Circo e cucina per uno spettacolo da gustare in famiglia. Cuisine & Confessions di Les 7 doigts de la main è stato in scena al Teatro Brancaccio di Roma dal 25 al 29 novembre.
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“Cuisine&Confessions” Les 7 doigts de la main |
Chi meglio di noi sa che, quando si tratta di mangiare, non esistono barriere né sconosciuti? Chi meglio di noi sa che non c’è modo migliore per conoscere e apprezzare una persona che dividerci un pasto? È perfettamente naturale quindi che non possa esserci divisione di alcun tipo in Cuisine & Confessions, spettacolo di circo contemporaneo della compagnia quebecchese Les 7 doigts de la main andato in scena dal 25 al 29 novembre al Teatro Brancaccio, all’interno della programmazione del Romaeuropa Festival 2015.
Non c’è un inizio, perché come in ogni invito che si rispetti, tutto comincia già all’arrivo, nel bel mezzo degli ultimi preparativi. Non vi è neanche la quarta parete è vero, attraversata trasversalmente da palline da tennis che spettatori e performer giocano a lanciarsi nell’attesa iniziale; ma d’altronde come potrebbe essere altrimenti, all’interno di un lavoro che miscela la cucina con il circo, arti nelle quali la presenza e la partecipazione attiva del “pubblico” sono da sempre elementi sine qua non. Se ancor prima dell’inizio sono i performer a scendere tra gli spettatori, per conoscerli e giocarci mentre questi prendono posto in platea, durante lo spettacolo alcuni vengono chiamati in scena per prendere parte allo spettacolo. L’intera sala è un luogo comune in cui ci si scambiano odori, sapori, a volte ruoli, per l’appunto.
Ricorda il circo anche la creazione di pause, momenti di suspense che sanno creare uno stato di attesa, per poi essere rotti dagli splendidi gesti artistici di acrobati sensazionali. La naturalezza nei movimenti più complessi, la silenziosità nel toccare il suolo anche dopo salti di importante elevazione, la versatilità, fanno di questo spettacolo un lavoro costantemente sorprendente, completo in ogni sua parte, studiato affinché nulla sia mai inattivo, tanto da porre chi osserva nella difficile situazione del “non saper cosa guardare”, perché se la divisione in episodi permette ai singoli di emergere nella loro specificità, personale e artistica, ciò che accade dietro e attorno non è mai semplicemente un accompagnamento.
Sono due ore ininterrotte di sensazioni diverse, a volte contrastanti, che emergono dai racconti degli artisti e che si trasformano con naturalezza in movimento. Si passa dalla giocosa allegria all’inevitabile poesia dei tessuti aerei, circondati da un volare di stracci colorati; da passi a due grazie ai quali potersi abbandonare a fantasie romantiche, al dolore per la perdita di un padre, trasformato in una continua scalata e ricaduta nel vuoto. Balzi emotivi che trovano un perfetto alleato nell’eterogenea scelta musicale, capace di passare dalle atmosfere più calde e vivaci, a momenti di intensa emotività, tra i tasti di un pianoforte che accompagna i movimenti dei performer.
Sì, è semplice pensare alla tradizione e all’amore per il cibo come qualcosa di profondamente italiano, eppure Cuisine & Confessions nasce in Canada. Qui ci si trova davanti ad un “pranzo della domenica” in cui si incontrano paesi, culture e persone diverse. Non serve dire altro, in questo anno di grandi eventi sul tema, riguardo quanto in realtà la cucina sia un filo rosso intessuto nella trama di ogni comunità, di quanto sia uno dei fondamenti di ogni cultura e, ponendo lo sguardo in un orizzonte “micro”, di ogni singolo individuo.
È qui che troviamo la vera essenza di uno spettacolo che, tra acrobazie sensazionali, racconti e profumi, altro non fa che mettere sotto i riflettori la capacità dell’arte culinaria di creare legami di condivisione, fissare i ricordi in preziose e personalissime madeleine che di giorno in giorno, anche a distanza di anni, sapranno riaccendere la nostra memoria involontaria, risvegliando sensi e rinnovando emozioni.
Un’intensa e perfetta macchina spettacolare, godibilissima da adulti e bambini, profonda il giusto per poter essere un bel lavoro che vale la pena condividere con chi si ama.
Chiara Mattei