Il fascino senza tempo di Uno nessuno e centomila rivive a teatro con Enrico Lo Verso

teatro ghione

Portare sul palco di un teatro Uno nessuno e centomila è una scommessa azzardata che Alessandra Pizzi e Enrico Lo Verso vincono completamente, regalando emozioni nel solco del capolavoro di Pirandello.

Uno sfondo nero, come la più buia delle notti, su cui si stagliano sei cornici nude sospese nel vuoto. E poi due sole casse bianche.

Ma questa scenografia, volutamente scarna, viene totalmente riempita dalla trasbordante bravura di un grande attore: Enrico Lo Verso.

Quando termina Uno nessuno centomila la comune sensazione del pubblico del teatro Ghione è quella di aver assistito a uno spettacolo davvero bello.

Scritto da Alessandra Pizzi, che firma anche la regia, Uno nessuno centomila, adattamento teatrale del capolavoro di Pirandello, è uno spettacolo che merita lunghi, calorosi applausi.

Sul palco il solo Enrico Lo Verso.

L’attore si muove con una disarmante bravura, dando fisicità a uno dei libri più amati di Luigi Pirandello, insieme al Fu Mattia Pascal.

Protagonista deI romanzo è Vitangelo Moscarda, personaggio senza tempo.

Un giorno, complici la particolare attenzione della moglie e uno specchio, scopre che il suo naso, ritenuto fino a quel momento, «se non proprio bello, almeno molto decente» pende verso destra.

Quel naso, insolitamente storto, è sola la prima di una serie di altre fatali scoperte che gettano Vitangelo Moscarda nello sconcerto.

Perché quei piccoli, apparentemente insignificanti dettagli, innescano un vortice di profonde riflessioni su come si possa apparire agli altri.

Da quel giorno desidererà «ardentissimamente d’esser solo, almeno per un’ora», un momento tutto per sé, per capire, conoscersi, riflettere.

L’imperfezione di quel naso fa cadere il sipario, svelando il dubbio che si possa essere agli occhi degli altri uno, nessuno e centomila.

Lo spettacolo magistralmente interpretato da Enrico Lo Verso, sempre solo sul palcoscenico e capace di dar voce a più personaggi, fra cui la moglie di Vitangelo, è stato giustamente più volte premiato.

Nel 2017 ha ricevuto il Premio Franco Enriquez per la migliore interpretazione, mentre recentemente è stato insignito del Premio Delia Cajelli per il Teatro per la migliore regia.

Riconoscimenti inevitabili per un monologo meraviglioso che, ogni sera, riceve il premio più importante, quello del pubblico in sala.

Portare sul palco un testo come quello di  Uno nessuno e centomila non è impresa semplice ma il duo Pizzi-Lo Verso ci riesce perfettamente.

Si tratta, infatti, di un adattamento teatrale che non tradisce mai il romanzo di Pirandello, rendendolo, se possibile, ancora più attuale.

Enrico Lo Verso è un autentico mattatore sul palco, regalando al pubblico una prova attoriale superba, fatta non solo di una recitazione trascinante ma anche di una corporeità che è forse la cifra più tipica di questo spettacolo.

Vestito rigorosamente di bianco, il colore del candore, ma anche della pazzia, Lo Verso/Moscarda inchioda lo spettatore, ponendolo davanti all’implacabile specchio, giudice supremo del nostro apparire.

I suoi dubbi ci scandagliano, le sue paure ci scavano, il suo dramma ci precede.

La sensazione che si coglie alla fine della performance dell’attore palermitano, è che si sia proprio divertito a interpretare il protagonista del romanzo di Pirandello.

Al termine dello spettacolo Enrico Lo Verso non vorrebbe mai lasciare il palco, avvinto a quel pubblico che giustamente lo premia con ripetuti applausi.

Per lui questo spettacolo, come ha più volte sottolineato in diverse interviste, «è stato un regalo bellissimo» con il quale ha girato l’Italia affollando i teatri anche di giovani, ed è questo, forse, l’aspetto più bello.

Uno nessuno centomila di Alessandra Pizzi è il modo migliore per riavvicinarsi al capolavoro pirandelliano.

Questo bellissimo adattamento teatrale rende omaggio al più amaro fra tutti i testi pirandelliani, il più profondamente umoristico, in cui il tema della scomposizione della vita emerge con maggiore chiarezza.

Questo spettacolo, che ha debuttato il 29 luglio 2016, sintetizza in un monologo imperdibile la summa del pensiero di Luigi Pirandello, uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi e, se vogliamo, uno dei più grandi filosofi di sempre.

«Non mi conoscevo affatto, non avevo per me alcuna realtà mia propria, ero in uno stato come di fusione   continua, quasi fluido, malleabile; mi conoscevano gli altri, ciascuno a suo modo, secondo la realtà che m’avevano data; cioè vedevano in me ciascuno un Moscarda che non ero io, non essendo io propriamente nessuno per me; tanti Moscarda quanti essi erano, e tutti più reali di me che non avevo per me stesso, ripeto, nessuna realtà”

 

Testo: Maurizio Carvigno

Foto: Teatro Ghione

 

Post scriptum : Per doverosa chiarezza si precisa che il titolo dello spettacolo è Uno nessuno centomila mentre quello del libro di Pirandello è Uno nessuno e centomila.

Nato l'8 aprile del 1974 a Roma, ha conseguito la maturità classica nel 1992 e la laurea in Lettere Moderne nel 1998 presso l'Università "La Sapienza" di Roma con 110 e lode. Ha collaborato con alcuni giornali locali e siti. Collabora con il sito www.passaggilenti.com

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