Viaggio musicale con l’Orchestra delle Donne del 41° Parallelo

L’Orchestra delle Donne del 41° Parallelo ci ha rivelato mondi poco conosciuti con il potere della musica.

È stata una di quelle serate che si suol definire, senza ombra di dubbio, magiche. Già il nome dell’orchestra è particolare. La motivazione per la quale quest’orchestra si chiama 41° Parallelo deriva dal fatto che eseguono musiche dei paesi che si trovano su quest’asse geografico, come Italia, Spagna, Turchia, Armenia e Grecia.

Teatro Vascello

Il concerto che quest’ensemble particolare ha tenuto il giorno 11 gennaio al Teatro Vascello nell’ambito del Festival Vascello in Musica, organizzato con la collaborazione dell’Associazione LSD e Controchiave, sarà uno dei ricordi che mi porterò appresso per tutta la vita. 
La musica è forse la principale e più incisiva testimonianza della cultura di un popolo. Dal Tai ami gour bole daki, un canto Baul che racconta pienamente la spiritualità di questo popolo (il nome della comunità indiana significa infatti “vento” e si riallaccia al pensiero di essere sollevati da terra da una forza misteriosa), si è passati ai ritmi di Thelonious Monk e George Gerswhin, che raccontano la loro New York, arrivando anche nella Grecia attuale, piegata dalla crisi economica che ha duramente colpito il paese, come rappresentato da una versione del famoso sirtaki di Mikis Theodorakis, colonna sonora del film “Zorba il greco“, e per il Portogallo dal canto del Fado. Tutte musiche piene di solitudine.
A mio avviso, ma è stato veramente difficile scegliere qualcosa di una serata che entrerà negli annali del teatro, i punti più alti del concerto sono stati una ninna-nanna albanese, un canto all’apparenza triste ma in realtà pieno di amore (quello che lega una madre al proprio figlio), ed una suite di brani della tradizione sarda dal titolo “Il bacio della Medusa“, che ricorda un incontro particolare del bravissimo direttore Stefano Scatozza durante un bagno nei mari della Sardegna: quello con una medusa, con le conseguenze che, ahimé, chiunque abbia incontrato quest’animale conosce. Al di là della nota di spirito l’esecuzione di questi brani presentava quell’anima profondamente spirituale tipicamente sarda, che possiamo riscontrare anche in alcune canzoni in sardo di Fabrizio De André, di cui casualmente ricorreva l’anniversario della morte proprio il giorno del concerto. 
L’esecuzione del tutto, anche grazie all’emozione della bellissima voce di Gabriella Aiello (la più bella voce che io abbia mai sentito in teatro, senza se e senza ma), è stata semplicemente emozionante. Con la musica siamo entrati veramente in contatto con tutti quei popoli.
Il pubblico era coinvolto, batteva le mani, partecipava fisicamente anche con calorosi applausi all’esecuzione, e questo è il risultato più bello per un artista; è il segno che si è fatto centro, che si è arrivati al cuore del pubblico.
E, se mi permettete, quando sono, come si evince dal nome dell’Orchestra, protagoniste le donne (delle quali è doveroso nominare due fenomenali artiste come Agnese Valle, voce e clarinetto, e Camilla Dell’Agnola, voce e viola), c’è sempre quel qualcosa in più che solo loro sanno dare, in un mondo in cui spesso sono ancora oggetto delle più feroci violenze ed oppressioni.
Marco Rossi
@marco_rossi88
Storico dell'arte e guida turistica di Roma, sono sempre rimasto affascinato dalla bellezza, ed è per questo che ho deciso di studiare Storia dell'Arte all'Università. Nel tempo libero pratico la recitazione. Un anno fa incontrai per caso Alessia Pizzi ed il suo team e fu amore a prima vista e mi sono buttato nella strada del giornalismo. Mi occupo principalmente di recensioni di spettacoli e di mostre, concerti di musica classica e di opere liriche (le altre mie grandi passioni)

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