stati Uniti fu tenuta proprio a Filadelfia nel 1876 e fu visitata da più di 10 milioni di persone, contribuendo a stimolare i ricchi americani a viaggiare in Europa e ad acquistare opere d’arte. Ne è nato il Philadelphia Museum of Art, che ha aperto l’anno successivo, e possiede oggi una collezione di oltre 240.000 opere, rappresentative di oltre duemila anni di produzione artistica.

Valeria Martalò

Classe 1989, laureata in Filologia Classica, originaria di Bari, vive dal 2017 a Milano, dove lavora nel mondo dell'editoria e della comunicazione.

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