Un programma particolare con musiche di Gustav Mahler e Maurice Ravel è stato quello di questo weekend appena conclusosi all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il tema principale erano le morti infantili.
Questo weekend di concerti all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è stato in parte incentrato su un tema particolare: le morti infantili. Esse sono state le protagoniste di una serie di concerti dedicati anche alla memoria del grande Giuseppe Sinopoli, direttore d’orchestra scomparso a Berlino per un infarto durante un’esecuzione, quindici anni fa.
© Riccardo Musacchio & Flavio Ianniello |
Il maestro Yuri Temirkanov, con la sua innata eleganza, è salito sul podio ed ha attaccato la Pavane pour une infante défunte, un brano delicatissimo di Maurice Ravel, un tocco di estrema poesia con cui il compositore francese immagina di creare una dedica ad un’immaginaria infanta defunta. Un brano dolcissimo, commovente.
Emozione che regna anche nei Kindertotenlieder (Canti dei bambini morti), composti da Gustav Mahler riadattando alcune poesie autobiografiche di Friedrich Rückert. Si tratta di 5 lieder estremamente commoventi, poetici; la poesia deve trasparire anche dalla voce, ed in questo caso si può dire che il baritono Markus Werba abbia centrato pienamente il bersaglio. I testi narrano la voglia di vivere negata a questi bambini, il dolore dei loro padri, la voglia di stringerli ancora tra le loro braccia, e, durante questa stupenda esecuzione, pensavo ai tanti bambini morti, uccisi, stroncati dalle malattie ancora oggi.
Di tutt’altro aspetto è stata la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98 di Johannes Brahms, un brano solenne, magniloquente ma intimo allo stesso tempo; uno degli ultimi capolavori del XIX secolo.
Un’esecuzione trionfale e commovente.
Marco Rossi
@marco_rossi88