I ♥ ALICE ♥ I. L’amore non ha sesso, l’amore non ha età

teatro della cometa i love alice love i

I (love) Alice (love) I, tratto dal testo di Amy Conroy, per la regia di Elena Sbardella, è in scena al Teatro della Cometa di Roma fino al 3 dicembre 2017.

Due donne si spalleggiano sul palco: sono amiche da una vita, “più che amiche” da 28 anni.

Entrambe si chiamano Alice, come può rivelare il gioco di specchi del titolo. Tuttavia, sono molto diverse tra loro. La Alice interpretata da Ludovica Modugno è squisitamente esuberante e impulsiva, mentre quella interpretata da Paila Pavese è ingenuamente buffa e timida. La coppia racconta al pubblico di come un bacio rubato al Supermercato abbia scatenato la fantasia di una regista che le ha intraviste.

È questo l’espediente per iniziare a raccontare la storia di due donne che si amano. In un’ora, attraverso la lettura di bigliettini che fungono da promemoria per la trama, le due Alice si tuffano nel loro passato. Protagonista indiscussa è la vita. Dai primi viaggi alla prima esperienza omosessuale, dal matrimonio alla malattia. Insieme alla vita, immancabile nemesi, è la morte. Una morte che non è solo fisica, ma anche mentale quando c’è la paura di mezzo. La paura di perdersi in se stessi abbracciando un ignoto che sa cullare come null’altro al mondo.teatro della cometa i love alice love i

La domanda, quindi, è cosa possa regalare al pubblico uno spettacolo basato su due monologhi, peraltro tradotti dell’inglese.

Sicuramente un messaggio. Un messaggio forte che mira a scardinare alcuni luoghi comuni così sentiti nella società italiana, a partire dall’età opportuna per amare fino ad arrivare alla scelta opportuna di chi amare. Parlandone si grattano via con le unghie anche tutte quelle fastidiose etichette sulla sessualità.

L’amore ha davvero un genere?

Sia chiaro, però, non è uno spettacolo per gay, o meglio, per soli gay. È uno spettacolo per tutti. Lo preciso perché in sala ero circondata da spettatori che avevano almeno il doppio della mia età e non ho potuto fare a meno di chiedermi come abbiano recepito la storia d’amore omosessuale tra due settantenni, cioè due loro coetanee. Non è un mistero, infatti, che il nostro Bel Paese sia una terra di conservatori, come non è un mistero che il mondo anglosassone (a partire dai Gender Studies) stia almeno un decennio avanti a noi su questo tema.

Per concludere, potrebbe sembrare inutile, data la fama di entrambe, ma a mio avviso va sottolineato: la combo Modugno – Pavese, per la prima volta sullo stesso palco, merita sul serio. E non solo per l’indiscussa bravura e per la professionalità che entrambe offrono in scena, ma anche per la sottile complicità che riescono a palesare dolcemente.

La morale è che I (love) Alice (love) I può piacere oppure no, ma a differenza di tanti spettacoli claudicanti, si erge bello dritto nell’attuale offerta teatrale della Capitale.

Alessia Pizzi

Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

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