Avete mai immaginato di poter giudicare la storia e i suoi protagonisti? Un gioco affascinante che da diversi anni è davvero possibile grazie a Personaggi e Protagonisti: incontri con la Storia. A finire sotto torchio, questa volta, è Karl Marx. Fu solo un grande maÎtre à penser o il mandante morale di massacri perpetrati in ossequio alle sue idee? Sarà giudicato colpevole o innocente?
Giunto all’undicesima edizione, Personaggi e Protagonisti: incontri con la Storia, è uno di quegli appuntamenti ormai imperdibili.
Un format collaudato da anni di ripetuti e crescenti successi che porta sul palcoscenico del Teatro Eliseo nientemeno che la storia, da sempre croce e delizia di milioni di studenti.
Una disciplina che, nonostante mostri qualche ruga di una vita millenaria, emana sempre un fascino irresistibile.
Ideato e curato da Elisa Greco, in partnership con Anima per il sociale nei valori dell’impresa, (nell’ambito delle iniziative organizzate da Unindustria per la XVII Settimana della Cultura di impresa di Confindustria), Personaggi e Protagonisti: incontri con la Storia negli anni scorsi ha portato alla sbarra imputati illustri.
Rigorosamente a braccio, magistrati, avvocati, personalità della cultura e della società civile, danno vita ad un dibattimento processuale, intorno a un personaggio che ha fatto storia.
Tony Blair, Napoleone, Fidel Castro, Albert Einstein, Oriana Fallaci. Ma anche Bettino Craxi, Lina Merlin, Adriano Olivetti, Giuseppe Garibaldi, Lady Diana, sono solo alcuni nomi fra quelli di decine di personaggi celebri processati in questi anni.
Ad emettere “l’ardua sentenza” è sempre e solo il pubblico in sala.
Dopo aver ascoltato gli imputati, la difesa, l’accusa e i testi, il pubblico emette l’inappellabile verdetto, non sempre scontato!.
Il primo dei quattro appuntamenti di questa nuova edizione è andato in scena lo scorso 12 novembre. Sul palco del Teatro Eliseo di Roma, che quest’anno ha spento le fatidiche cento candeline, è salito Karl Marx.
Interpretato dal sociologo Domenico De Masi, il filosofo nativo di Treviri, di cui quest’anno ricorrono i duecento anni dalla nascita, è stato il protagonista di un dibattimento che ha messo sotto accusa non solo le sue idee ma anche la sua stessa vita.
Da una parte l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero, la bravissima Fiammetta Palmieri, nella vita di tutti i giorni magistrato in servizio presso la segreteria del CSM.
Dall’altra la difesa, personificata dal Presidente emerito della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti, non proprio uno qualsiasi quanto a comunismo e teorie marxiste.
Inequivocabili le accuse mosse a Marx: distruzione dello stato e istigazione alla violenza.
A dire dell’accusa l’autore del “Il Capitale” avrebbe con le sue idee, pur riconosciute come rivoluzionarie e in origine nobili, non solo promosso l’estinzione dello stato ma anche innescato quelle violenze che, in nome di un’ideologia, insanguineranno buona parte del Novecento.
Non meno efficace l’arringa della difesa.
L’ex presidente della Camera dei Deputati ha ribattuto con veemenza, conoscenza e ironia alle accuse della PM, cercando di smontare quell’impalcatura a partire dagli stessi capi di imputazione.
Per la difesa a finire alla sbarra non dovrebbe essere Marx ma, semmai, Lenin o ancor di più Stalin. Perché il filosofo tedesco non ha mai sostenuto teorie quali la distruzione dello stato e tanto meno può essere accusato di aver fomentato con le sue rivoluzionarie idee gli eccidi futuri.
È come, ha esclamato enfaticamente Bertinotti, «se si volesse processare Gesù per gli orrori compiuti dai crociati o per altre pagine non certo edificanti del Cristianesimo.»
Un paragone suggestivo, incapace però di intimidire la PM che, come il più bravo dei maghi, quando l’assoluzione di Marx sembra ormai scontata, estrae dal cilindro il bianco coniglio.
Prima porta a conoscenza della giuria l’esistenza di un figlio illegittimo, avuto dalla governante, che il filosofo non riconobbe mai; poi sottolinea l’irresponsabile scelta di Marx di condurre una vita di stenti, coinvolgendo in ciò anche la moglie e la numerosa prole, nonostante provenisse da una ricca famiglia borghese.
A sostegno dell’accusa anche due validi testi, un imprenditore, interpretato da Giovanni Lo Storto (il direttore generale della Luis “Guido Carli”) e una corrispondente di un giornale da Mosca, la giornalista Annalisa Chirico.
In mezzo al fuoco nemico, Marx.
Questi con pacatezza ma senza remissività, si è difeso da ogni accusa, negando di essere il mandante delle future violenze perpetrate dal comunismo.
Ma il filosofo ha anche reagito agli attacchi sulla sfera privata.
L’aver scelto una vita di indigenza è stata semplicemente una necessità, dettata dalla volontà di essere nonostante tutto coerente.
Mai avrebbe potuto vivere una vita agiata e, al tempo stesso, battersi per i diritti dei più poveri e indifesi.
Una scelta di dignità, di rispetto.
A sostenere questa linea due testi d’eccezione, la stessa moglie di Marx, interpretata dalla giornalista Elisa Anzaldo e l’amico di sempre, Friedrich Engels che sostenne economicamente per tutta la vita Marx, condividendo ogni singola scelta.
Nei panni di Engels Federico Geremicca, firma di punta del quotidiano “La Stampa”.
Alla fine di un dibattimento, perfettamente gestito dalla Presidente della Corte, la serafica Augusta Iannini, (nella vita Vice Presidente dell’Autorità Garante della Protezione dei dati personali), giunge il momento più atteso della serata.
Il pubblico in sala, fra cui per fortuna tantissimi studenti, vota.
A disposizione due cartoncini. Uno blu, per l’innocenza, l’altro rosso, per l’inappellabile colpevolezza.
Alla fine la “giuria popolare” ha assolto e a larga maggioranza il filosofo tedesco.
Karl Marx è innocente.
La sensazione più vivida che rimane di questa bella serata è che la storia, se raccontata in modo originale e accattivante, può essere ancora il libro più bello da leggere, un testo sempre nuovo e ogni volta sorprendente.
Complimenti alla curatrice Elisa Greco ma anche a tutti coloro che si sono spesi e si spenderanno nei successivi appuntamenti.
Sì perché Personaggi e Protagonisti: incontri con la Storia prevede altri tre imperdibili appuntamenti.
Il 5 dicembre ad essere processati saranno Ovidio e Augusto. L’11 febbraio sarà la volta di Evita Peron.
Il 25 marzo infine, ultimo appuntamento di questa edizione, a finire davanti al banco della giuria sarà Maximilien De Robespierre.
E allora non rimane che andare all’Eliseo e provare il brivido di processare la storia.
Maurizio Carvigno