Grande inizio di stagione al Teatro Le Muse di Ancona, con Bella Figura di Yasmina Reza che resterà in scena fino al 18 Novembre.
Anche quest’anno, Marche Teatro non ci ha risparmiato uno scoppiettante inizio di stagione al Teatro Le Muse con uno spettacolo drammaticamente intenso. Il testo di Yasmina Reza porta in scena una non-storia, una vicenda apparentemente non-sense in cui l’inizio non è un vero e proprio inizio e la conclusione altrettanto. Teatro delle Muse
Meraviglia che la prima battuta venga pronunciata a sipario non ancora quasi aperto, al punto tale che l’impressione è quella di esser passati per sbaglio fuori da una finestra aperta e di essersi fermati ad origliare. Nessuno ci ha aspettato, perché nessuno sapeva saremmo passati. Il palco del Teatro Le Muse è lo spioncino di una porta chiusa, lo scorcio di un muretto dal quale spiamo la vita dei protagonisti.
Sono le fragilità dei personaggi a colorare la scena
Le piccole criticità della vicenda sono funzionali a mettere in luce problemi e nevrosi dei singoli personaggi. Non c’è desiderio di aiuto o di superamento del dolore. Ciascuno si crogiola nella propria infelicità con profonda superficialità. Dietro al sarcasmo, al cinismo, al ritmo di certe battute che strappano il riso allo spettatore si cela l’amara consapevolezza di una condizione irreversibile.
Yvonne e la verità camuffata
All’inafferrabile ricerca di certezze dei quattro personaggi più giovani, si contrappone Yvonne, a cui gli anni hanno conferito il dono di una saggia leggerezza.
C’è lucidità dietro alle dimenticanze della donna. Vediamo desiderio di oblio, dietro alla ricerca costante di farmaci da assumere. Scorgiamo alla fine, qualche perla di verità di pirandelliana memoria dietro ai suoi aforismi lanciati nel bel mezzo dei discorsi altrui.
Fragilità, paura e bisogno di conferme: Anna Foglietta
Anna Foglietta nei panni di Andrea, con i suoi tacchi e la gonna corta, cavalca il palco lasciando disorientato lo spettatore con i suoi sbalzi di umore. Alternando momenti di amara lucidità a isterismo puro, quello di Andrea è il personaggio che più illustra il dramma continuo e irrisolvibile che è la vita. Una donna che cerca in una gonna corta e nei tacchi a spillo di essere ancora piacente, di attirare ancora l’ardore del suo amante. Si illude che questo basti, che questo LE basti, ma in cuor suo sa che tutto questo non sarà sufficiente.
“Ha ragione mia figlia” – dice Andrea, riferendosi ai rimproveri di sua figlia circa il suo abbigliamento. E lei lo sa.
Una spettacolo intenso, bello e intriso di un’amara verità.
Serena Vissani