Ci lascia Ennio Morricone e il Teatro Romano di Ostia Antica apre la programmazione il 14 luglio con Il Grande Cinema in Concerto, uno spettacolo dedicato alle colonne sonore del grande cinema.
L’ensemble musicale dell’Orchestra Sinfonica Città di Roma diretta dal Maestro Pier Giorgio Dionisi e il Video Artist Alessandro Roberti hanno affascinato il pubblico che ha potuto assaporare un’esperienza di Arte totale, in equilibro tra soma e psyche.
L’immersione visiva e quindi immaginifica ha rappresentato l’elemento innovativo e tuttavia sempre in costante rapporto con la tradizione del corpo orchestrale e del direttore d’orchestra. Le musiche di Morricone, Piovani, Williams e Zimmer sono state le protagoniste assolute in questa nuova produzione di Opera in Roma.
Proprio a Ennio Morricone, a pochi giorni dall’improvvisa scomparsa, gli artisti hanno espresso il loro tributo; suoni, immagini e coreografie in una concezione totale di interazione artistica.
Sicuramente un evento unico e pienamente contestualizzato nell’atmosfera melanconica per la morte del musicista e per il desiderio di normalità post-Covid.
A tratti, durante lo spettacolo, il pubblico ha percepito la fascinosa Maria Gabriella Giallanella come responsabile del tentativo di esorcizzare la lunga astinenza della Parola nell’arte in modo eccessivamente verboso.
Seppur benedetta da una luna più seduttiva del solito, la serata ha mostrato questa fisiologica criticità; quella di un gigante immobilizzato da un lungo periodo di prigionia con un’energia difficile da contenere.
In certi momenti gli spettatori non sono riusciti a sintonizzarsi con l’intento della conduttrice, giurista votata al fascino dell’arte, e cioè quello di sostituire con una propria narrazione il libretto d’opera, ritenendo eccessivamente didascalica l’intenzione di instaurare un rapporto frontale attraverso la spiegazione dei brani.
Ma non posso non assolvere la scrittura della serata perché ha perfettamente manifestato lo spasmo emotivo di un meccanismo in ripartenza dopo il limbo dove la creatività è stata confinata, quasi a scongiurare un ritorno della morte della Parola.
Senza risentire di questi incidenti di percorso, lo spettacolo ha colpito nel segno e nel finale la presentatrice, con grande ironia e savoir faire, ha saputo sintonizzarsi con i desideri del pubblico compiendo una virata improvvisa nello stile della conduzione.
Sullo sfondo di sapienti giochi di luce e di immagini evocative la grande musica è stata, come è logico che sia, la grande protagonista della serata, grazie anche ai buoni interventi della soprano Rossana Cardia. Emozionanti le splendide coreografie di Minea De Mattia interpretate da un corpo di ballo eccezionale che ha dato corpo e anima a melodie immortali.
Foto e Articolo di Antonella Rizzo