Grande prima per l’Anfiteatro festival con Il Trovatore di Verdi

L’apertura della stagione estiva dell’Anfiteatro Festival con Il Trovatore di Giuseppe Verdi non poteva essere migliore; complice una incantevole luna rossa sotto gli effetti di un’eclissi unica nella storia.

Immersi un’atmosfera surreale, in una conchiglia naturale immersa in una leggera nebbia che offuscava il fenomeno lunare rendendolo ancora più misterioso, gli spettatori hanno potuto assistere a uno spettacolo unico e prezioso.

Il Trovatore di Verdi non è un’opera semplice a dispetto della denominazione di trilogia “popolare” alla quale appartiene insieme al Rigoletto e alla Traviata. Composta nel 1853 su libretto di Salvatore Cammarano, si divide in quattro atti e otto quadri ed è tratta dal dramma El Trovador di Antonio García Gutiérrez.

Perchè si possa comprendere in pieno la grandezza dell’opera verdiana è necessario conoscere il contesto nel quale la sua musica si è generata, in un clima di rinnovamento musicale dove Il Trovatore rappresenta la completa maturità di Verdi e del suo genio.

Ma senza volersi addentrare in un campo che meriterebbe una vasta trattazione, ci limitiamo ad approcciare emozionalmente a uno spettacolo prezioso, una conferma delle proposte di eccellenza di Europa Musica che il 27 luglio  ha prodotto ed allestito l’opera.

Gli interpreti principali sono Paola Di Gregorio, Antonino Interisano,  Domenico Balzani, Anastasia Pirogova per la regia di Gianmaria Romagnoli, la scenografia di Giovanni Di Mascolo e la direzione d’orchestra di Maurizio Morgantini.

Il trovatore verdianoLa storia del Trovatore è ambientata in Spagna al principio del secolo XV; racconta con toni di grande espressività passioni intense come l’amore, la gelosia, la vendetta, l’odio e la lussuria, temi della tradizione romantica mediterranea.

Manrico e il Conte di Luna, i protagonisti maschili, sono innamorati della stessa donna e si fronteggiano fino alla morte come nemici, senza sapere di essere fratelli. Appartenenti a due diverse classi sociali, sono entrambi innamorati di Leonora e la trama si svolge attraverso una serie di vicende intricate grazie anche alla presenza della zingara Azucena.

Il dramma in alcune parti potrebbe cadere nell’incredibile, ma la musica di Verdi e la poesia del libretto riscattano l’opera trasformandola nell’opera migliore del musicista. Ottimi gli interpreti, spiccavano su tutti le due donne protagoniste: la soprano Paola Di Gregorio nel ruolo di Leonora e la mezzosoprano Anastasia Pirogova in Azucena.

Anche il ruolo della scenografia ha avuto il suo ruolo importante. Suggestiva ma essenziale è stata supportata dall’illuminazione in blu che sembrava essere stata concepita proprio per la serata dell’eclissi.

Con questa meravigliosa sorpresa di apertura l’anfiteatro Festival si conferma un’opportunità da coltivare nelle calde sere estive. Un plauso va anche al fatto di aver reso un grande spettacolo come la lirica accessibile in un contesto che nulla ha da invidiare alle grandi location romane.

Antonella Rizzo

Il trovatore verdiano

Poetessa, scrittrice, performer, giornalista. Collaboratrice di Culturamente dal 2015.

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