Portare a teatro un romanzo di Luigi Pirandello non è sempre un’operazione semplice. Claudio Boccaccini, con il suo Il fu Mattia Pascal, ci è riuscito benissimo, facendo divertire e riflettere.
Mattia Pascal/Adriano Meis racconta a un editore la sua storia, anzi le sue due storie, le sue due incredibili vite. Così inizia Il fu Mattia Pascal, adattamento teatrale di Eleonora Di Fortunato e Claudio Bocaccini, che firma anche la regia dello spettacolo tratto dal celebre ed omonimo romanzo di Luigi Pirandello.
La vicenda narrata è nota. Mattia Pascal, oscuro bibliotecario, ossessionato dai debiti, dal senso di colpa per aver dissipato l’ingente eredità paterna e strangolato da una vita matrimoniale sempre più soffocante, decide semplicemente di cambiar vita.
Grazie ad alcune e inattese complicità, la vincita di una considerevole somma alla roulette a Montecarlo e l’incredibile scoperta di essere stato identificato durante la sua assenza con il cadavere di un suicida, il bibliotecario ligure, sul treno per tornare a casa, decide di afferrare quell’occasione, che la vita inaspettatamente gli offre, per chiudere conti con il grigio Mattia Pascal e aprire le porte alla libertà, al nuovo, ad Adriano Meis.
Ma il sogno di una nuova vita, ben presto si scontra con l’oggettiva constatazione che nulla cambia e che quello che appariva come un sogno realizzabile, si concretizza, al contrario, in un incubo devastante, da cui è impossibile svegliarsi.
Prigioniero di un passato che ritorna prepotentemente e di un presente che non può diventare futuro, Adriano Meis non può che amaramente accettare l’inevitabile verità, quella di essere solo e soltanto un semplice, ignoto “fu Mattia Pascal”.
Ottimo compromesso fra il bisogno di rendere fruibile un testo che, per quanto ricco di elementi teatrali, come in altri libri di Pirandello, rimane pur sempre un romanzo e la necessità di rappresentare, nonostante tutto, un’opera teatrale, Il fu Mattia Pascal di Claudio Boccaccini convince nell’interpretazione dei diversi attori, bravissimo Felice Della Corte, nella parte di Pascal e Alessia Navarro in quella della giovane e ingenua Adriana, nella bellissima scenografia, composta di tantissimi libri e nei dialoghi serrati, che sottolineano l’idea portante dell’opera, la riflessione pirandelliana del “doppio”.
Convince meno, invece, la scelta di calcare troppo, in certi momenti, il registro comico, come nella spiegazione della teoria della lanterninosofia, esposta da Anselmo Paleari, o nella surreale rappresentazione della seduta spiritica. Questo, non perché la vis comica sia del tutto estranea ai testi Pirandelliani, anzi, quanto perché appare, ma solo per brevissime porzioni del godibilissimo spettacolo, forse un poco esasperata.
In scena fino al 21 gennaio al Teatro Ghione Il fu Mattia Pascal Claudio Boccaccini è un’ottima occasione per vedere una bella pièce teatrale, per riflettere, per divertirsi e per riprendere, magari, da un ripiano della nostra libreria, l’intramontabile e sempre attuale capolavoro dello scrittore siciliano.
Maurizio Carvigno