Il senso della vita (e della morte) con Pirandello

Alberto Di Stasio indaga l’animo umano, il dramma interiore di un uomo colpito da una malattia, attraverso le parole immortali de “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello.

L’androne di una stazione è un posto squallido, bruttissimo, ma è lì che due anime si incontrano: un lui ed una lei. E da questo incontro prende il via la messinscena curata da Alberto Di Stasio de “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello, al Teatro dei Conciatori dal 5 al 17 aprile.

Alberto Di Stasio

Lei ha perso il treno, sembra quasi esaurita, ma ecco che sale sul palco un altro personaggio, lui, che sembra completamente avvolto nei suoi pensieri; la sua camicia è sporca di sangue, non parla bene ed ha delle strane macchie sulla bocca.
Il loro dialogo, assurdo quanto pieno di conflitti sui problemi che la vita sempre pone loro, arriva ad un punto di non ritorno; una confessione, una terribile confessione, un qualcosa che solo a pensarci mette paura. Lui è affetto da una forma di epitelioma, un tumore della pelle, un cinico e dissacrante regalo lasciatogli dalla morte. Ed ecco che quindi tutti i nostri problemi svaniscono.
Il lavoro di Alberto Di Stasio sul testo è assolutamente straordinario. Nel testo originale l’uomo (lo stesso fenomenale Di Stasio) parla con un interlocutore, mentre una donna, come fosse la morte in agguato, li spia. In questo caso, invece, l’altro interlocutore è la donna (la brava Veronica Zucchi) che diventa per il protagonista una valvola di sfogo. Essa rappresenta contemporaneamente diversi personaggi, come la moglie – la stessa che gli impedisce di evadere mentalmente dal problema con le sue continue premure, ma anche la donna che lui non vorrebbe far soffrire – un’amica – una persona con cui aprirsi – ma forse anche la stessa morte – che lo spinge a riflettere ancora di più sulla sua vita e sul senso di essa. Sono due anime che si studiano. Pirandello e Di Stasio sembrano voler portare ognuno di noi sopra le assi di quel palco, perché ognuno di noi ha o avrà un “fiore in bocca”, un problema così grande che ci porta o ci porterà a riflettere sul senso assoluto delle nostre vite, sulla loro fugacità e sulla poca importanza che diamo a valori fondamentali come gli affetti. Ma quando ciò avverrà non ci è dato saperlo, perché la vita ti pone ostacoli duri all’improvviso, come accade a quest’uomo.
Marco Rossi
@marco_rossi88
Storico dell'arte e guida turistica di Roma, sono sempre rimasto affascinato dalla bellezza, ed è per questo che ho deciso di studiare Storia dell'Arte all'Università. Nel tempo libero pratico la recitazione. Un anno fa incontrai per caso Alessia Pizzi ed il suo team e fu amore a prima vista e mi sono buttato nella strada del giornalismo. Mi occupo principalmente di recensioni di spettacoli e di mostre, concerti di musica classica e di opere liriche (le altre mie grandi passioni)

COMMENTA QUESTA DOSE DI CULTURA

Lascia un commento!
Inserisci il tuo nome qui