Manet e la Parigi moderna: la mostra a Palazzo Reale
Non solo Manet alla mostra di Palazzo Reale a Milano: tanti artisti raccontano la Parigi di fine Ottocento in un percorso indimenticabile
C’è sempre molta fila a Palazzo Reale, e in queste belle giornate di sole ancora di più. Le mostre attuali, inoltre, quella su Manet e quella su Haring, attirano molto pubblico. Vi consigliamo perciò di prenotare: l’attesa in coda potrebbe superare i 45 minuti! Detto questo, con soli 12 euro potrete gustare una bellissima e completa panoramica sulla Parigi di fine Ottocento e sui vari percorsi pittorici seguiti da Édouard Manet. La mostra Manet e la Parigi moderna, aperta dall’8 marzo a Milano al piano nobile di Palazzo Reale, fino al 2 luglio 2017, vuole infatti raccontare per temi e per sezioni ben definite il percorso artistico del grande maestro Manet (1832-1883), ma non solo.
L’artista, in pochi anni di attività, ha prodotto 430 dipinti, due terzi dei quali copie, schizzi, opere minori o incompiute. Lavori che si intrecciano con la storia di Parigi e con quella di altri artisti e intellettuali che frequentavano i caffè letterari del tempo. Non sono moltissime le opere di Manet, ma quelle presenti in mostra sono di grande pregio: basti pensare al celebre Ritratto di Émile Zola del Museo d’Orsay. La gran parte dei dipinti proviene proprio dall’importante museo parigino.
La mostra di Palazzo Reale comprende un centinaio di opere, tra cui 55 dipinti; oltre a Manet, sono ben rappresentati Boldini, Cézanne, Degas, Fantin-Latour, Gauguin, Monet, Berthe Morisot, Renoir, Signac, Tissot. Ogni sezione si concentra su un tema ben preciso: la raffigurazione della donna, della vita mondana parigina, delle nature morte (in cui il Maestro eccelleva), della vita degli emarginati e così via. Grande attenzione è posta sulla città di Parigi, amatissima dal pittore, e rivoluzionata a metà Ottocento dal nuovo assetto urbanistico attuato dal barone Haussmann. In quel periodo nacque infatti un nuovo modo di vivere nelle strade, nelle stazioni, nelle Esposizioni universali.
Impressionante il numero di opere e di capolavori del Maestro che sono stati rifiutati dal Salon di Parigi, come il famoso Colazione sull’erba, che però non è purtroppo presente in mostra. Molto suggestiva la sezione dedicata all’acqua e alla rappresentazione impressionista dei riflessi: in La fuga di Rochefort vediamo chiaramente, in quell’acqua verde smeraldo elettrica, la grande padronanza di Manet nel dipingere l’acqua in movimento.
Una mostra ben fatta, che ci fa immergere nell’atmosfera di un’epoca, quella parigina di fine Ottocento, carica di grandi speranze e di tante novità. Un’epoca densa di promesse e dal futuro scintillante.
Valeria Martalò