Al Teatro Vascello con la regia di Daniele Salvo è stato rappresentato il Funambolo, di Jean Genet, lo scrittore francese che s’innamoro dell’uomo sul filo.
Nel 1956 Abdallah, diciottenne artista del Circo Medrano, incontra Jean Genet che allora aveva 46 anni, tra i due nasce una relazione sentimentale che sfocerà nel suicidio del giovane funambolo. Il ragazzo allora era solo un addetto alla pista del circo, fu l’idea di Genet di spingerlo a diventare il Funambolo, viaggiarono attraverso l’Europa insieme, Jean gli pagava i corsi, voleva scegliere le musiche del numero, disegnare i costumi, farne parte, fino a quando durante una tournée in Kuwait Abdallah cade. La sua carriera a quel punto s’interrompe, i due vivranno insieme ancora qualche anno e poi si separeranno. Nel 1964 Abdallah si suicida tagliandosi le vene, lo trova Genet circondato di tutti i suoi libri, letti, riletti e sotolineati, che non aveva mai aperto durante gli anni passati insieme.
Sette anni prima Genet aveva scritto per lui e su di lui un piccolo poema in prosa, Il funambolo. È uno dei testi più belli dello scrittore, uno dei suoi più sfavillanti, dove mette allo scoperto la sua estetica ma anche la sua erotica.
Bellissima la rappresentazione “a circo” del Teatro Vascello, lo spettatore vive l’emozione del Funambolo e le sue paure, la drammaticità di una scelta che non è la sua. Le musiche di Podda e la voce di Melania Giglio impreziosiscono lo spettacolo, le canzoni in francese di Jacques Brel ed Edith Piaf ci calano nella Francia di metà novecento. I ballerini arricchiscono la scena con la perfetta sincronia e ne entrano dentro. All’uscita dai camerini l’entusiasmo di uno di loro ci colpisce particolarmente: “mi sono sentito parte di un tutto si tratta di un vero gesto teatrale, abbiamo avuto indicazioni e note di regia per far sì che la danza facesse parte di tutto lo spettacolo, l’energia che ogni volta si crea tra di noi genera sempre emozioni e vibrazioni diverse” Yari Molinari.
Poche serate per uno spettacolo così bello dove il pubblico fa parte della giostra che gira, la vita in una piazza di un circo.
Tu l’aimerais, et d’un amour presque charnel. Chaque matin, avant de commencer ton entraînement, quand il est tendu et qu’il vibre, va lui donner un baiser. (Il filo)
Sara Cacciarini