“Se il tempo fosse un gambero”, al Teatro Albertino si ride di gusto

Se il tempo fosse un gambero

Confrontarsi con un classico della commedia teatrale musicale italiana non è semplice, specie quando questa si chiama Se il tempo fosse un gambero, ma la Compagnia del Teatro Albertino ci è riuscita e perfettamente.

Nata diversi anni fa da un’idea di Giancarlo Monaco, con lo scopo di aggregare intorno alla magia del teatro ragazzi e ragazze, la Compagnia del Teatro Albertino, composta da attori non professionisti è, nel corso del tempo, cresciuta in numero e successi, portando in scena ogni volta spettacoli sempre più belli. Da Sister Act a Sette spose per Sette fratelli, passando per il bellissimo Aggiungi un posto a Tavola  e molti altri.

Quest’anno è stata la volta di Se il tempo fosse un gambero, la fortunata commedia musicale che debuttò al Sistina di Roma il 23 dicembre 1986, con nel cast, oltre a uno strepitoso Enrico Montesano, anche una bravissima e debuttante Nancy Brilly.
In scena al Teatro Albertino di Roma dal 9 febbraio scorso, Se il tempo fosse un gambero, diretto da Giancarlo Monaco, è stato un autentico successo, confermato da oltre mille spettatori, che hanno riempito il piccolo teatro romano per dieci repliche consecutive.

La trama della commedia, scritta da Iaia Fiastri e Bernardino Zapponi, su soggetto di Pietro Garinei, è piuttosto nota. Un maldestro diavolo, che deve assolutamente riscattarsi difronte a Satana per una carriera diabolica non proprio fra le migliori, adesca con l’inganno un’ignara e docile vecchina, l’ottantenne e nubile Adelina che, proprio il giorno del suo compleanno, ha espresso il desiderio di tornare indietro nel tempo. Adelina vorrebbe tornare al 1958, nella versione originale è il 1928, per poter riconquistare il principe polacco Amedeo Poniatowskij, le cui avance, a quel tempo, aveva respinto con sonori schiaffoni. Il diavolo riporta indietro Adelina in cambio della sua anima, ma qualcosa nei disegni diabolici non va proprio per il verso giusto e l’amore, alla fine, ci metterà fatalmente lo zampino.

Lo spettacolo fin dal suo musicalissimo incipit è godibilissimo.

Bellissime le scenografie che ricostruiscono un Roma popolana, così come i riuscitissimi costumi, senza dimenticare le canzoni perfettamente cantate, tutte rigorosamente dal vivo e i numerosi balletti che animano la scena.

Nota di merito, poi, per tutti gli attori, nessuno escluso, che calcano il palcoscenico per oltre due ore facendo ridere e di gusto il pubblico in sala.

Proprio il divertimento degli spettatori è il premio migliore per lo sforzo di tutti coloro che hanno preso parte a uno spettacolo non semplice da portare in scena e che ha visto l’intero gruppo impegnato dallo scorso ottobre con prove sempre più serrate, nonostante impegni familiari, lavorativi e personali.

Recitare e cantare al tempo stesso non è affatto semplice, specie per chi non lo fa per professione, ma il risultato finale è certamente fra i migliori.
Ciò che emerge, vedendo Se il tempo fosse un gambero, è il perfetto connubio che anima tutti i componenti della compagnia, il segreto del teatro, specie quello amatoriale.

Come nelle migliori favole anche per la Compagnia del Teatro Albertino è arrivato, dulcis in fundo, la sorpresa finale.

Domenica 25 febbraio, in occasione dell’ultima replica dello spettacolo, ad applaudire in sala i ragazzi della compagnia c’era uno spettatore d’eccezione: Enzo Garinei. L’attore e noto doppiatore ma anche fratello di Pietro che nel 1986 firmò la regia di Se il tempo fosse un gambero, al termine del musical si è voluto complimentare con tutti i membri della compagnia per l’ottima riuscita di una pietra miliare della commedia musicale italiana.

 

Maurizio Carvigno

Nato l'8 aprile del 1974 a Roma, ha conseguito la maturità classica nel 1992 e la laurea in Lettere Moderne nel 1998 presso l'Università "La Sapienza" di Roma con 110 e lode. Ha collaborato con alcuni giornali locali e siti. Collabora con il sito www.passaggilenti.com

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