Lo scorso 4 agosto c’è stata la terza replica de Il flauto magico per la regia di Graham Vick all’interno del Macerata Opera Festival.
Una rivisitazione decisamente innovativa che lascia disorientato lo spettatore sin dal momento in cui entra nel teatro per prendere posto. Perché? Perché ai lati del palco si trovano tende da campeggio, auto parcheggiate, tavolini e sdraio. La perplessità non scema sopratutto quando ci si rende conto che tra quegli oggetti gira della gente perfettamente a proprio agio e affatto noncurante della faccia stupita di chi passa e osserva.
Mentre l’orchestra regionale delle Marche prende posto e dispone tutto per incominciare, l’occhio inizia a familiarizzare con la scena. Lo sfondo moderno è lontano dall’ambiente che ci si sarebbe potuti aspettare.
Tamino, entrando in scena con berretto e felpa azzurra, viene catturato da un mostro-ruspa che troneggia sul lato sinistro del palco, dando così inizio alla vicenda. I costumi, moderni ma mai esagerati, contribuiscono alla rivisitazione dell’opera e consentono di traslare il racconto nel tempo. Gli eventi si fanno più vicini e ogni elemento sul palco si carica di una simbolicità per niente scontata.
Il percorso iniziatico che Tamino intraprende, insieme al suo compare Papageno, lo conduce dalle tenebre alla luce. Sullo sfondo della scena si stagliano tre grandi monoliti dai quali fuoriescono le voci possenti del coro lirico marchigiano Vincenzo Bellini. Un coro che, come un fiume in piena, straripa delle tre grandi porte per invadere il palco. Incontenibile.
Non sono mancati momenti di dialogo, in italiano, che hanno appassionato il pubblico oltre a divertirlo. Le vicende di Papageno, in cerca della sua Papagena, hanno alleggerito la trama principale con una buona dose di ilarità e ironia.
Un plauso meritatissimo va agli interpreti dell’opera: Giovanni Sala (Tamino), Guido Loconsolo (Papageno), Lucrezia Drei, Eleonora Ciri, Adriana Di Paolo (le tre dame), Manuel Pierattelli (Monostato), Valentina Mastrangelo (Pamina), Antonio Di Matteo (Sarastro), Tetiana Zhuravel (Astrifiammante), Paola Leoci (Papagena), Marcell Bakonyi (oratore), Ilenia Silvestrelli, Caterina Piergiacomi e Emanuele Saltari (i tre geni), Marco Miglietta e Seung Pil Choi.
Un consiglio quindi per l’ultima replica dello spettacolo sentiamo vivamente di darlo: approfittatene e non fatevelo scappare! Buone rappresentazioni come questa non devono essere perse!
Serena Vissani