Antigone, Metamorfosi di un mito: da Tebe a Scampia

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Antigone, Metamorfosi di un mito: da Tebe a Scampia

“Antigone, Metamorfosi di un Mito” apre la terza edizione del DOIT Festival con la rivisitazione di uno dei racconti più famosi dell’antichità.

Cosa c’entra la saga tebana con la Camorra di Scampia? Chiedetelo a Serena Gaudino.

Emulando Simone Weil, che leggeva i miti classici agli operai attuando una sorta di biblioterapia ante litteram, l’autrice ha raccontato il mito di Antigone alle donne del quartiere napoletano di Scampia, che si sono immedesimate nella storia.

Antesignana dei diritti umani, la giovane figlia di Edipo sfidò Creonte, nuovo re di Tebe, solo per degnare il fratello Polinice di una sepoltura, dopo lo scontro con l’altro fratello Eteocle. Questo atto di ribellione le costò la vita.

Il gesto simbolico di Antigone, quello di gettare la terra sopra al cadavere di Polinice, fa parte di una “corrispondenza di amorosi sensi” legata al genos, all’importanza del legame familiare, a quelle leggi non scritte e immortali che sono molto più forti di quelle dello Stato, in questo caso della polis.

Ci sono affetti che non possono essere intaccati, nemmeno da una dubbia condotta. E le donne di Scampia, vittime o complici della Camorra, lo sanno bene. Si raccontano con la voce di Tiziana Irti, che porta in scena un ricco universo femminile con “Antigone, Metamorfosi di un mito”, monologo tratto dal libro di Gaudino, “Antigone a Scampia”.

Partendo da Simone Weil e passando per Antigone, si arriva alle cinque donne napoletane, che raccontano le loro perdite. Mariti, padri e figli uccisi dalla Camorra. E’ la tragedia degli emarginati, ma anche gli emarginati meritano amore.

Così, il mito universale diventa espediente per raccontare il particolare: le storie sconosciute di cinque eroine moderne. Più di una rivisitazione, più di una modernizzazione dell’antico, il testo è un tentativo ben riuscito di dialettica tra presente e passato.

Lo spettacolo, per la regia di Giancarlo Gentilucci, è un’arringa ben sostenuta dall’attrice. Il pubblico è chiamato ad ascoltare non come giudice ma come coro, proprio come nella tragedia greca. E’ lì per essere informato, per osservare, per carpire il vero messaggio di una performance incalzante, innovativa e molto educativa.

 

Alessia Pizzi

[dt_quote type=”blockquote” font_size=”big” animation=”none” background=”plain”]Testo vincitore del premio internazionale di drammaturgia L’Artigogolo 2016, attualmente Antigone sta girando anche nelle scuole per sensibilizzare gli studenti di tutta Italia.[/dt_quote]

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Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

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