Una vita travagliata, ma sicuramente non “banale”

Un racconto del secolo passato. Ecco che cos’è “Una vita banale”, spettacolo tratto dal romanzo omonimo di Maria Antonietta Vincenti andato in scena mercoledì 7 settembre 2016 al teatro della Fondazione Cristo Re di Roma con gli attori della Compagnia “Così è se ci pare” e la regia e l’interpretazione del bravo Francesco Fario, collaboratore di CulturaMente.

Francesco Fario
© Ilaria Yralih
Una giovane donna, orfana, analfabeta, Maria Renchi, incontra un uomo importante, illustre, che ha studiato in America, Antonio Capiricci, e subito nasce l’amore. Ma Antonio porta dentro di sé un terribile segreto: in America è già sposato. In paese poi la povera Maria non viene vista di buon occhio. Lei è una di quelle ragazzine abbandonate a loro stesse, sole, che riempivano le case dell’Italia postunitaria. Da queste premesse è partito lo spettacolo “Una vita banale“, tratto dall’omonimo romanzo biografico di Maria Antonietta Vincenti, andato in scena al teatro della Fondazione Cristo Re di Roma mercoledì 7 settembre 2016 con la regia e l’interpretazione del nostro bravissimo Francesco Fario, collaboratore di CulturaMente, e con i fantastici ragazzi della CompagniaCosì è se ci pare
I drammi di Maria e Antonio, e di tutti i personaggi del testo, riflettevano i cambiamenti sociali di un’Italia che si stava creando, da quella postunitaria a quella del fascismo, i piccoli pettegolezzi e le cattiverie dell’essere umano in una coscienza patriottica che si andava formando. Ma il testo ed i ragazzi della Compagnia (con la mirabile interpretazione e regia del sopra nominato Francesco Fario) hanno messo in luce un vero e proprio, permettetemi l’abuso del termine visto che non proprio corretto, “romanzo di formazione“, il cambiare dell’animo umano durante la crescita, il tutto essendo aiutati da una scenografia semplice che, con l’ausilio di proiezioni, riproduceva i vari ambienti come la casa di Maria.
Tutte questi pensieri mi facevano riportare alla mente, mentre ero seduto su quella poltroncina di velluto rosso, a grandi capolavori come “Novecento” di Bernardo Bertolucci con un insuperabile Robert De Niro o, per parlare dell’Italia moderna, “La Meglio Gioventù” di Marco Tullio Giordana; insomma, un punto di partenza per la società italiana odierna, sia quella negativa che quella positiva. Si tratta di una vita intensa, e non “banale”
In una sola parola, ragazzi che leggerete queste poche righe: siamo noi i figli di Maria e Antonio, ma anche di Pietro, di Padre Biagio e di tutti gli altri.
Marco Rossi
Storico dell'arte e guida turistica di Roma, sono sempre rimasto affascinato dalla bellezza, ed è per questo che ho deciso di studiare Storia dell'Arte all'Università. Nel tempo libero pratico la recitazione. Un anno fa incontrai per caso Alessia Pizzi ed il suo team e fu amore a prima vista e mi sono buttato nella strada del giornalismo. Mi occupo principalmente di recensioni di spettacoli e di mostre, concerti di musica classica e di opere liriche (le altre mie grandi passioni)

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